di Massimiliano Catapano
C’è una storia curiosa, al limite del mistico, che accompagna il percorso calcistico dell’Avellino sin dal dopoguerra. Una narrazione che, tra numeri, fede e superstizione, lascia spazio a una domanda che nessuno ha il coraggio di porre ad alta voce: ma davvero ogni volta che l’Avellino viene promosso succede qualcosa al Papa? La risposta, per quanto assurda, è: sì. Una coincidenza talmente precisa da sembrare orchestrata da una penna satirica, ma che sfogliando gli annali storici risulta spaventosamente vera. Ogni volta che la squadra irpina ha festeggiato una promozione, il mondo cattolico ha dovuto dire addio a un Pontefice – o, in un caso, assistere alle sue clamorose dimissioni.
Il curioso "incubo vaticano" ha inizio nel 1958. Il 9 ottobre muore Papa Pio XII, e l’Avellino, impegnato in un campionato di quarta serie, conquista la promozione in Serie C. Pochi mesi dopo sale al soglio pontificio Giovanni XXIII, che guiderà la Chiesa fino al 1963. Anno in cui anche lui muore, mentre l’Avellino festeggia un ritorno tra i professionisti dopo essere retrocesso l’anno prima. Coincidenze? Può essere. Poi arriva il 1978. Un anno che passerà alla storia per il doppio lutto che colpì il Vaticano: prima Papa Paolo VI, poi Papa Giovanni Paolo I, scomparso dopo soli 33 giorni di pontificato. E l’Avellino? Promosso in Serie A. La prima volta, un evento epocale per la squadra e la città. Per chi crede nel destino, un campionato che sembrava scritto direttamente nei registri celesti.
Nel 2005, è la volta di Giovanni Paolo II. Il Papa polacco, amatissimo, muore il 2 aprile. Due mesi e mezzo dopo, il 19 giugno, l’Avellino batte il Napoli 2-1 nella finale playoff e sale in Serie B. Una gara storica, in cui andò a segno anche Raffaele Biancolino, oggi allenatore degli irpini. Si festeggia, ma con un brivido lungo la schiena. Arriviamo al 2013. Per la prima volta non si verifica un decesso, ma accade qualcosa di ancora più raro: Papa Benedetto XVI si dimette. Un evento senza precedenti nella storia moderna della Chiesa. E ancora una volta, l’Avellino - retrocesso in terza serie pochi anni prima - riconquista la Serie B. La coincidenza si fa inquietante.
E poi c’è il 2025. Il 19 aprile, l’Avellino ottiene la promozione matematica in Serie B. Solo due giorni dopo, il 21 aprile, giunge la notizia della morte di Papa Francesco. Il sipario cala ancora una volta sulla Chiesa, mentre ad Avellino si aprono le bottiglie di spumante. Il confine tra esultanza e lutto si fa sottilissimo. Si tratta di una semplice e tragica casualità o c’è qualcosa di più? Ovviamente, ogni giornalista con un minimo di raziocinio liquiderà la questione come un incastro fortuito di date. Ma di fronte a una tale precisione cronologica, la tentazione di credere in un "effetto Lupi" si fa forte. E chissà se in Vaticano, durante le domeniche di primavera, qualcuno inizia a tifare per la salvezza dell’Avellino… per precauzione. Intanto, ad Avellino si brinda. E in Curia, forse, si fa il segno della croce.
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