"Il tunisino molestava mia moglie e mia figlia, per questo ho sparato". Si è difeso così, Enzo Avallone, ieri mattina, davanti al giudice Giandomenico D’Agostino. "Le molestie andavano avanti da mesi. E così ho comprato una pistola sul mercato clandestino". A fine udienza, Avallone è stato rispedito a casa dal giudice. Resterà agli arresti domiciliari. Assistito dall’avvocato Giuseppe Russo, tra quindici giorni Avallone tornerà davanti ai giudici del tribunale del Riesame, per ottenere una misura cautelare meno afflittiva. La lite avvenuta in via Umberto Nobile, lunedì sera, è stata ripresa dalle telecamere. Nella colluttazione esplosa tra i due, il 43enne ebolitano all’inizio ha la peggio. Viene colpito in faccia con un pugno. Il tunisino sembra avere il sopravvento. A quel punto, arriva la reazione “sproporzionata” di Avallone che afferra la pistola e spara. Il tunisino cade a terra, con un’arteria recisa e la frattura del femore. La gamba sinistra è messa male. Il maghrebino non si rialza, perde sangue mentre chiede aiuto. Avallone fugge, si nasconde. Torna a casa, si cambia i vestiti.
FONTE: La Città
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