di Massimiliano Catapano
Nel pieno della stagione di raccolta e produzione dei vini, i Carabinieri per la Tutela della Salute hanno avviato una vasta campagna di controllo nel settore della produzione e commercializzazione dei vini. L'obiettivo principale era garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti, preservando così gli interessi dei consumatori e degli onesti imprenditori che operano con correttezza nel settore vinicolo. Nel mese di settembre, è stato implementato un piano di verifiche su scala nazionale, che ha rappresentato un'accelerazione delle consuete ispezioni condotte dai Nas in questo settore specifico. L'attenzione è stata rivolta soprattutto alla verifica di pratiche di vinificazione illegali o dannose per la salute.Nei territori di Salerno, Avellino e Benevento, i Carabinieri dei NAS di Salerno hanno eseguito ventiquattro ispezioni, con il 25% di esse risultate "non conformi". Tale percentuale è stata influenzata dalle modalità di selezione degli obiettivi, concentrati su quelli di maggiore interesse operativo.Come risultato delle irregolarità riscontrate, sei operatori del settore vinicolo sono stati segnalati all'Autorità Sanitaria e Amministrativa, e sono state contestate tre violazioni amministrative per un ammontare totale di 4.500 euro. È emerso che sei aziende presentavano carenze igienico-strutturali nelle loro sedi produttive. Inoltre, sono stati individuati prodotti vinosi privi di tracciabilità e non censiti nei registri di giacenza della cantina, portando al sequestro di circa 500 litri di prodotto già trasformato in vino.
Il valore commerciale totale della struttura sospesa e dei prodotti sottoposti a sequestro amministrativo è stato stimato rispettivamente in 500.000 e 2.000 euro. Tutte le attività della filiera, dalla produzione all'imbottigliamento e al commercio di alcolici e vino, dove sono state rilevate criticità, sono situate nella provincia di Salerno. Particolarmente significativo è il caso di un'azienda vinicola, dove sono stati sequestrati 360 litri di vino bianco e rosso, privi delle necessarie indicazioni di tracciabilità, e sono state constatate gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali. Tali problematiche sono state prontamente segnalate all'Asl competente, che ha emesso un provvedimento di sospensione dell'attività, in attesa della risoluzione delle criticità. In un'altra attività, è stata riscontrata la presenza di diciannove botti da 500 litri, non riportate nella planimetria vinaria. Ciò ha reso necessario coinvolgere l'Ispettorato Centrale Repressioni Frodi per valutare l'eventuale irrogazione di una sanzione amministrativa.Nelle altre attività sono state riscontrate, a vario titolo, lievi criticità, come il mancato aggiornamento delle procedure di autocontrollo aziendale, carenze di pulizia straordinaria, mancanza di idonei spogliatoi e servizi igienici. Questi elementi hanno portato all'adozione di provvedimenti di diffida. Questa operazione dei Carabinieri per la Tutela della Salute ha messo in luce l'importanza di garantire la legalità e la sicurezza nel settore vinicolo, proteggendo sia i consumatori che gli onesti imprenditori della filiera. La stretta sui controlli rappresenta un passo significativo verso la salvaguardia di un patrimonio enologico di qualità e autenticità.
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