di Massimiliano Catapano
Ancora sangue sull’asfalto lungo la strada provinciale che conduce a Campolongo. Un uomo di nazionalità ucraina ha perso la vita dopo essere stato investito da un’auto pirata mentre era in sella alla sua bicicletta. L’impatto, violentissimo, non gli ha lasciato scampo. Quando i soccorritori del Vopi sono giunti sul posto, per lui era già troppo tardi: è deceduto sul colpo. L'automobilista, invece di fermarsi e prestare aiuto, è fuggito senza lasciare traccia. A indagare sull’accaduto sono i Carabinieri della Compagnia di Eboli, che hanno avviato le ricerche del responsabile. La dinamica dell’incidente appare chiara fin dai primi rilievi: il ciclista stava percorrendo un tratto di strada scarsamente illuminato, in un orario in cui la visibilità è ridotta. Nessuna telecamera, nessun lampione, nessun controllo. La macchina l’ha travolto e poi si è dileguata, lasciando il corpo a terra, sull’asfalto freddo di una notte qualunque. Ma quella notte, per l’uomo ucraino, è stata l’ultima.
Non è un caso isolato. Quel tratto di strada è noto da tempo per la sua pericolosità, tanto che molti residenti ormai lo chiamano "la strada della morte". E non si tratta solo di una definizione giornalistica o di un’espressione colorita: è una denuncia reale, che nasce dalla paura quotidiana di chi quella strada la percorre per necessità. "Questa non è più una semplice via di collegamento - commenta un residente - è una trappola mortale. Se non si installano lampioni, autovelox, telecamere, e non si progettano incroci sicuri e semafori, gli incidenti continueranno ogni giorno, soprattutto di notte. Qui si corre troppo e chi lo nega mente". La rabbia è palpabile. Il senso di abbandono anche. "Con tutti i fondi che arrivano in Campania, in Regione - prosegue la riflessione - perchè non si investe in sicurezza stradale? Perché non si proteggono le vite umane? È una strada molto trafficata, ma sembra dimenticata da tutti. Se vogliamo davvero essere al passo delle città europee, dobbiamo iniziare proprio da qui. Dalla sicurezza. Dalle cose concrete".
Non è solo una richiesta. È un grido. Un appello lanciato da chi ogni giorno rischia la vita su un tratto di asfalto dove si corre troppo e dove la notte diventa un pericolo costante. La morte dell’uomo ucraino non può passare inosservata. Non deve diventare solo l’ennesimo caso di cronaca da archiviare in fretta. Ogni vittima è una sconfitta per le istituzioni, per il senso civico, per una società che dovrebbe proteggere, non dimenticare. Nel frattempo, i Carabinieri lavorano per dare un nome e un volto al responsabile della fuga. Ma resta la sensazione amara che, senza un intervento concreto e immediato, quella strada continuerà a reclamare vite. E il prossimo nome, purtroppo, potrebbe non tardare ad arrivare.
Altri articoli di questo autore:
Se vuoi essere tempestivamente aggiornato su quello che succede a Salerno e provincia, la pagina facebook di Salerno in Web pubblica minuto per minuto notizie fresche sulla tua home.