di Massimiliano Catapano
Una vicenda che fa riflettere e scuote le coscienze. A Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, una donna di 72 anni, affetta da un tumore alla laringe e già ricoverata per un intervento programmato, si è vista negare l’accesso alla sala operatoria per non aver saldato in anticipo il costo previsto. "Signora, lei non ha pagato. Mi dispiace, ma non può essere operata. Sarà dimessa oggi stesso", queste le parole che la paziente - R.T., affetta anche da retinite pigmentosa, una rara malattia genetica - si è sentita dire a poche ore da un intervento delicatissimo alle corde vocali. A denunciare l’accaduto è il figlio, anch’egli colpito dalla stessa patologia visiva, che si è trovato improvvisamente a fronteggiare un rifiuto inaspettato. "È vero, sul documento che ho firmato con la delega di mia madre era scritto chiaramente che il pagamento doveva avvenire 48 ore prima del ricovero. Ma avevo pensato in buona fede di poterlo fare al momento della dimissione. Nessuno ci ha avvisati al momento dell’ingresso".
Nel tentativo di risolvere l’equivoco, l’uomo si è precipitato negli uffici amministrativi, pronto a saldare l’importo dovuto. Ma ogni tentativo è stato vano: "È inutile che state qua, ve ne dovete andare", si è sentito ripetere con tono perentorio. Così, una paziente fragile e oncologica è stata dimessa per una mera formalità amministrativa. "Trovo inaccettabile che in un ospedale pubblico, davanti a un tumore potenzialmente mortale, si antepongano i soldi alla vita di una persona", ha dichiarato il figlio con rabbia e dolore. La svolta arriva solo grazie a una rete di conoscenze personali: il figlio riesce a contattare il primario del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale "Monaldi" di Napoli, uno dei massimi esperti del settore. Il medico prende in carico il caso, conferma l’urgenza dell’intervento e ricovera la paziente in emergenza, in regime totalmente pubblico e senza alcuna richiesta economica. Non ringrazierò mai abbastanza il dottore e la sua straordinaria équipe. Hanno salvato mia madre senza chiedere nulla. Solo competenza e umanità", ha raccontato il figlio. Oggi la donna sta bene, è a casa e ha superato l’intervento. Ma la ferita aperta da questa storia resta. In un Paese che dovrebbe garantire il diritto alla cura, appare inaccettabile che la burocrazia e il denaro possano prevalere sulla tutela della salute e della dignità umana.
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