di Massimiliano Catapano
Una conferenza stampa densa di contenuti, di emozioni e di propositi concreti. Così si è presentata la Salernitana al via del nuovo ciclo tecnico. Sul palco dell’Arechi il neoallenatore Giuseppe Raffaele, il direttore sportivo Daniele Faggiano e l’amministratore delegato Maurizio Milan hanno raccontato le prime ore di questa nuova avventura granata, partita sì in ritardo rispetto alla concorrenza, ma con un’idea forte: ricostruire con uomini veri, lavoro quotidiano e spirito di appartenenza. A prendere la parola per primo è Maurizio Milan, che ha introdotto l’incontro con tono diretto e ambizioso: "Siamo in un momento complesso ma cruciale per il futuro del club. Abbiamo scelto di iniziare con i fatti, presentando subito chi dovrà guidare questa squadra sul campo. Mister Raffaele rappresenta ciò che cercavamo: concretezza, esperienza e una visione chiara del lavoro". L’amministratore delegato ha voluto sottolineare anche il valore del lavoro svolto dietro le quinte: "Devo ringraziare sia il mister che il direttore sportivo per la dedizione con cui si stanno preparando. Siamo reduci da una chiusura di stagione difficile, e siamo consapevoli di essere partiti dopo rispetto agli altri, ma questo non ci frena. Posso garantirvi che i nomi arriveranno: Faggiano sta lavorando senza sosta, letteralmente ventiquattro ore al giorno. È serio, metodico, e sta facendo le cose per bene".
Un passaggio importante è riservato al nuovo sponsor tecnico: "Aver conquistato Puma è un motivo d’orgoglio. È un segnale forte: nonostante la categoria, hanno visto nella nostra proprietà una voglia autentica di ricostruire. E ci saranno al nostro fianco in questo percorso. Saranno un simbolo della rinascita". E infine, ha tracciato la rotta per le prossime settimane: "Quando sarà il momento, parleremo di mercato. Ma ora concentriamoci sul costruire basi solide. Il nostro obiettivo è ridare alla città una squadra di cui andare fieri". Dopo l’ad, è toccato al nuovo direttore sportivo Daniele Faggiano delineare il suo approccio. Parole misurate, ma cariche di contenuti: "Il mister era la nostra prima scelta. Ringrazio il Cerignola per averlo liberato: non avevamo altri nomi in lista, abbiamo puntato subito su di lui, a prescindere dalla categoria o dal girone. Mi ha colpito la sua umiltà e la voglia che ha mostrato nell'accettare questa piazza".
Il focus si sposta poi sul mercato, dove Faggiano ha chiarito i motivi del silenzio sui nomi: "Fino a quando i calciatori non firmano, non dico nulla. Basta pronunciare un nome e il prezzo sale. È una questione di rispetto, verso il nostro lavoro e verso i calciatori stessi. Stiamo lavorando per portare più giocatori possibile in ritiro. Ma non ho paura di partire con un gruppo ristretto, se è quello giusto". Poi, un passaggio cruciale sulla mentalità richiesta: "Nel calcio si possono anche ereditare contratti dal passato, ma ciò che conta è il presente. Voglio costruire un gruppo formato da uomini veri. Posso sbagliare un calciatore, ma mai una persona. Cerco profili che vogliono davvero venire qui, non gente che cerca solo una sistemazione. A volte, l’unione e la compattezza contano più del talento puro. Anche in Serie A ci sono giocatori che sono andati avanti solo grazie al lavoro". Infine, con schiettezza, ha ammesso: "Sì, posso apparire aggressivo a volte. Ma lo faccio per amore di questa squadra. Tengo tantissimo alla Salernitana. Il passato è alle spalle, ora guardiamo avanti. Il mister mi ha indicato le caratteristiche che cerca, io sto cercando giocatori forti e funzionali. Le sorprese arriveranno, ma non ci faremo mettere le mani al collo da nessuno. Non siamo gli ultimi arrivati".
Giuseppe Raffaele, allenatore chiamato a guidare la risalita granata, ha aperto il suo intervento con una riflessione sulla sua prima impressione dell’ambiente: "Sono arrivato da poco, ma ho percepito immediatamente una grandissima voglia di riscatto. Dobbiamo prendere ciò che è successo negli ultimi due anni e trasformarlo in energia positiva. Il nostro primo obiettivo è ricreare entusiasmo, che è la base di tutto". Il tecnico ha poi messo a nudo la sua filosofia: "Voglio una squadra che cerchi il gol, sempre. Per me la settimana di lavoro è decisiva: è lì che si pongono le basi per i risultati. Se un giocatore è sereno mentalmente, rende meglio. Bisogna liberare la testa, solo così si costruisce una squadra efficace". Poi ha parlato delle idee tattiche: "Giocheremo con due punte, un esterno offensivo, centrocampisti dinamici e difensori veloci. Ma siamo in Serie C, e dobbiamo fare i conti con ciò che il mercato offre. Non serve fare nomi: so che il direttore saprà scegliere bene. Ieri, tra l’altro, mi ha fatto già un regalo importante…".
Un richiamo forte è arrivato sulla mentalità: "A Cerignola avevamo costruito automatismi precisi. Qui dobbiamo fare lo stesso, ma non è solo questione tecnica. Conta soprattutto l’aspetto mentale. Quando una squadra sta bene, gioca meglio. Quando è felice, rende di più". E non ha risparmiato critiche al passato recente: "Pensare che in qualche modo ce la si fa è stato un errore che ha contribuito alla retrocessione. Non basta spendere: bisogna mettersi a lavorare, con umiltà. La Salernitana in Serie C è come la Juventus in A: tutti vogliono batterti. Serve spirito di sacrificio". Poi, un messaggio diretto alla città: "Salerno è un’opportunità per tutti. Lo è per me, lo deve essere per ogni componente di questa squadra. Tutti devono dare il massimo. Voglio che il pubblico torni a casa soddisfatto, dopo aver visto una squadra con appartenenza, che lotta e gioca un calcio vero".
Ha chiuso con una riflessione che racchiude tutto il suo pensiero: "Nel calcio, ogni partita ha fasi diverse. Bisogna saper fare tutto: soffrire, attaccare, reagire. E noi dobbiamo costruire ogni cosa, giorno per giorno. Il mio mantra? Dare il massimo, sempre. Non mi sono mai tirato indietro, e non lo farò ora. Sono pronto". Tra parole misurate e visioni chiare, la Salernitana ha lanciato un segnale forte: non sarà un’estate di proclami, ma di lavoro concreto. Raffaele ha le idee, Faggiano la strategia, Milan la visione. Ora tocca ai fatti, ma una cosa è certa: la voglia di riscatto c’è, ed è palpabile.
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