

di Massimiliano Catapano
La situazione delle liste d’attesa in Campania torna prepotentemente al centro del dibattito, con la FP CGIL Salerno che lancia un grido d’allarme: quasi un milione di euro di fondi pubblici rischiano di restare inutilizzati se l’ASL di Salerno non interverrà con urgenza per definire i percorsi operativi necessari all’attuazione dei piani di abbattimento dei tempi d’attesa. Il sindacato, attraverso una nota inviata al Direttore Sanitario dell’Azienda, dottor Primo Sergianni, denuncia ritardi gravi nella gestione e nella programmazione delle risorse destinate al potenziamento dei servizi sanitari. "Si tratta di una vera e propria boccata d’ossigeno per il nostro sistema sanitario - spiega Antonio Capezzuto, segretario generale della FP CGIL Salerno - utile ai cittadini, che da anni sopportano attese interminabili, e indispensabile per il personale sanitario, che continua a lavorare in condizioni sempre più difficili e con retribuzioni non all’altezza del loro impegno".
Nel dettaglio, i fondi in gioco ammontano a 200 mila euro, previsti dalla Delibera ASL n. 1035 dell’8 luglio 2024 per l’implementazione delle attività ambulatoriali, e a 547.388 euro derivanti dal Decreto Dirigenziale della Regione Campania n. 163 del 31 ottobre 2024, destinati al comparto sanità non medica. Risorse già oggetto di una manifestazione d’interesse pubblicata a dicembre, ma che a oggi rischiano di rimanere bloccate tra burocrazia e mancate decisioni operative. Capezzuto, con toni fermi ma costruttivi, lancia un appello diretto alla direzione aziendale: "È necessario costituire una cabina di regia che coordini in modo efficace i distretti e gli ospedali. Serve una linea univoca, chiara e condivisa per non disperdere i fondi e per garantire ai cittadini prestazioni più rapide e di qualità. Ma serve anche dare dignità ai lavoratori, riconoscendo loro le prestazioni aggiuntive previste, che oggi restano solo sulla carta".
Il sindacato sottolinea come il problema non sia solo economico, ma profondamente etico e sociale. Il mancato utilizzo dei fondi - denuncia la FP CGIL - rischia infatti di minare ulteriormente la fiducia dei cittadini nella sanità pubblica e di ampliare il divario tra pubblico e privato. "Se l’ASL non agirà subito - prosegue Capezzuto - assisteremo all’ennesimo treno perso per la sanità campana, con conseguenze pesanti in termini di equità e di accesso alle cure. E non possiamo più permettercelo". Il rappresentante sindacale non risparmia una riflessione amara sullo stato del settore: "Parliamo di operatori sanitari tra i meno retribuiti d’Europa, di un rinnovo contrattuale che non copre nemmeno l’inflazione e di un sistema che chiede tanto, ma restituisce poco. Ecco perché è fondamentale che queste risorse vengano utilizzate: non solo per ridurre le liste d’attesa, ma per restituire un minimo di giustizia retributiva e dignità professionale a chi tiene in piedi la sanità pubblica ogni giorno".
Le parole di Capezzuto si inseriscono in un contesto già teso, con i cittadini costretti a rivolgersi sempre più spesso alle strutture private per poter accedere a visite e diagnostiche in tempi accettabili. Un fenomeno che, se non affrontato, rischia di trasformare la sanità pubblica in un sistema di "serie B". In conclusione, il messaggio del sindacato è chiaro e tagliente: "Servono fatti, non promesse. L’inerzia non è più un’opzione". La FP CGIL chiede trasparenza, rapidità e responsabilità. Se i fondi dovessero restare inutilizzati, sarebbe l’ennesima sconfitta di una gestione che continua a parlare di riforme ma fatica a tradurle in risultati concreti. E a pagare, ancora una volta, sarebbero i cittadini e i lavoratori.
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