Un'esperienza di cui far tesoro ed andare fieri, a prescindere da come sia finita. E' pronto ad una nuova avventura il rampante tecnico salernitano Jacopo Leone, reduce da un campionato e mezzo di Eccellenza alla guida del Salernum Baronissi ad appena 36 anni. Una escalation continua quella di Leone, partito dalla Juniores dell'Atletico Per Niente a cui è legato da ricordi calcistici ed extracalcistici indelebili, per poi proseguire vincendo un campionato Allievi con l'Assocalcio Terzo Tempo e continuando svezzando talenti all'F6 (tra tutti l'attuale attaccante della Primavera del Palermo ed ex Lazio Ivanoe Sessa), nelle giovanili della Salernitana e al Giffoni Sei Casali prima di approdare nel club di patron La Marca allenando in primis la Juniores: "Una squadra che ho costruito io, volutamente sotto età, per far sì che i ragazzi si trovassero pronti ad affrontare nel modo più opportuno i campionati dei grandi. E' stato il primo passo di un percorso, quello al Salernum, che porterò sempre nel cuore. Sono grato alla società per aver investito su di me quale allenatore più giovane della categoria ed avermi dato modo di mettere in pratica le mie idee. Abbiamo svolto sedute di allenamento avvalendoci del drone per registrare i movimenti e mostrarli in video ai ragazzi, fatto sedute di studio dell'avversario attraverso filmati ad hoc: ciò che abbiamo espresso in campo ha alle spalle una preparazione metodica e gli apprezzamenti per il tipo di gioco prodotto mi inorgogliscono".
La linea verde è sempre stata alla base del triennio in bluorange: "I giovani bravi ci sono e vanno messi in condizione di poter esprimere il proprio talento senza badare troppo a regole e vincoli. Dall'anno scorso fino alla mia ultima partita spesso e volentieri siamo scesi in campo con 4/5 under e dato filo da torcere a squadroni infarciti di elementi navigati e trascorsi importanti. Il premio di valorizzazione a fine anno è stata la ciliegina sulla torta. Quest'anno poi si sono messi di traverso fattori contingenti: non voglio neanche parlare degli arbitraggi ma basta guardare il calendario, eccezion fatta per il Castel San Giorgio abbiamo sfidato tutte le pretendenti a promozione e play-off perdendo per un episodio con la Sarnese e pareggiando con la Scafatese, affrontandola tre volte nel giro di 15 giorni tra campionato e Coppa. Terminare anzitempo un'avventura fa parte del gioco e va accettata, traendo sempre gli spunti adatti per migliorarsi".
Il mister aggiunge: "Per me è fondamentale che calciatori di esperienza diano una mano ai giovani per emergere. Ho avuto la fortuna di allenare calciatori come Santonicola, Cammarota e altri che si sono comportati da veri leader nei confronti dei giovani. Purtroppo non è sempre così dato che alcuni calciatori anche con trascorsi importanti tendono a guardare i giovani con particolare distacco e ciò mi dispiace".
Una vita nel pallone così come le prospettive: "Ho scelto questo percorso, consapevole delle difficoltà, e non intendo rinunciarvi per nulla al mondo. Ovviamente non potrò allenare nello stesso girone d'Eccellenza ma mi guardo intorno se dovesse spuntare qualche discorso non campato in aria ma con le giuste credenziali per ripartire. Nel frattempo continuo a lavorare su me stesso, mi aggiorno (attualmente sto seguendo dei corsi con Emilio De Leo, storico vice di Sinisa Mihajlovi?), mangio pane e pallone studiando lingue, guardando partite dai professionisti ai settori giovanili ed implementando anche attività già svolte come quella del match analyst. Mi farebbe piacere essere a capo di un progetto sovrintendo tutta l'area tecnica, non focalizzato solo sul lavoro di campo e sulla sola prima squadra. Non vedo l'ora di ripartire per una nuova e stimolante sfida". Il Leone è solo metaforicamente in gabbia e già pronto a ruggire sempre più forte.
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