Nella terra di nessuno, in via Bosco I, alle porte d’una delle svariate fabbriche incenerite di Battipaglia, nel cuore insanguinato della zona industriale, il bellizzese Luigi Picariello, 23 anni, era andato a rubare del rame. Un errore, sì, ma che non meritava uno spropositato dazio come la fine della vita. E che da solo non può racchiudere tutti i sogni e le speranze riposte in un giovane cuore folgorato che ha smesso di battere poco dopo le 9 d’un martedì mattina, alle idi d’un maggio piovoso, crudele e beffardo. Luigi era con uno dei cognati. I due sono arrivati alle porte della fu “Mgm”, vecchia fabbrica al civico 11 di via Bosco I, un tempo dedita al recupero degli pneumatici fuori uso, bruciata all’alba di settembre 2019 (fu il rogo che indusse la sindaca Cecilia Francese a bloccare poco più d’un giorno l’ex Stir di Battipaglia) in uno dei tanti incendi che hanno messo a ferro e fuoco la Piana del Sele. All’esterno dell’opificio, dismesso e mai risanato, c’è una cabina di "E-Distribuzione": i due l’hanno aperta ed hanno scassinato una centralina. Poi Luigi - che calzava degli scarponi antinfortunistica - ha toccato i cavi: il contatto (con ogni probabilità unito all’acqua delle copiose piogge) ha fatto il resto. Il giovane, felpa arancione e vecchi jeans, è rimasto inerte a terra.
FONTE: La Città
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