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Pallavolo, l'esempio di Alessia Postiglione per le nuove leve: "Ricominciare a giocare come una rivalsa, gavetta fondamentale"

01/04/2025

Un esempio virtuoso di quanto nello sport l'ingrediente essenziale sia la passione che, come direbbe Dante, move ogni cosa. Alessia Postiglione incarna alla perfezione il modello di atleta che vive la Pallavolo in maniera viscerale nella sua essenza, a prescindere da quelli che anno dopo anno sono i risultati conseguiti in campo. Un colpo di fulmine a scoppio leggermente ritardato: "Potrei raccontare una storia entusiasmante delle motivazioni che mi hanno spinto ad iniziare a giocare a Pallavolo ma la verità è che non è stato amore a prima vista, direi più a seconda. Avevo 14 anni, non ho frequentato il MiniVolley e non avevo le basi ed è forse per questo che non mi ha rubato il cuore sin da subito, mi sentivo troppo indietro rispetto alle altre. È nata grazie al mio professore di scienze motorie (anche allenatore di Pallavolo) alle scuole medie considerati i miei 195cm provò a portarmi in una palestra, lui mi inculcò la passione che è alla base di tutto ma chi ha realmente costruito l'atleta che sono è stato Antonio Piscopo dell'Arzano Volley, lui mi ha dato oltre la tecnica un qualcosa che purtroppo nei giovani oggi è difficile trovare, la disciplina. A lui devo tutte le soddisfazioni che negli anni son riuscita a prendere ed è sempre grazie a lui se ho avuto modo di frequentare anche brevemente un po' di Nazionale italiana".

La classe '97 (foto Carraforo) è passata rapidamente nel corso delle varie stagioni dall'essere la quota giovane ad una delle più esperte della squadra: "Alle giovanissime debuttanti in prima squadra consiglierei di approfittare di ogni possibilità di apprendimento, noto troppo spesso giovani lamentarsi di vedere poco il campo o percepire inutilità nell'allenarsi con un gruppo senza poi effettivamente avere l'occasione di giocare. Nasce tutto lì, allenandosi con chi ha esperienza, guardare, apprendere, assorbire e soprattutto ringraziare chi ha creduto in voi da darvi la possibilità di condividere il campo (anche soltanto allenandosi) con chi ha esperienza. Abbiate pazienza che arriverà il vostro momento, e per chi invece ha avuto la fortuna di avercelo già, vivetela con libertà, serenità e senza tensioni perchè la gavetta è la parte più bella del percorso".

Prima lo studio poi il lavoro ma la costante resta l'attività sportiva: "Conciliare lavoro e sport è impegnativo, ma non impossibile. È importante innanzitutto scegliere una società che ti permetta e ti metta nelle condizioni di poter praticare la Pallavolo senza lo stress che una giornata di lavoro purtroppo ti dà, ma è fortuna avere anche un lavoro che ti dia la possibilità di tenere vive le tue passioni e non ti assorbe completamente. Importante è scegliere la categoria adatta, quella che non toglie niente ai tuoi orari lavorativi. È sicuramente più semplice per me che adesso la Pallavolo la percepisco unicamente come passione e non un lavoro come molte atlete hanno possibilità di fare, per il momento il mio lavoro non va in contrasto con lo sport, spero sarà così ancora per molto".

Sia in ambito giovanile che successivamente di prima squadra, gran parte del suo curriculum è legato alla maglia di Arzano: "Il ricordo sportivo che custodisco nel cuore non può essere altro che legato all'Arzano Volley dove ho fatto tutta la trafila eccezion fatta per una parentesi a Benevento. Mi vien difficile stabilire un unico ricordo speciale, Arzano me ne ha dati tantissimi ma non riesco a fare a meno di pensare ad un'annata molto particolare dove ci siam salvati l'ultima gara di campionato, Serie B1 anno 2017. Con l'Arzano ho vinto tanto ma quella salvezza la porterò sempre nel cuore e per me è pari ad una promozione. Le giovanili mi hanno lasciato dei ricordi bellissimi, li si definisce chi può fare l'atleta agonista, io mi son persa un po' di giovanili avendo iniziato tardi, ma ho recuperato poi con l'Under 16 e 18, le fasi nazionali ti fanno uscire da quel guscio che è la tua regione, hai modo di interfacciarti con mentalità diverse con atlete già di un certo spessore, è una fase indispensabile che auguro a tutte le under di vivere".

Non sono mancati momenti difficili da cui ne è uscita ancora più forte, soprattutto mentalmente: "Se c'è qualcosa che non rifarei è sicuramente lasciare la Pallavolo, questo è il mio primo anno di ripresa dopo 3 anni e mezzo di stop. Sono stati degli anni veramente duri, ho dovuto smettere perchè seguito ad una diagnosi medica errata che mi fece credere in un infortunio che non avevo decisi di darmi tregua, avevo già subito troppi interventi alle ginocchia e non mi andava di riceverne altri. Questo è invece il ricordo più brutto della Pallavolo, probabilmente non avrei mai giocato ugualmente nelle massime categorie, però il mio pensiero resta, quell'accaduto insieme ai tanti infortuni mi ha rubato il futuro. Ciò che invece rifarei mille volte? Senz'altro ciò che ho fatto l'anno scorso, trovare la forza di ritornare in campo, è stata più dura ricominciare che smettere. Ricominciare a giocare per me è stata una rivalsa ma allo stesso tempo il fatto di riuscirci nuovamente mi riportava sempre al pensiero che avevo smesso per nulla, in cuor mio sapevo di poterci riuscire ma non volevo accettarlo che ero stata allontanata ingiustamente da una delle cose più preziose della mia vita, in quei 3 anni non sono stata più in grado di entrare in una palestra, neanche per vedere una partita, fu un taglio netto, solo così potevo rassegnarmi. Sono felice di esserci riuscita".

Tanti i legami speciali costruiti in campo e sviluppatisi fuori: "La compagna di squadra che mi ha lasciato un segno importante e che continua anche oggi a lasciarlo è Santa Guida, il destino vuole che oggi è il mio capitano ma io e Santa abbiamo condiviso tanto sia come compagne di squadra ma anche come avversarie un tempo. Non ho mai visto un'atleta così determinata nelle cose che fa, negli spogliatoi ironizziamo tanto della sua situazione, e per chi non riesce a conciliare studio e Pallavolo direi che questa atleta mentre praticava la Serie B1 si è laureata in Giurisprudenza, è diventata un avvocato, adesso lavora e gestisce circa 3, 4 squadre giovanili dell'Ancis Villaricca e come se non bastasse adesso è anche consigliere della FIPAV Campania, e in tutto ciò che fa direi che eccelle. Ogni fine allenamento quando distrutta mi racconta la sua giornata non posso fare altro che restare in silenzio e ammirare".

Lo sguardo si proietta poi in avanti: "Il mio sogno? Avevo un grande sogno, la conquista della massima categoria con l'Arzano, ma ho dovuto ridimensionare i miei desideri. Non sogno altro che vivere la Pallavolo in salute e serenità, l'obiettivo del prossimo anno sarà praticare la Pallavolo sempre con entusiasmo". Le credenziali umane e tecniche sono il miglior biglietto da visita per chi, come l'araba fenice, dopo ogni caduta risorge meglio di prima. 

Davide Maddaluno - Sport -

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