Poco più di 40 anni di reclusione. Totale delle pene inflitte a Carmine Pecoraro, Biagio Parisi, Paolo Maggio (otto anni e sei mesi ciascuno), Antonio Di Benedetto e Gerardo Albero (per gli ultimi due sette anni e quattro mesi a testa), divenute definitive, a ben due decenni dai fatti contestati, con la bocciatura dei ricorsi proposti dai cinque (assistiti dagli avvocati Giuseppe Russo e Paolo Vocca) sentenziata dai giudici del Primo collegio della Seconda sezione penale della Corte di Cassazione. Quella ai danni del titolare del Number One (fu circolo ricreativo di via Calatafimi) fu un’estorsione aggravata dal fine d’agevolare un’associazione mafiosa. Di preciso il clan camorristico capeggiato dai boss Biagio Giffoni (oggi al 41-bis) e Bruno Noschese (deceduto nel 2017), al tempo (i fatti risalgono addirittura al periodo tra la fine del 2002 e l’alba del 2003) latitanti in Spagna. Gli Ermellini hanno confermato la sentenza emessa ad aprile scorso dalle toghe della Corte d’appello di Salerno - che neppure avevano scalfito quanto deciso (nel 2019, a 16 anni dai reati) dai giudici di primo grado - e le condanne inflitte ai cinque sono diventate definitive. Pure se qualcuno, nel frattempo, ha radicalmente cambiato vita.
FONTE: La Città
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