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La Salernitana sfiora un'altra impresa Capitale, Sousa: "All'altezza con qualsiasi avversario". Mourinho: "Granata con atteggiamento da Champions"

23/05/2023

Dopo aver tirato un brutto scherzo alla Lazio, la Salernitana sfiora una nuova impresa nella Capitale (foto Us Salernitana). Prima Candreva e poi Dia mettono paura alla Roma finalista di Europa League, con tante seconde linee in campo, poi prima El Shaarawy e poi Matic nel finale inchiodano il punteggio sul 2-2 (da segnalare la rete annullata ad Ibanez in chiusura di primo tempo). "Abbiamo obbligato la Roma a cambiare struttura perché hanno capito che erano in difficoltà. - commenta a fine gara Paulo Sousa come ripreso da SalernitanaNews - Dobbiamo crescere come squadra, ma nel senso che dobbiamo mantenere il risultato e gestire la nostra continuità; ce la siamo giocata bene all’Olimpico in un campo che pressava molto con il tifo a favore dei nostri avversari, ma la mentalità è quella di provare sempre a vincere. Deve entrare nella testa dei giocatori, ovunque possiamo competere. Poi alla fine si può vincere e perdere, ma dobbiamo giocarcela sempre. Per consolidare la nostra mentalità non posso pensare di abbassare la concentrazione e il livello di gioco. Non c’è niente di meglio che competere contro le big per creare una cultura della vittoria. Oggi abbiamo preso due gol su calci piazzati, non diretti ma sulle seconde palle. Ci è mancata la concentrazione quando aveva la palla l’avversario. La Roma ha battitori straordinari e giocatori determinati e aggressivi che attaccano gli spazi, non è facile difendere e l’abbiamo fatto alla grande anche perché ci sono state delle carambole, anche questo ha influito. Loro lavorano questa fase del gioco e bisogna dare meriti agli avversari, era la seconda partita abbiamo difeso anche a zona e lo stiamo facendo anche abbastanza bene. La Roma in tutta la partita ha fatto cambi per alzare baricentro e noi non avevamo cambi per poter rinfrescare. I centrali della Roma sono molto forti sul gioco aereo non solo in verticale. Abbiamo lavorato su questi tagli, abbiamo creato la situazione per farli avanzare e trovare la profondità. Lassana sta diventando un giocatore molto importante non solo sugli anticipi ma anche nel gioco dei passaggi, ha visto Antonio e lo ha servito. Poco a poco tutti questi giocatori stanno capendo che possiamo avere uno sviluppo del gioco legato al possesso palla. Kastanos sta lavorando molto sulla capacità di mantenere la concentrazione su tutte le fasi del gioco. E’ una gioia per ogni allenatore visto che interpreta diversi ruoli".

Protagonista di un derby portoghese in panchina con Mou, il tecnico granata ha proseguito: "La nostra idea è quella di vincere le partite, voglio creare una cultura in questa squadra. L’inizio del processo non è stato facile, ho cercato di dare meno complessità possibile nel nostro reparto offensivo, giocare semplice e arrivare in area il più possibile. In questa rosa abbiamo attaccanti forti che possono essere alimentati anche con la costruzione dal basso. Non volevo togliere fiducia a nessuno, dare un’opportunità a tutti e piano piano noto la crescita della squadra e la capacità di competere con tutti. Con l’Inter abbiamo pareggiato ma potevamo perdere, così anche altre. Qualcun’altra potevamo vincerla perché abbiamo creato di più. Con un pizzico di determinazione individuale potevamo fare più punti. Il potenziale c’è ma in qualsiasi club servono infrastrutture, dipartimenti professionali. Non esistono solo i giocatori ma serve tutta una base. Più che pensare alla parte sinistra della classifica serve pensare a un modello di gioco per costruire qualcosa di solido. Io cerco di dare il mio contributo. Trattenere i gioielli in vetrina? Dobbiamo aiutarli a crescere dentro il nostro modello di gioco, sulla crescita del modello crescono i giocatori, sono tutti sempre molto disponibili nel percepire tempi, spazi e capacità di intesa tra loro. Non penso alla loro partenza ma solo alla loro crescita e i margini ci sono ancora. Soprattutto in trasferta dobbiamo essere capaci di controllare il gioco. La rissa finale? Si affrontavano due squadre che volevano vincere, è stato un momento in cui potevamo fare un importante contropiede, Zalewski ha fatto un brutto fallo, era l’unica possibilità di bloccare Dia. Menomale che non si è andati oltre, poi si sono abbracciati in campo e questa è la bellezza del calcio: c’è l’emotività ma poi dobbiamo comprendere che finisce lì. Dopo il ko del ritorno con la Lazio ho detto che non dovevamo aspettare la tifoseria ma avvicinarli per creare la chimica. Nelle partite che ho visto dei granata prima di diventare allenatore la tifoseria aveva risposto sempre presente. Abbiamo bisogno di avere sempre controllo emozionale, educarci ed educare a potenziare il futuro".

Ancora un super goal per Antonio Candreva: "Abbiamo fatto una grande prova contro una squadra forte. Siamo venuti qui a giocarci la nostra partita con umiltà ed entusiasmo al di là del gol personale è stata una grande prestazione di collettivo. In Serie A con tutte le squadre si soffre, a maggior ragione contro una squadra come la Roma. Siamo felici di aver fatto questo punto. Per crescere ancora dobbiamo impegnarci, dipende da noi. Dobbiamo migliorarci, crescere, allenarci e giocare con continuità con gli stessi. Adesso pensiamo a chiudere nel migliore dei modi con le ultime partite, a cominciare da quella di sabato con l’Udinese. Come giudico il mio goal? Direi nei primi 10 della mia carriera".

Spazio anche a Pasquale Mazzocchi, pre-convocato da Mancini per la Nations League: "Sicuramente le sensazioni sono positive, dovevamo dare un segnale di crescita e secondo me oggi ci siamo riusciti. Abbiamo dimostrato di essere un gruppo, una squadra e questo durante la partita ha pagato. Negli ultimi dieci minuti siamo stati compatti anche nella sofferenza e abbiamo portato un risultato positivo a casa. E’ sempre il gruppo che fa la differenza, quando c’è la squadra poi vengono fuori le nostre giocate. Purtroppo è stata una stagione altalenante, ho avuto un infortunio piuttosto serio e adesso sto ritrovando la mia condizione migliore. Penso che il nostro obiettivo debba essere innanzitutto la salvezza, poi se durante la stagione possiamo alzare l’asticella sicuramente ci proveremo ma dobbiamo essere focalizzati sulla salvezza".

In casa giallorossa laconico Josè Mourinho, a 13 anni di distanza esatti dalla vittoriosa finale di Champions League con la sua Inter contro il Bayern Monaco: "Non abbiamo fatto un primo tempo con intensità, voglia e concentrazione. Probabilmente ho fatto troppi cambi di formazione, ma la situazione non è semplice. Abbiamo una finale da giocare e tanti calciatori sono stanchi. C’erano dei cambi obbligati. Non è una gestione semplice. La Salernitana ha giocato come in una finale di Champions, questo mi è piaciuto. Non è il risultato che volevamo ma è andata così. Ora mancano due partite e soprattutto la finale. La penalizzazione della Juve con due partite da giocare è una situazione assurda. L’approccio sarebbe stato diverso se lo avessimo saputo prima. Mi dispiace per Allegri e i suoi calciatori, è una situazione che ha penalizzato il campionato e ha cambiato gli scenari. Con la Fiorentina farò dei cambi, giocheremo seriamente". 

Queste, invece, le considerazioni del faraone Stephan El Shaarawy: "Sono contento di essere tornato e di aver ritrovato il gol anche se non è servito a far vincere la partita. La Champions dovrebbe passare anche dal campionato. Con la Salernitana era una grande occasione, adesso la corsa si fa più complicata. Avevamo l’occasione per agganciare il Milan ma così non è stato. La vittoria in coppa renderebbe tutto più semplice. Non dobbiamo buttarci più, senza mollare. Mourinho ti motiva in una maniera incredibile, riesce a entrarti dentro e ha una grande empatia con tutti, anche con lo staff. Ha la capacità di unire tutti e far dare il massimo. Quello che è successo soprattutto lo scorso anno, siamo riusciti a creare un’atmosfera magica anche col pubblico. Da qui alla fine non molleremo di un centimetro e cercheremo di fare la storia". 

 

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