di Massimiliano Catapano
Salerno si sveglia oggi con un dolore profondo nel cuore. È venuto a mancare Davide De Gregorio, figura storica della Pugilistica Salernitana e protagonista di innumerevoli battaglie civili, spentosi all’età di 52 anni dopo oltre un decennio di lotta contro la SLA. La notizia si è diffusa in poche ore, rimbalzando tra quartieri e palestre, suscitando commozione e rispetto in tutta la comunità. De Gregorio non è stato soltanto un atleta di talento, ma un uomo che ha saputo trasformare la sofferenza in determinazione. Sotto la guida del maestro Casella, ha costruito una carriera pugilistica brillante, impreziosita da prestigiosi risultati, tra cui spicca la medaglia di Bronzo conquistata ai campionati Europei. Nella memoria degli appassionati resterà il suo stile potente, la disciplina ferrea e quella scintilla negli occhi che solo i veri combattenti possiedono. Ma la sua battaglia più importante è iniziata fuori dal ring, quando la malattia neurodegenerativa ha cominciato a togliergli progressivamente l’autonomia. Costretto su una sedia a rotelle, Davide non si è mai arreso. Ha trasformato il proprio disagio in un grido di civiltà, lanciando una sfida concreta alle barriere architettoniche che ancora oggi limitano la vita quotidiana di molte persone con disabilità.
Il suo impegno civile è stato costante, lucido e instancabile. Lo scorso anno, la sua storia venne raccontata in un toccante servizio del LiraTg, nel quale denunciava le difficoltà nel trovare una casa accessibile a Salerno, una città che amava ma che spesso non era in grado di restituirgli la libertà che meritava. Il suo volto, la sua voce e il suo esempio avevano acceso un dibattito fondamentale sulla necessità di garantire spazi urbani inclusivi e dignitosi per tutti. Oggi Salerno perde un atleta, un uomo e soprattutto un simbolo di coraggio. La boxe era la sua vita, ma la sua più grande vittoria resterà l’eredità morale lasciata a chi continua a lottare per una società più equa. La redazione di Salernoinweb si unisce al cordoglio della famiglia e di quanti gli hanno voluto bene. La sua memoria vivrà nei ricordi di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e nelle battaglie che continueranno nel suo nome.
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