di Massimiliano Catapano
Una domenica d’estate, una spiaggia affollata, e poi il sangue. Nicola Mirti, 18 anni appena compiuti, è morto così, sotto gli occhi attoniti di bagnanti e amici. Accoltellato al petto da un coetaneo per motivi che, ancora oggi, sembrano impensabili da accettare. Un diverbio banale, uno sguardo di troppo, parole forse provocatorie: è bastato questo per scatenare l’ira cieca dell’aggressore, Salvatore Sannino, anche lui 19enne, residente a Mugnano di Napoli. L’aggressione è avvenuta intorno alle 13 in un lido della località balneare di Marina di Varcaturo, tra i comuni di Giugliano in Campania e Castel Volturno. Due coltellate al torace, in pieno giorno, tra ombrelloni, famiglie e bambini. Nicola è crollato a terra sotto gli occhi atterriti di chi non ha potuto fare nulla. Inutili i tentativi di soccorso tempestivo: trasportato d’urgenza in ambulanza all’ospedale "Santa Maria delle Grazie" di Pozzuoli, il giovane è deceduto nel giro di un’ora. Le ferite erano troppo profonde.
Il dolore si è trasformato in rabbia. All’esterno del pronto soccorso, decine di persone, tra parenti e conoscenti del ragazzo, hanno dato vita a una scena di panico. Urla, spintoni, vetri infranti. Qualcuno ha addirittura tentato di appiccare il fuoco all’ingresso del reparto. Solo l’intervento della Polizia è riuscito a ristabilire l’ordine, mentre all’interno, medici e infermieri vivevano momenti di altissima tensione. L’aggressore è stato arrestato in poche ore. Secondo la ricostruzione degli investigatori, aveva portato con sè un coltello a serramanico, forse con la convinzione che bastasse poco a farsi giustizia da solo. Ora è accusato di omicidio aggravato. Nicola Mirti era un ragazzo come tanti, con una madre molto conosciuta sui social e un padre detenuto. Studiava, usciva con gli amici, frequentava quei luoghi dove i giovani si ritrovano per dimenticare i problemi. Ma questa volta, qualcosa è andato storto. Questa volta, la violenza ha vinto.
La politica si sveglia. Cirielli: "Basta parole, è tempo di agire"
La notizia dell’omicidio ha colpito al cuore l’intera Campania. In poche ore, sono arrivate dichiarazioni e messaggi di cordoglio da rappresentanti istituzionali e politici. Tra questi, il Vice Ministro degli Affari Esteri Edmondo Cirielli, che ha diffuso un messaggio duro, diretto, con un linguaggio che non lascia spazio a interpretazioni: "Campania, serve sicurezza per i nostri giovani. Da troppo tempo la Regione ignora il degrado e la violenza che colpiscono le nostre comunità. L’omicidio di un ragazzo di 18 anni a Varcaturo è l’ennesimo segnale di un territorio in sofferenza. Alla famiglia del ragazzo giunga la mia vicinanza. Non si può morire a 18 anni, accoltellato su una spiaggia. Da troppo tempo la Campania è ostaggio di degrado, violenza e abbandono. La politica deve tornare ad ascoltare e proteggere le comunità, non girarsi dall’altra parte. Serve sicurezza, serve coraggio. Serve una guida capace di cambiare davvero. Alla famiglia del giovane ucciso a Varcaturo va la mia più sentita vicinanza. Ma ora basta parole. È tempo di agire". Un appello che non è solo politico, ma umano. Un grido che nasce dalla consapevolezza che l’intera regione è attraversata da una crisi profonda, sociale, educativa, culturale. Una crisi in cui le parole non bastano più. Servono interventi strutturali, presenza dello Stato, sicurezza reale, educazione diffusa, sostegno alle famiglie.
Una ferita collettiva
Quello che è accaduto a Varcaturo non è solo un fatto di cronaca nera. È il termometro di un disagio crescente. Un simbolo di una gioventù troppo spesso lasciata sola, abbandonata ai miti del denaro facile e della rabbia cieca. Ragazzi che crescono in contesti fragili, dove la legge è scritta dalla forza, non dalla giustizia. Oggi, l’intera Campania si interroga. Le istituzioni locali devono assumersi le proprie responsabilità. Le famiglie devono essere supportate, non lasciate a se stesse. E i giovani devono tornare a essere il cuore di ogni scelta politica. La morte di Nicola Mirti non può restare una statistica. Non può finire nel dimenticatoio. Deve diventare il punto di svolta. Perchè in una Regione dove si muore a 18 anni sotto il sole, la vera emergenza non è solo la criminalità: è l’indifferenza.
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