di Massimiliano Catapano
Quella che doveva essere una giornata di felicità si è trasformata in un dolore inconsolabile. All’alba del 9 maggio, nel reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale "Umberto I" di Nocera Inferiore, la piccola Beatrice è venuta alla luce e pochi minuti dopo è morta tra le braccia dei medici, sotto lo sguardo attonito della madre. Un dramma che ha sconvolto non solo una giovane coppia di Pagani, ma un’intera comunità, che ora chiede giustizia e risposte. La madre, 32 anni, medico di professione, si era presentata in ospedale il giorno precedente in seguito alla rottura delle acque. In preda a forti dolori e consapevole delle difficoltà del travaglio, aveva chiesto esplicitamente di essere sottoposta a un parto cesareo. Una richiesta motivata, chiara, documentata. Tuttavia, secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Mattino", tale richiesta non sarebbe stata accolta dal primario, che avrebbe optato per il parto naturale. Il risultato è stato devastante: la piccola Beatrice è nata con gravi difficoltà respiratorie e ha smesso di respirare poco dopo il parto. I tentativi di rianimazione sono risultati vani e il suo cuore ha cessato di battere nel silenzio lacerante di una sala parto che avrebbe dovuto essere teatro di vita, non di morte. La Procura della Repubblica di Nocera Inferiore ha immediatamente aperto un fascicolo e disposto il sequestro della cartella clinica.
Lunedì 12 maggio sarà effettuata l’autopsia sul corpo della neonata per accertare le cause precise del decesso. Intanto, dieci persone - tra medici, ostetriche e altro personale sanitario presente nel reparto - hanno ricevuto notifica di accertamenti tecnici non ripetibili. Si tratta di un atto dovuto, ma che segna l’inizio di un’indagine che potrebbe far emergere gravi responsabilità. Il dramma della piccola Beatrice riporta alla luce una questione già nota e mai risolta: l’ospedale "Umberto I" di Nocera non è nuovo a casi controversi e tragici. In un'epoca in cui la tecnologia medica è avanzatissima e in un Paese che vanta eccellenze in campo sanitario, è inaccettabile che una richiesta motivata di parto cesareo venga ignorata e che una neonata muoia in sala parto. L’inadeguatezza di parte del personale, la carenza di organico, la gestione discutibile delle emergenze ostetriche e l’organizzazione interna carente sono elementi che non possono più essere tollerati. Il tempo delle giustificazioni è finito. La politica non è rimasta indifferente. La deputata di Fratelli d’Italia Imma Vietri ha annunciato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Orazio Schillaci.
"Al di là del lavoro della magistratura - ha dichiarato - è fondamentale valutare l’organizzazione del percorso nascita, la dotazione di personale e di attrezzature, nonchè la presenza di servizi operativi come la terapia intensiva neonatale". Vietri ha inoltre denunciato "i disastri organizzativi della Regione Campania, governata dal centrosinistra, che non garantisce sicurezza e assistenza adeguata, nonostante la professionalità di tanti medici e infermieri". Anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Nunzio Carpentieri ha annunciato una interrogazione in Consiglio regionale. "Bisogna fare luce al più presto - ha detto - e accertare se ci troviamo di fronte a un nuovo, gravissimo caso di malasanità". L’ospedale "Umberto I" di Nocera Inferiore è sotto i riflettori. E lo è non solo per questa tragedia, ma per un sistema che da anni mostra falle strutturali. La morte della piccola Beatrice non può essere archiviata come una triste fatalità. È il simbolo di un sistema che troppo spesso lascia soli i pazienti e le loro famiglie, nel momento più delicato e prezioso della vita: la nascita. Nel 2025, in un’Italia che ambisce all’eccellenza sanitaria, episodi simili non possono più accadere. Ora, è il tempo della verità. E della giustizia.
Altri articoli di questo autore:
Se vuoi essere tempestivamente aggiornato su quello che succede a Salerno e provincia, la pagina facebook di Salerno in Web pubblica minuto per minuto notizie fresche sulla tua home.