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Pallavolo, Charlotte Schirò e la seconda laurea in campo e fuori: "Torno a Novara per aiutare le giovani ad esprimere il loro potenziale"

10/10/2024

Inizio di campionato casalingo per la SIM Immobiliare Novara che apre il sipario del campionato di B1 femminile davanti al pubblico amico con la Volley V&V fresca di ripescaggio. La formazione di Daniele Adami si presenta ai nastri di partenza del girone A con importanti innesti in rosa. Tra tutti quello di Charlotte Schirò che fotografa il passaggio da un'avventura all'altra: "Mi soprannominano Dory, come il pesciolino di "Alla ricerca di Nemo", perché ho poca memoria, e forse questo è un aspetto positivo per me. Quello che ricordo davvero della scorsa stagione al Capo d'Orso sono le belle persone che ho incontrato lungo il percorso. So che non è stata la stagione che speravamo: avevamo giocatrici di grande talento, ma abbiamo faticato a creare un gruppo coeso a causa di infortuni e assenze varie. Alla fine, la dirigenza e lo staff tecnico erano comunque soddisfatti del lavoro svolto, perchè le cose sarebbero potute andare peggio. Personalmente, avrei voluto far parte della squadra che avrebbe portato Palau in Serie A2, ma purtroppo non è andata così, ed è stato un grande rammarico per me. La presidente e i tifosi avrebbero davvero meritato quel risultato".

Ora il ritorno in Piemonte con una squadra eterogenea: "Mi avvicino a questa nuova avventura con una prospettiva fresca e una nuova energia. La Pallavolo non è più al centro della mia vita come una volta, dato che uno dei miei principali obiettivi è concludere il Master in Risorse Umane entro giugno. Per questo, ho fatto una scelta di cuore. Sono tornata a Novara, dove vivono i miei genitori e gran parte della famiglia paterna. Dopo tanti anni passati lontano, sentivo il bisogno di tornare alle origini e godermi il calore e il sostegno di amici e parenti. Fin da subito, il gruppo ha lavorato con serenità, e le prime sensazioni sono molto positive. Ora non vedo l'ora che inizi il campionato, perchè è lì che emergono i veri caratteri e le reali esigenze del collettivo. Quest'anno abbiamo una squadra che copre un'ampia fascia d'età, dai 21 ai 32 anni, anche se devo ammettere che ancora non ho imparato bene tutti i cognomi, figuriamoci l'età. - sorride - Le più giovani sono molto volenterose e serie, e il nostro compito, noi che abbiamo qualche anno in più, è trasmettere loro il rigore e la passione che ci hanno portato fin qui. Per esempio, Prinetti, che gioca nel mio stesso ruolo, è una vera forza della natura, piena di energia. Il mio obiettivo sarà cercare di canalizzare al meglio questa sua energia e darle quei piccoli consigli che possano aiutarla a sentirsi ancora più sicura e serena in campo, consapevole che non è facile come può sembrare".

Una carriera che ha attraversato l'Italia come Spagna e Francia in cui non è mai mancato l'impegno sui libri: "Conciliare non è facile, richiede molta determinazione e serietà. Il consiglio che posso dare a chi vuole intraprendere un percorso universitario, soprattutto online, è di non prendersi mai pause troppo lunghe: una settimana può facilmente trasformarsi in un mese, e poi è ancora più difficile riprendere il ritmo. Nei miei primi due anni di Università, studiavo Gestione dell'Impresa in Francia in modalità presenziale, e la Pallavolo si allineava bene con gli orari delle lezioni. Quando mi sono iscritta ad un corso online, le cose si sono complicate, perchè tra gli allenamenti e la stanchezza fisica, spesso vuoi solo riposare, specialmente la sera. Tuttavia, quando hai ben chiaro il tuo obiettivo, alla fine lo raggiungi. Noi atleti siamo testardi, e anche se sono leggermente fuori corso, nel 2025 conseguirò la mia seconda laurea. L'importante non è in quanto tempo lo fai, ma come lo fai".

Da nuotatrice a pallavolista passando per le aspirazioni da calciatrice: "Dopo circa sei anni di nuoto a livello agonistico, avevo perso la motivazione e il divertimento, anche perchè non riuscivo più a vincere le gare. Alcuni amici di famiglia mi avevano sempre suggerito di provare la Pallavolo, ma per molto tempo l'ho considerato uno sport troppo "femminile". Io volevo giocare a calcio, quindi non ho mai preso sul serio l'idea. È stata mia mamma a spingermi a fare almeno una prova, e alla fine, in terza media, ho accettato. Ricordo di essere tornata a casa entusiasta, perchè durante l'allenamento avevo avuto modo di parlare, cosa impossibile nel nuoto dove per due ore resti con la testa sott'acqua fissando la riga blu in fondo alla piscina. Ho avuto la fortuna di entrare nel mondo del Volley nel momento giusto e con l'allenatore giusto: il mio primo allenatore, Luciano Pedullà, a cui sarò sempre grata. La passione è cresciuta con il tempo, soprattutto dopo la convocazione al Trofeo delle Province al termine del mio primo anno. In quel momento ho capito che la Pallavolo poteva darmi grandi soddisfazioni".

Una passione esplosa gradualmente: "Ho continuato a giocare perchè mi divertivo. All'inizio riuscivo a gestire entrambi gli sport: Nuoto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 3 alle 5, e Pallavolo dalle 7 alle 9, mentre il martedì e giovedì mi dedicavo solo alla piscina. Era un periodo impegnativo, ma mi divertivo tantissimo e vedevo costanti miglioramenti. Nonostante ciò, ci sono stati tanti allenamenti solitari, passati a colpire il muro o lavorare sull'attacco. Il mio primo ruolo è stato quello di centrale, ma ho sempre cercato di essere versatile. Nel 2016, in Francia a Evreux, sono arrivata come centrale, ma i miei allenatori mi proposero di provare come schiacciatrice di banda. Il bagher non era il mio punto forte, e dopo un anno a Saint Raphael allenata da Bregoli come posto 4 ho capito che mi sarei divertita di più come opposto ed infatti qualche anno dopo, grazie alla fiducia di Eva Hamzaoui, sono riuscita a diventare opposto titolare a Montecarlo col Monaco. Passare da centrale a opposto ha i suoi vantaggi: giochi per tutta la partita e puoi toccare quasi tutti i palloni in posto due. D'altra parte, quando i palloni sono molto alti, sono davvero tanto alti e ho troppo tempo per riflettere a che errore fare", scherza.

Tanti i momenti da cerchiare in rosso così come le amicizie cementate grazie allo sport: "È difficile sceglierne uno solo, ma uno dei momenti più significativi è sicuramente la vittoria della Coppa di Francia nel 2018 con Saint-Raphaël. Un altro ricordo importante è stato il Trofeo dell'Appennino Reggiano con la Nazionale nel 2014. Tuttavia, i miei ricordi più belli sono sempre legati alle persone che ho incontrato durante queste esperienze, più che ai successi in sè. Ho avuto la fortuna di giocare con tante persone che mi hanno insegnato moltissimo, sia dentro che fuori dal campo: da "mamma chioccia" Anza a Buki, passando per la "chongi" Natalia Valentin, alla determinazione di Caterina Sintoni, e la mia "psycho" Anna Mezzi, e tantissime altre. Tra le avversarie, probabilmente quella che mi ha lasciato più il segno è stata Nadia Centoni, un vero esempio di forza e talento. Rifarei tutto esattamente come è stato, dall'inizio alla fine. L'unica cosa a cui presterei più attenzione è ascoltare meglio il mio corpo e prendermi più cura di me stessa, soprattutto nei momenti di difficoltà fisica e mentale. Questo è un aspetto che avrei voluto gestire con maggiore consapevolezza".

Lo sguardo volge poi al presente: "Non sono mai stata una grande sognatrice; ho sempre preferito concentrarmi su obiettivi concreti e realizzabili. Attualmente, il mio principale desiderio è ritrovare serenità nel gioco e vivere la vita appieno, come si dice in francese, "croquer la vie à pleins dents". A livello collettivo, vogliamo dimostrare, giorno dopo giorno, che l'Issa Novara merita di essere in questa categoria. Il resto lo lascio fare al tempo, essendo molto scaramantica". Briosa, trascinatrice, empatica: Charlotte è pronta con le sue doti tecniche ed umane a mettere la sua firma d'autrice su una stagione da ricordare. 

 

Davide Maddaluno - Sport -

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