da ilferraiuolo.it (di Gaetano Ferraiuolo)
Doveva essere un pomeriggio di festa, la prima all’Arechi del 2019 seppur per un’amichevole contro una formazione di categoria inferiore (1-1 con il Rieti di Capuano). Eppure non sono mancati momenti di tensione che dovrebbero indurre tutti- a partire dalla società- a riflettere. La storia che raccontiamo è la testimonianza di Marco, grandissimo tifoso della Salernitana che ha deciso di portare per la prima volta la figlia di 4 anni allo stadio affinché si potesse innamorare dei colori granata sin da piccolina. Per la bimba, però, non è stato un esordio indimenticabile, complice un atteggiamento eccessivamente rigido da parte di alcuni addetti alla sicurezza. “Eravamo nell’anello inferiore della tribuna” ha raccontato Marco “i sediolini erano rotti o versavano in condizioni igieniche non ottimali e ho cercato di far sedere altrove mia figlia per non farla sporcare. Ho notato che una signora ha preso posto senza problemi nella zona con i sediolini rossi e ho pensato di fare la stessa cosa imbattendomi, però, in comportamenti molto aggressivi. Siamo stati invitati ad andare via, hanno vietato alla bambina di occupare quella zona di stadio senza tener conto del suo disagio e delle sue lacrime. Ho sollecitato anche il segretario della Salernitana Rodolfo De Rose che, però, non ha risolto il mio problema dicendo che non fosse tema di sua pertinenza. Anche gli steward presenti hanno ribadito che la bimba non poteva accomodarsi su quelle poltroncine, alla fine siamo tornati a casa visibilmente scossi e amareggiati”. La bambina, che era arrivata allo stadio con una bella sciarpa granata, è scoppiata in lacrime e ha detto di non voler più tornare all’Arechi per paura di imbattersi nuovamente in comportamenti del genere. Pronti ovviamente a pubblicare anche l’eventuale replica dei responsabili e della società, riteniamo che il calcio di oggi- a 360°- sta facendo di tutto per allontanare giovani, donne, famiglie e bambini dagli spalti. Episodi del genere lasciano il segno e scoraggiano chi, ancora, ha voglia di tramandare ai figli la passione sportiva. A chi giova tutto questo?
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