In un’epoca di rivalsa dell’autoritarismo e del conservatorismo è difficile incastrare il risultato elettorale ottenuto in Sri Lanka. Il nuovo presidente è infatti Anura Kumara Dissanayake, leader del partito "Potere popolare nazionale", deciso a lottare contro la corruzione che investe le cariche pubbliche e a sviluppare il suo paese, permettendogli di uscire dalla più grande crisi mai affrontata.
Lo Sri Lanka è un Paese del subcontinente indiano, facente parte del Commonwealth e organizzato come una repubblica semipresidenziale. Il paese è sempre stato economicamente fragile, potendo contare solo sull’esportazioni di materie prime, per lo più tessili. Sebbene lo Sri Lanka sia da tempo il paese del sud asiatico con il PIL più elevato, da circa vent’anni grossi fenomeni di corruzione hanno intaccato l’operato del partito socialdemocratico (maggioranza di governo durante lo stesso periodo), avvicinandolo all’operato del Partito Nazionale Unito, oppositore di centro-destra. L’intesa di corruzione e malagestione ha portato il paese in bancarotta, venendo salvato dal fondo monetario internazionale con un prestito da 2,9 miliardi di dollari. La situazione fu talmente tesa che il presidente eletto fuggì via dal paese e venne eletto un sostituto ad interim, il quale non riuscì a limitare del tutto i danni. Nelle ultime elezioni, in risposta al clima fortemente anti-establishment che si è venuto a creare, Anura Kumara Dissanayake ha trionfato con la sua coalizione d’opposizione Potere popolare nazionale. Questa coalizione, che non ha mai governato il paese da quando ottenne l’indipendenza nel 2009, si pone come una ventata d’aria fresca nei confronti del popolo, che la ha favorita per merito della sua aspra campagna contro la corruzione dei grandi partiti del paese. Il terremoto politico del paese non è ancora finito, visto che il partito dell’ex-presidente ha ancora la maggioranza in parlamento, in netto contrasto con l’attuale presidente. È già stato annunciato che, per colmare la discrepanza fra parlamento e presidente, si terranno elezioni parlamentari anticipate a novembre.
Anura Kumara Dissanayake era un candidato inaspettato poiché leader del partito più a sinistra del paese. È difficile, nel nostro tempo, immaginarci come un leader apertamente marxista-leninista possa trionfare a delle elezioni democratiche ed invece è successo. AKD, ex guerrigliero nella guerra civile, ha ora in mano il paese con lo scopo principale di ripulirlo dalle macchie di cui è tutt’ora pregno. Nel suo discorso inaugurale, il nuovo presidente – oltre a ribadire la sua lotta alla corruzione – fissa come punto principale della sua agenda quello di dare una stabilità al paese, andando oltre la guida poco ragionata dei suoi predecessori. Si propone quindi di ridiscutere i termini del prestito con la FMI, allo scopo di non gravare sui cittadini privatizzando settori essenziali della vita pubblica dello Sri Lanka.
I piani sono ambiziosi e solo il futuro ci saprà dire se il neo eletto presidente riuscirà a far fronte non solo alle aspettative, ma alle bassissime condizioni materiali che attanagliano il suo paese.
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