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di Massimiliano Catapano

La maxi inchiesta sulla corruzione nel settore delle case popolari a Salerno si è conclusa recentemente, portando all'iscrizione di 30 persone nel registro degli indagati. Questo scandalo, che ha coinvolto ex dipendenti di enti di gestione immobiliare e inquilini, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla correttezza e trasparenza nella distribuzione di alloggi pubblici. La Procura di Salerno ha focalizzato le indagini su presunte irregolarità nell'assegnazione di case popolari. Secondo le accuse, funzionari e inquilini avrebbero partecipato a un sistema di corruzione che includeva il pagamento di mazzette per ottenere alloggi, evitare il pagamento di morosità pendenti, e persino per l'acquisizione di immobili con l'uso di documenti falsi.

Tra i principali indagati figurano Giovanni Scafuro, ex responsabile dell'Unità Operativa Complessa Inquilinato dell’Acer, Pasquale Petrillo, ex dipendente Iacp Salerno, e Armando Del Giorno, accusati di corruzione, falso in atto pubblico e accesso abusivo a sistema informativo. Le accuse nei loro confronti includono la partecipazione attiva in atti di corruzione e la manipolazione di processi ufficiali per favorire l'assegnazione degli alloggi.

Le indagini hanno portato al sequestro di numerosi immobili situati in diverse città della regione, tra cui Salerno, Cava de' Tirreni, Nocera Inferiore, e altri. Questi sequestri rappresentano un tentativo di limitare ulteriori abusi e di ripristinare la legittimità nelle procedure di assegnazione delle case popolari. Ora, con l'avvio della fase di conclusione delle indagini, gli indagati avranno la possibilità di presentare ricorsi e richiedere interrogatori per difendere le proprie posizioni. Questo caso mette in luce la necessità di maggiori controlli e trasparenza nell'amministrazione degli alloggi pubblici, per garantire che siano assegnati equamente e senza interferenze illecite.