di Massimiliano Catapano
Un atto vile, codardo e vergognoso. L’ennesimo gesto di inciviltà che infanga Nocera Superiore e colpisce al cuore lo sforzo quotidiano di chi, con impegno e serietà, lavora per offrire ai cittadini una città più vivibile, decorosa, umana. Nella notte tra ieri e oggi, i bagni pubblici della villetta comunale "Qui Quo Qua", in via Risorgimento nella frazione Pareti, sono stati deliberatamente devastati da ignoti balordi. Quello che ci si è trovati davanti è un vero e proprio scenario di guerra urbana: lavandini sventrati, sanitari spaccati, sedili divelti, pezzi di ceramica ovunque. Un gesto brutale, senza alcuna logica, compiuto con l’unico scopo di distruggere. Nessuna provocazione politica, nessuna rivendicazione sociale. Solo violenza gratuita e disprezzo per il bene comune. Non è la prima volta. Solo pochi mesi fa, un episodio simile aveva colpito la villetta di viale Europa. Eppure, la storia si ripete, come un incubo che torna. Ma stavolta la rabbia è palpabile. Il sindaco Gennaro D’Acunzi, indignato e furioso, ha denunciato pubblicamente l’accaduto tramite un durissimo post sulla sua pagina Facebook istituzionale. "Un gesto senza senso - ha scritto - che rappresenta il punto più basso del degrado umano. Chi distrugge un bagno pubblico non è un ribelle: è un miserabile".
Il sindaco non ha usato mezzi termini. "Questa è feccia. È criminalità da strada, codardia travestita da noia. Chi devasta uno spazio pubblico devasta un pezzo di dignità collettiva. Non possiamo posizionare telecamere dietro ogni angolo, ma non resteremo immobili. Chi sa qualcosa, parli. Chi ha visto, denunci. Perchè questo non è un danno alla struttura: è un insulto alla città". Parole che riflettono un sentimento diffuso tra i cittadini, sempre più stanchi di vedere gli spazi comuni ridotti in macerie da piccoli delinquenti che agiscono nel buio dell’impunità. A questi soggetti non interessa nulla: né l’infanzia che frequenta la villetta, nè le famiglie, nè la fatica dell’amministrazione. Non cercano nulla, non contestano nulla: distruggono e basta. È evidente che ogni sforzo di riqualificazione sarà inutile finché non si avrà un risveglio collettivo, un ritorno all’etica del rispetto. Non basta riparare i danni: bisogna estirpare alla radice questa cultura dell’odio e dell’indifferenza. Serve l’esempio, la denuncia, il coraggio civile. Nel frattempo, il Comune valuterà le prossime mosse, ma resta una verità amara: finchè i cittadini onesti non si uniranno contro questi barbari, sarà tutto inutile. E a perdere, ancora una volta, sarà l’intera comunità.
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