Sette febbraio del 2022: allo stadio Arechi, per il monday night di serie A, va in scena Salernitana-Spezia. La formazione granata ancora allenata da Stefano Colantuono conquista un punto coi liguri, spinta dalla doppietta su punizione di Simone Verdi e riacciuffata da due rigori assegnati agli ospiti. Ma in quella stessa giornata, poco dopo ora di pranzo, si gioca un’altra partita che vede protagonista la Salernitana. Finora sconosciuta: il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, invia una Pec al procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, dopo aver ricevuto una segnalazione dal numero uno della Federcalcio, Gabriele Gravina. Nell’allegato c’è una relazione firmata da Susanna Isgrò e Paolo Bertoli. I loro nomi sono impressi nella mente di chi ha a cuore il cavalluccio marino: erano i due trustee chiamati a gestire quell’entità transitoria - il trust, appunto - in cui fu ficcata la Salernitana dopo la promozione in serie A per le regole sulla multiproprietà che impedivano (e ancora oggi impediscono) a uno stesso proprietario di avere due club nello stesso campionato. La soluzione adottata da Claudio Lotito e Marco Mezzaroma per garantire - non senza sofferenza - la prosecuzione dell’avventura nel calcio dell’ippocampo. Tempi bui che svanirono nella notte di San Silvestro del 2021 quando Danilo Iervolino - con la sua società Idi - completò l’acquisto del club e diede il via alla nuova era. Ma prima dell’acquisizione da parte di “mister Pegaso”, il marasma fu totale. Ed è per questo che Isgrò e Bertoli fecero la segnalazione a Gravina, passata al procuratore Chiné per poi trasmetterla alla Procura ordinaria nel giorno di Salernitana-Spezia 2-2: segnalare un possibile tentativo di truffa sull’acquisizione del club.
FONTE: La Città
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