di Massimiliano Catapano
Proseguono a ritmo serrato le indagini sull’omicidio di Carmela Quaranta, la donna di 42 anni trovata senza vita nel suo appartamento di via Trieste, a Mercato San Severino, nella notte tra il 18 e il 19 aprile. Un delitto che ha scosso profondamente la comunità locale e che, giorno dopo giorno, svela scenari sempre più inquietanti. Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni investigative, alla base dell’efferato omicidio ci sarebbe il rifiuto della vittima di sottostare a richieste degradanti: "Non voleva prostituirsi", avrebbe urlato Carmela poco prima di essere aggredita. Il principale sospettato, al momento detenuto nel carcere di Fuorni, è Gerardo Sellitto, 56 anni, ex compagno della donna. Contro di lui si è abbattuto un impianto accusatorio particolarmente solido, rafforzato da intercettazioni telefoniche, dati di geolocalizzazione e testimonianze che mettono in seria discussione le sue dichiarazioni iniziali. Ma non sarebbe stato solo. A essere indagato a piede libero anche un secondo uomo, identificato con le iniziali N.G., 38 anni, libero professionista.
Secondo quanto riferito da un conoscente della vittima, che era al telefono con lei poco prima del tragico epilogo, Carmela sarebbe stata improvvisamente aggredita da una coppia che ha colpito la sua auto con calci e pugni. La conversazione, interrotta bruscamente, è al centro delle analisi degli inquirenti, convinti che la donna fosse sotto pressione da tempo e oggetto di pressioni per scopi legati allo sfruttamento sessuale. Il quadro accusatorio nei confronti di Sellitto si fa via via più delineato: l’uomo, secondo gli investigatori, si sarebbe introdotto nell’abitazione della donna utilizzando una copia delle chiavi in suo possesso e l’avrebbe uccisa strangolandola con una corda. Subito dopo il delitto avrebbe sottratto il cellulare della vittima, forse nella speranza di cancellare tracce o rallentare l’identificazione. Un tentativo rivelatosi vano. A inchiodare il sospettato, oltre ai tabulati telefonici e ai movimenti tracciati dal GPS della sua auto, anche i filmati di una telecamera di videosorveglianza che ha ripreso due sagome dirigersi verso l’appartamento della donna proprio nella fascia oraria compatibile con quella del delitto.
L’identità della seconda figura è ancora in fase di accertamento, ma gli inquirenti ritengono che possa trattarsi di N.G., il secondo indagato, che avrebbe agito in concorso con Sellitto. La Procura ha ritenuto necessaria l’applicazione della custodia cautelare in carcere per Sellitto, ritenendolo a rischio fuga - alimentato da conversazioni captate nei giorni precedenti all’arresto in cui si faceva riferimento a viaggi imminenti all’estero - nonchè potenzialmente capace di inquinare le prove o reiterare il reato. L’inchiesta, guidata con meticolosità dai carabinieri del nucleo operativo di Mercato San Severino, continua senza sosta. Le prossime settimane saranno decisive per confermare o meno il coinvolgimento del secondo uomo e chiarire tutti i contorni di una vicenda torbida, segnata da violenza, sopraffazione e una donna che, secondo le prime ricostruzioni, ha avuto il coraggio di dire "no". Un "no" pagato con la vita.
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