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di Massimiliano Catapano

La comunità di Salerno ed un'intera generazione ha perso un frammento significativo con la scomparsa di Sergio Gisolfi, l'anima gentile del bar Nettuno. Era il volto familiare che accoglieva ogni cliente con un sorriso e un gelato su misura. Sergio non era solo un gelataio, ma un amico, un confidente, sempre pronto a soddisfare i desideri dei suoi avventori. Era noto per la sua memoria straordinaria: ricordava i gusti preferiti di tutti. Le maxi coppe di gelato per l'avvocato Michele Tedesco, i coni di frutta per i membri della compagnia serale che spesso si trasformava in notturna. Sergio non era semplicemente un fornitore di dolcezza, ma un punto di riferimento nel quartiere, una presenza costante e rassicurante.

La notizia della sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile tra i suoi colleghi, che lo hanno voluto omaggiare con una lettera toccante. "Essere colleghi significa trascorrere più tempo insieme che con le proprie famiglie, e così si diventa inevitabilmente fratelli. Tu, Sergio, sei stato un fratello per tutti noi", si legge nel commovente messaggio. La lettera prosegue sottolineando come abbiano condiviso tutto: dalla stanchezza e le tensioni lavorative, alle risate e le battute ironiche che rendevano le giornate più leggere. Sergio sopportava anche i rimproveri per le sue troppe sigarette, ma era una costante nel quotidiano di tutti, proprio come un vero fratello.

"I tuoi colleghi non dimenticheranno mai il tuo amore per la vita, il tuo entusiasmo nel goderti le piccole e grandi gioie quotidiane," continua la lettera. "Grazie per essere stato un fratello e per continuare a vivere nei nostri cuori per sempre".A firmare questa testimonianza di affetto sono i suoi "fratelli" di lavoro: Nando, Andrea, Salvatore, Luca, Rocco, Dario, Antonio e Antonio G. La comunità del bar Nettuno piange la perdita di Sergio Gisolfi, un uomo che ha fatto della sua passione per il gelato un mezzo per creare legami profondi e duraturi con chiunque avesse il piacere di incontrarlo. Oggi, il suo ricordo continua a vivere nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.