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di Massimiliano Catapano

Un tragico episodio di violenza si è consumato nella casa circondariale di Salerno, dove un detenuto di origine magrebina ha aggredito e sgozzato un connazionale con una lametta. L'omicidio è avvenuto giovedì sera, al culmine di una lite furiosa tra i due uomini. La vittima, un trentenne, è stata colpita con una lama ricavata da una lametta Bic dal suo aggressore, un giovane di 24 anni. Nonostante il tempestivo intervento degli agenti della polizia penitenziaria, che sono riusciti a bloccare l'aggressore, per il ferito non c'è stato nulla da fare: trasportato d'urgenza all'ospedale di Salerno, è deceduto questa mattina.

Questo drammatico evento ha riportato alla ribalta le gravi problematiche che affliggono il sistema carcerario di Salerno. I segretari del sindacato di polizia penitenziaria Uspp, Auricchio e Del Sorbo, hanno espresso profondo rammarico e preoccupazione per la situazione. "In questo marasma generale - hanno dichiarato - a farne le spese sono i poliziotti penitenziari, lasciati soli, in un silenzio assordante, senza strumenti idonei. Come sindacato abbiamo più volte denunciato il sovraffollamento del carcere di Salerno, che ha il tasso più elevato in regione, oltre a una carenza di organico che si attesta sulle 70 unità di personale di polizia penitenziaria".

Nonostante le gravi difficoltà, il personale di Salerno riesce a garantire l'ordine e la sicurezza interna con enormi sacrifici. Tuttavia, come sottolineano i sindacalisti, "in queste condizioni estremamente precarie, di degrado, sovraffollamento e complessità dell’utenza, alcune tragedie non sono altro che cronaca di morti e gravi eventi critici più volte annunciati". Questo ennesimo episodio di violenza richiama l'attenzione sulla necessità di interventi urgenti e strutturali per migliorare le condizioni di vita e di lavoro all'interno del sistema penitenziario, garantendo al contempo la sicurezza di tutti gli attori coinvolti.