Una richiesta di rito abbreviato condizionato, al fine d’ottenere uno sconto sulla pena. L’ha avanzata la difesa del 15enne di Pontecagnano Faiano, figlio di Mariabarbara Vacchiano e Damiano Noschese, a processo con l’accusa d’aver preso parte - addirittura in prima persona - al macabro assassinio di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese che avrebbe esalato l’ultimo respiro a marzo dello scorso anno all’esito dell’infinita scia di sevizie in quella prigione ch’era divenuta per lei la casa popolare al civico 24 di via Verdi di Pontecagnano Faiano. Ieri mattina, davanti a Giovan Francesco Fiore, giudice del Tribunale per i minorenni di Salerno, ha preso il via la discussione sull’istanza avanzata da Pierluigi Spadafora, avvocato del minore, detenuto all’Ipm di Nisida, al quale - su richiesta del procuratore Patrizia Imperato, accolta dal Gip Piero Avallone - era stato notificato il decreto per il processo immediato. La prima udienza dibattimentale era prevista per dicembre, ma potrebbe saltare laddove venisse accolta l’istanza avanzata dalla difesa del 15enne. Un rito abbreviato - che prevede come premialità lo sconto d’un terzo sulla pena - condizionato all’escussione di due testi e all’acquisizione di due perizie, una psichiatrica (le problematiche del giovanissimo pontecagnanese sarebbero certificate ai sensi della legge 104), l’altra del famigerato labiale («Amm affucat’», frutto della decifrazione del labiale del minorenne, nella videoconfessione choc, senz’audio, alla sorella Annamaria Vacchiano, che poi è stata consegnata agli inquirenti).
FONTE: La Città
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