di Massimiliano Catapano
Si è concluso con un verdetto di assoluzione il processo a carico di un 39enne originario di Nocera Superiore, accusato di aver reso impossibile la vita alla sua ex compagna dopo la fine della loro relazione. Il tribunale di Nocera Inferiore ha stabilito che il fatto non sussiste, accogliendo integralmente la linea difensiva dell’avvocato Francesco Vicidomini. I fatti risalgono a qualche tempo fa, quando la donna, ex fidanzata dell’imputato, aveva denunciato l’uomo sostenendo di aver vissuto un vero e proprio inferno per mesi. Secondo la sua versione, sarebbe stata vittima di ripetuti pedinamenti, minacce e continui tentativi di contatto telefonico. In particolare, lo aveva accusato di averla chiamata insistentemente - si parlava di circa novanta telefonate - e di averla seguita sotto casa e fino al posto di lavoro. Tra le accuse anche l’invio di presunte immagini intime che l’uomo avrebbe minacciato di far recapitare al nuovo compagno della donna. Il pubblico ministero, ritenendo fondate le accuse, aveva chiesto una condanna a 16 mesi di reclusione. Tuttavia, l’istruttoria dibattimentale ha tracciato un quadro ben diverso.
L’avvocato Vicidomini ha infatti dimostrato, attraverso una dettagliata analisi dei tabulati telefonici e delle testimonianze, che le telefonate in questione erano state molto meno numerose: una decina in tutto e concentrate in una sola giornata, non reiterate e soprattutto non offensive nei toni. Quanto ai presunti pedinamenti, è emerso che l’uomo abitava in una zona non lontana da quella in cui la ex era solita passare, il che ha fatto propendere per una coincidenza e non per un’intenzione persecutoria. Anche l’episodio delle fotografie è stato ridimensionato. Il materiale contestato non aveva contenuti osceni né intenti minacciosi: secondo quanto emerso, si trattava di immagini non offensive, inviate in un contesto che non ha convinto il giudice della sussistenza del reato. Alla luce di queste evidenze, il magistrato ha ritenuto infondate le accuse, dichiarando che non vi fosse alcuna condotta penalmente rilevante da parte dell’imputato. Il 39enne è stato quindi assolto con formula piena. Una vicenda che, almeno dal punto di vista giudiziario, si chiude qui. Restano, però, le tracce emotive di un rapporto finito male e di un processo che ha messo a nudo due versioni profondamente divergenti di una stessa storia.
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