Si risolvono tutte in gara 2 le gare del sabato pallanuotistico in rosa. L'Ekipe Orizzonte passa perentoriamente 7-11 alla "Bianchi" e conquista l'ennesima finale Scudetto della sua storia. La sfida con la Pallanuoto Trieste inizia all'insegna dell'equilibrio con un duplice botta e risposta. Break catanese in apertura della seconda frazione. Andrews insacca il terzo penalty a favore della capolista di regular season, poi Viacava di beduina e Halligan dal centro allungano sul 2-5. Klatowski accorcia per le triestine siglando il primo goal della partita in superiorità numerica che manda le contendenti al riposo lungo sul 3-5. Nel terzo periodo botta e risposta tra Tabani (extra player) e Koptseva (tap-in), poi sale in cattedra la formazione etnea che piazza quattro reti consecutive per il massimo vantaggio catanese (+6) con le due portacolori australiane scatenate e a referto con un tris a testa. La più fresca delle ex di turno, Gant, dalla distanza dimezza il passivo sul 5-10. Nell'ultimo quarto la beduina vincente di Gagliardi blinda il passaggio alla finale per la formazione guidata da Martina Miceli e dalla presidente-giocatrice Tania Di Mario. Delle giuliane Colletta e Cordovani le ultime reti del match con Celona tra i pali al posto di Condorelli. Bettini in apertura e Jutte nel mezzo completavano il blitz rendendo vani gli acuti iniziali di Citino e Cergol.
Sotto gli occhi di Antonio Cassano ed un pubblico appassionato sulle gradinate della "Poggiolino", la Sis Roma ha la meglio nelle battute conclusive del Rapallo e chiude la serie sullo 0-2. La formazione di Capanna beneficia dei tre penalty parati da Sesena e dalla ingente mole di realizzazioni in extra player per spuntarla 13-14. L'ex estremo difensore della RN Bologna mura Zanetta dopo il vantaggio di Kudella, si gioca a tamburello con continui capovolgimenti di fronte: le locali tentano il minibreak a cavallo delle prime due frazioni con il bis di rigore dell'ungherese con nel mezzo il secondo 5 metri sventato dall'estremo difensore ospite, questa volta sul totem Bianconi. La seconda girata dell'ex Galardi ed il primo di due traccianti vincenti di Cabona tengono le gialloblu sul +2, all'intervallo lungo si gira sul 7-6. La ripresa si apre con lo stesso leit motiv della prima metà di gara: Rapallo prova a scappare sull'asse Lara Bianco (tripletta d'autrice in 3' e mezzo)-Marcialis ma due volte Chiappini ed una Papi dal centro e Zaplatina con una fucilata sotto la traversa tengono la squadra di Capanna incollata al risultato (11-10 al 24'). La 2 russa delle capitoline firma il pari con un altro colpo da biliardo, quaterna personale, ma a menare le danze è sempre la squadra di Antonucci in un quarto tempo dove si segna solo in superiorità. Zanetta e Bianconi si iscrivono a referto portando le liguri di nuovo avanti di due lunghezze ma non fanno i conti con Centanni: la napoletana sale in cattedra nel giorno a lei caro di San Pasquale (onomastico del papà) e completa la tripletta con due stoccata in più nel giro di 42'' ripristinando il segno X che vorrebbe dire rigori. Non sono d'accordo Sesena che chiude la porta in faccia a Bianconi dai 5 metri e Ranalli che griffa la doppietta della vittoria dopo il terzo fallo grave della stessa 11 di casa (limite di falli raggiunto da Di Claudio, la stessa Centanni e le locali Mitchell e Ballesty). Nel computo finale determinante il guizzo di capitan Picozzi, ininfluente quello di Di Maria.
Grandi emozioni anche nelle finali play-out. Al "Passetto" il Cosenza impatta 5-5 con la Vela Ancona poi si affida ai miracoli di Nigro tra i pali e nella lotteria dai 5 metri suggella la salvezza, imponendosi con un complessivo 6-8. Gara bloccatissima, nella prima frazione segna solo Ciudad Herrara che si ripete nel cuore del secondo periodo dopo il provvisorio pari di Altamura e nuovamente a ridosso dell'intervallo lungo con il tris personale che vale il 2-3 dopo la precedente replica di Monterubbianesi dal dischetto virtuale. La spagnola in forza alla compagine bruzia si fa respingere un penalty da Andreoni, le doriche prendono coraggio e impattano nuovamente con Altamura in più. Nella terza frazione si segna solo in extra player, tra terzo e quarto tempo le calabresi tentano lo strappo decisivo con l'uno-due di Morrone ma in 40'' Marchetti e l'ex Verona e Bologna portano la sfida ai rigori. Decisive le trasformazioni di Morrone, Misiti e Ciudad Herrera ma soprattutto i tentacoli del portiere italogreco che ipnotizza Altamura, Marchetti e Bartocci. Ininfluente il palo di Mandelli così come l'unica realizzazione marchigiana di Quattrini. La Smile può...sorridere a 32 denti, mantenendo la categoria dopo un girone d'andata sontuoso ed uno di ritorno intriso di difficoltà. Il fanalino di coda della regular season saluta così mestamente la massima serie ma con l'orgoglio di aver onorato il torneo nella seconda parte di stagione.
Una pazzesca rimonta negli ultimi 6' consente alla Brizz di restare in A1 per il terzo anno di fila. Retrocede, dunque, anche l'altra neopromossa della scorsa estate, la Lazio. Il pubblico di Acilia spinge le biancocelesti che confermano la formazione di Catania ma soffrono in apertura l'irriverente partenza delle acesi che conducono 2-3 dopo i primi 8'. Il preciso piazzato di Boldrini firma il controsorpasso capitolino ma al cambio vasca si procede in perfetta parità (4-4). Nella ripresa l'approccio delle ragazze di Spagnoli è ideale, la retroguardia siciliana è costretta agli straordinari e capitola sotto i colpi della scatenata Rovetta (quaterna complessiva) e Rugora, inframezzata dal tris di Bianchi per il provvisorio -1, ma non è finita. In principio di quarto tempo, il bolide incrociato sotto la traversa di Boldrini (bis) spinge le padrone di casa sull'8-5. Il Sette di Zilleri resetta tutto, cinge d'assedio la porta di Acerbotti e compie un'incredibile remuntada. Tre reti in superiorità sulle quattro complessive dell'olandese Meijer e il guizzo fulmineo di capitan Sapienza spalancano le porte di vittoria e salvezza per il coccodrillo, ammutolendo "Le Cupole". Anche sta volta è fuori dalle mura amiche che le siciliane (a segno anche Sbruzzi) brindano alla salvezza dopo Firenze e Cosenza, amaro ritorno in cadetteria per le aquile (in goal anche Mata'afa) cui non è bastato un percorso di crescita costante durante l'anno che resterà in prospettiva di riscatto futuro.
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