"In mezzo ai giovani sto una bomba, avete un sacco di cose da donarci". Laura Adriani riceve il Giffoni Talent Award, incassa gli applausi della sala Truffaut e suscita l’entusiasmo dei giffoner. Per l’attrice - volto, tra l’altro, de I Cesaroni, Che Dio ci aiuti, A casa tutti bene, Solo per Amore, Squadra Mobile e Resta con me - fioccano le domande. E lei non delude. Al contrario, non smette di incitare i ragazzi a essere curiosi: "Curiosità. Ragazzi, io vi invito alla curiosità. Sempre". E tante sono le curiosità che l’attrice suscita. "Perchè ho scelto di fare l’attrice? Non ne ho idea. Me lo chiedo costantemente. - sospira - Un giorno, avevo nove anni, sono arrivate due insegnanti di recitazione nello stabilimento in cui andavo al mare. Mi hanno fatto recitare su un palco. E lì mi sono accorta che la gente rideva o piangeva. E allora ho detto ai miei genitori che volevo recitare". Ricorda di aver quindi iniziato "una scuola di recitazione a Ostia. Poi ho visto i bambini in tv e ho detto a mia madre che volevo recitare anche io in tv". Adriani racconta che, quando ha iniziato a lavorare, suo padre "aveva un po’ paura, quindi è stato con me sul set fino ai miei 18 anni. E - confessa - aveva ragione ad avere paura, perchè è un ambiente in cui bisogna fare attenzione: non tutti hanno la cura per un giovane ragazzo. Non ringrazierò mai abbastanza i miei genitori per la cura che hanno avuto per me".
Laura Adriani parla di sé e dell’amore per il suo mestiere: "La carriera di attrice cosa mi ha insegnato? A essere vera. Poi, è vero, indossiamo sempre delle maschere. Ma cercare di togliere le maschere superflue e arrivare alla verità è liberatorio". E confessa: "Per un film io farei tutto". E ancora: "Il nostro lavoro è bello perché mette tanto alla prova, porta a superare i propri limiti e a scoprire cose nuove. Vi auguro - insiste - di essere curiosi". Molti i riferimenti alle diverse esperienze sui diversi set. "Nella serie A casa tutti bene, lavorare con Gabriele Muccino è stato molto divertente. Ed è stato bello lavorare con il resto della troupe, ci volevamo bene". Quanto a I Cesaroni, "la mattina andavo a scuola e poi andavo a girare. Studiavo la sera, la notte, in macchina. Girare i Cesaroni è stato molto faticoso. Andare a scuola e lavorare, però mi ha formato tanto. Adesso ho tante energie anche grazie a quella esperienza".
Diverso è il caso di Che Dio ci aiuti: "Non mi sono impegnata tanto ed è stato il mio grande errore. Potevo fare molto di più. Quell’esperienza mi ha insegnato che, se accetto di fare un lavoro, lo devo fare bene". Non mancano i consigli, a iniziare, ancora una volta, dalla curiosità. Soprattutto, l’invito di Adriani per i ragazzi "è di seguire ciò che si ha dentro. Ognuno - afferma - è libero di fare quello che vuole nella vita, basta che non fa del male agli altri. Chi critica in maniera malevola è perché si sente in difetto per qualcosa. Io vi invito a seguire la vostra verità, a seguire quello che sentite, senza chiedere la conferma agli altri. Anche se sbagliate. Anzi, che Dio benedica gli errori!". Quindi, il saluto finale: "Vi auguro tanti momenti di vita. Ragazzi, buona vita. E Daje!".
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