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di Massimiliano Catapano

La Corte di Cassazione ha recentemente confermato la sentenza d'appello, condannando Vincenzo Starita, noto come 'a Strega', a 12 anni e otto mesi di reclusione. Starita, 43 anni, originario di Pompei e residente a Scafati, è stato ritenuto colpevole di associazione finalizzata allo spaccio di droga nelle aree di Salerno, Scafati ed i paesi vesuviani. L'imputato è stato coinvolto nell'importazione e distribuzione di significative quantità di hashish. Il caso di Starita ha evidenziato l'esistenza di un'organizzazione criminale dedicata al traffico di droghe, in particolare hashish e cocaina, tra il novembre 2017 e il giugno 2018. Starita, riconosciuto come l'organizzatore principale, è stato accusato di gestire personalmente l'acquisto e la distribuzione di circa 1.133 chilogrammi di hashish e 11 chilogrammi di cocaina. La sua attività criminale includeva l'importazione di droga dall'estero e la gestione dell'attività di spaccio.

Parallelamente, Alberto Sassolino, 41enne napoletano, affronterà un nuovo processo di appello. La sentenza precedente è stata messa in discussione poiché non ha fornito una risposta adeguata alle osservazioni presentate da Sassolino. La sua partecipazione all'associazione criminale era stata inizialmente stabilita basandosi su intercettazioni registrate tra aprile e luglio 2018, nonché su un singolo reato commesso. Tuttavia, si è ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per dimostrare il suo ruolo all'interno del gruppo.

Queste decisioni della Corte di Cassazione segnano un importante passo avanti nella lotta contro il traffico di droghe in Italia, sottolineando l'impegno delle autorità nel perseguire e condannare i responsabili di tali attività criminali. Il nuovo processo per Sassolino si preannuncia come un ulteriore approfondimento nella comprensione e nel trattamento di casi simili di associazione criminale.