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Salernitana, Breda sollevato dall'incarico. Tocca a Marino scalare la montagna salvezza

07/04/2025

di Massimiliano Catapano

La Salernitana cambia guida tecnica nel momento più critico della stagione. Dopo la sconfitta nel derby contro la Juve Stabia, la società ha annunciato l’esonero di Roberto Breda e l’ingaggio di Pasquale Marino come nuovo allenatore. Una scelta maturata nelle ultime ore, ma che forse sarebbe dovuta arrivare almeno un mese prima, per concedere al tecnico il tempo necessario per incidere realmente sul destino della squadra. Danilo Iervolino, presidente granata, ha preso in mano la situazione e ha deciso di affidarsi all’esperienza di un allenatore che non ha bisogno di presentazioni. Pasquale Marino, 61 anni, originario di Marsala, porta con sé una carriera lunga, vissuta tra Serie A e B, fatta di promozioni, intuizioni tattiche e una filosofia di gioco ben radicata. Dopo 24 ore di riflessioni e indiscrezioni, è arrivata la conferma ufficiale: Roberto Breda non è più l’allenatore della Salernitana.

Il club  ha scelto di interrompere il rapporto con il tecnico trevigiano, alla luce degli ultimi risultati poco soddisfacenti, che hanno messo in discussione il percorso della squadra in questa fase delicata del campionato. La nota, diffusa dalla società granata nel pomeriggio, recita: "L’U.S. Salernitana 1919 comunica di aver sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra il signor Roberto Breda. La proprietà e la dirigenza desiderano ringraziare sinceramente il tecnico per l’impegno massimo, la professionalità e l’attaccamento al club granata quotidianamente dimostrati nel corso del suo lavoro in questi mesi, augurandogli il meglio per il suo futuro personale e professionale". La decisione è maturata dopo due sconfitte particolarmente pesanti: quella interna contro il Palermo, e la dolorosa caduta nel derby campano sul campo della Juve Stabia. Due scivoloni che hanno lasciato il segno non solo in classifica, ma anche sul piano psicologico, rendendo necessario un cambio per tentare di invertire la rotta.

Una carriera costruita dal basso

Dopo un passato da calciatore nelle serie minori, Marino ha intrapreso la carriera da allenatore partendo dalle categorie dilettantistiche in Sicilia. Si mette in luce con il Paternò, portato dalla Serie D alla C1 in due stagioni, ma è nel 2005 che arriva la grande svolta: porta il Catania in Serie A dopo oltre vent’anni, attirando l’attenzione di club di prima fascia. Da lì comincia un lungo viaggio nel calcio professionistico: Udinese, dove ottiene una qualificazione in Coppa UEFA con un gioco brillante, e poi Parma, Genoa, Pescara, SPAL, Brescia, Vicenza, Crotone, fino alla più recente parentesi al Bari, terminata nel febbraio 2024. Ovunque sia andato, Marino ha lasciato un segno, alternando risultati altalenanti a momenti di grande espressione calcistica.

Una filosofia chiara e coraggiosa

Il marchio di fabbrica di Marino è il 4-3-3, interpretato in maniera dinamica e offensiva. Il suo è un calcio fatto di possesso palla, ampiezza e improvvise verticalizzazioni. Non ama compromessi tattici: le sue squadre devono dominare il gioco, attaccare gli spazi e imporsi con personalità. Un'idea che ricorda quella di Zeman, ma con più equilibrio e attenzione alla fase difensiva. "Il calcio deve essere gioia", ripete spesso ai suoi giocatori. Un principio che ha applicato con coerenza a Udine, dove fece esplodere Alexis Sánchez, e a Parma, dove plasmò una squadra capace di alternare fraseggi elaborati e ripartenze brucianti.

L'artigiano dei talenti

Non è un caso che molti giovani calciatori abbiano trovato la consacrazione proprio sotto la sua guida. Oltre a Sanchez, Marino ha lanciato Papu Gomez, Giovinco, Javier Pastore. Quest’ultimo raccontò: "Con lui ho capito cosa significa essere un calciatore moderno. Mi chiedeva di pensare prima di ricevere, di anticipare il gioco con la mente. Mi ha insegnato a vedere ciò che gli altri non vedono".

Il taccuino blu: genio e metodo

Un dettaglio che lo accompagna da trent’anni è il suo famoso taccuino blu, una piccola agenda dove annota ogni idea, ogni intuizione tattica. L’abitudine nacque dopo un incontro con Arrigo Sacchi, che gli disse: "Il calcio è pensiero. E i pensieri vanno fermati prima che svaniscano". Da allora, Marino non si separa mai da quel quaderno, oggi pieno di schemi, riflessioni e frammenti di gioco. Celebre l’episodio ai tempi dell’Udinese, quando durante un allenamento, interruppe tutto per correre in panchina a scrivere una nuova soluzione offensiva. Quello schema diventò una delle armi più efficaci della sua squadra.

Un metodo che anticipa Klopp

Tra le caratteristiche distintive del suo lavoro, spicca l’ossessione per il recupero immediato del pallone. Nei suoi allenamenti, i collaboratori cronometrano il tempo impiegato per riconquistare il possesso dopo una perdita. Se supera i sei secondi, i giocatori devono riposizionarsi in automatico. Una filosofia che ricorda quella di Jürgen Klopp, ma che Marino applicava già da anni, con lo stesso rigore metodico e una mentalità estremamente moderna. "Il calcio oggi non concede tregua. Ogni secondo perso è un'occasione regalata all'avversario", spiegava ai suoi ragazzi durante la sua esperienza a Parma. È da questo concetto che parte la sua idea di pressing, transizione e gestione dell’intensità.

Una montagna da scalare

La sfida che lo attende a Salerno è di quelle estreme. Una squadra in crisi di gioco, in difficoltà mentale e con una classifica compromessa. Sei partite per cercare di salvarsi, in un calendario tutt’altro che semplice. Serviranno energia, convinzione, unità. Ma anche coraggio. E Marino, scegliendo questa panchina che altri hanno rifiutato, ha dimostrato di averne. La salvezza, oggi, sembra una chimera. Ma ogni impresa comincia da un passo, e quello fatto da Marino – salire su una nave che imbarca acqua – è il segno più concreto che qualcuno, in questa storia, ci crede ancora. A Salerno ora serviranno pazienza, sostegno e realismo. Perché non è solo un allenatore ad aver accettato la sfida. È una visione del calcio che prova, ancora una volta, a scrivere il suo riscatto.

Redazione Sport - Salernitana -

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