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Salernitana, Valentini: "Serviva una svolta offensiva". Marino si presenta: "Lavoriamo sulla testa, salvezza possibile"

11/04/2025

di Massimiliano Catapano

Cambiare per sopravvivere. La Salernitana affida il proprio destino a Pasquale Marino, chiamato a risollevare una squadra in piena crisi e con il baratro della retrocessione sempre più vicino. La presentazione ufficiale del tecnico siciliano, tenutasi nella sala stampa dello stadio "Arechi", è stata anche l’occasione per il direttore sportivo Marco Valentini di spiegare il cambio in panchina e salutare con rispetto il tecnico uscente Roberto Breda.

Valentini: "Breda uomo vero, ma serviva una svolta"

In apertura, il ds Valentini ha tenuto a sottolineare il valore umano e professionale del tecnico uscente: "Roberto ci ha dato tutto. È venuto in un momento complicatissimo, con grande generosità. Ha sistemato molti aspetti in poco tempo. Il problema, però, è che nonostante una solidità difensiva raggiunta grazie anche agli innesti di gennaio, la squadra è rimasta sterile davanti". Una carenza che ha spinto la dirigenza a intervenire. "Serviva un allenatore con una spiccata propensione offensiva. Marino ha esperienza, è completo, e sa come far crescere una squadra sul piano del gioco. È stato individuato da me, ci siamo parlati più volte e lunedì l’ho raggiunto a Roma per finalizzare tutto. La decisione è stata condivisa con gli altri dirigenti". Valentini ha voluto infine chiarire la tempistica dell’esonero, anche alla luce delle critiche ricevute: "Non potevo sollevare l’allenatore prima di un derby. Avrei dovuto consegnare il patentino. Ho chiamato Breda con correttezza e anticipo. Il mio compito è proteggere squadra e staff, ma anche prendere decisioni, per quanto difficili. I giudizi su di me andranno dati dopo aver completato un ciclo intero: io ho fatto solo il mercato di riparazione".

Marino: "Serve serenità, la testa è tutto"

Poi, la parola al nuovo tecnico. Classe 1962, uomo del Sud, Marino ha parlato con schiettezza e passione: "Quando si vive una situazione come questa, si fa fatica a giocare con serenità. Il lavoro principale è sulla testa. I ragazzi stanno bene fisicamente, ma bisogna ritrovare fiducia e leggerezza per proporre calcio". Niente proclami, solo lucidità e determinazione. "Abbiamo bisogno di gente con minutaggio, non c’è il tempo di fare esperimenti. Servono certezze. Non posso permettermi di aspettare chi è fuori da troppo. Il gruppo ha lavorato con attenzione e buona disponibilità, domani ci aspetta una partita intensa, fisica, da affrontare con ordine e coraggio". Marino ha sottolineato come i moduli siano secondari rispetto all’atteggiamento: "Il sistema di gioco conta poco se mancano aggressività e intensità. Bisogna attaccare e difendere insieme, con equilibrio. Ho provato diverse soluzioni, ma la formazione definitiva la comunicherò solo ai ragazzi, all’ultimo. Ogni dettaglio conta in questo momento".

Una chiamata accolta col cuore

"Quando ti chiama la Salernitana, non puoi restare indifferente. È una piazza del Sud, in difficoltà, e io sento il dovere di dare una mano. - ha raccontato Marino - Avevo già ricevuto un’offerta da Salerno vent’anni fa, ma allora non si concretizzò. Ho studiato bene la rosa e il calendario, e sono convinto che questa squadra non sia inferiore alle altre in lotta per la salvezza. Il contratto? Non è importante. Ho rifiutato l’opzione in caso di salvezza: ora contano solo i risultati".

Un Sudtirol ostico, ma c'è fiducia

Sul match di domani contro il Sudtirol, Marino ha le idee chiare: "Partire bene ci darebbe slancio mentale. Ma servirà lottare fino al 90’ dell’ultima giornata. Castori è un tecnico che stimo moltissimo, le sue squadre non mollano mai e sanno difendersi bene. Sarà una sfida dura, dovremo correre tanto quanto loro".

Il ruolo dei tifosi e le cicatrici di una stagione difficile

Marino ha parlato anche del legame con la tifoseria: "Conosco la passione di questa città. I ragazzi sono in difficoltà e hanno bisogno di sostegno. Nelle difficoltà bisogna stringersi, non dividersi. Non è tempo di processi. L’ambiente è depresso, ci sono state dinamiche interne complicate. Ricucire non è semplice, ma l’ho già fatto in passato con squadre retrocesse come Spal e Frosinone. Capisco la tensione che vivono i giocatori. Il mio compito è alleggerirla".

Una missione complicata, ma non impossibile

La Salernitana volta pagina. Con Pasquale Marino alla guida, l’obiettivo salvezza resta lontano, ma non irraggiungibile. Il tecnico siciliano lo sa, e lo ha ribadito con una semplicità che sa di verità: "Non ci sono magie. Solo lavoro, umiltà e voglia di crederci", Domani l’esame Sudtirol. E chissà che non sia proprio l’inizio di una nuova storia.

Redazione Sport - Salernitana -

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