"In un anno il dolore è triplicato". Parola straziata d’un fratello che non può più riabbracciare l’amata sorella. Anna Borsa non c’è più. Sono passati 12 mesi da quel terribile primo marzo del 2022 che cambiò per sempre Pontecagnano Faiano. Un anno fa, nel negozio di parrucchieri in via Tevere, dove lavorava, la giovane venne uccisa. Fu l’ex fidanzato, Alfredo Erra, a puntarle la pistola alla testa e a toglierle la vita con un solo colpo. Poi sparò - senza ammazzarlo - il nuovo ragazzo della ex e provò a scappare, ma dopo una strenua caccia all’uomo fu rintracciato in autostrada, nei pressi dell’area di servizio di San Mango Piemonte. Anna non c’è più. "Una perdita - racconta il fratello Enzo Borsa in un'intervista concessa al quotidiano "La Città" - che non riusciremo mai a colmare. Tutto parla ancora di lei, ogni cosa ci riporta al suo ricordo e per noi è come se non se ne fosse mai andata via. Anna aveva tutto il diritto di vivere, purtroppo non è andata così".
Il giovane artista salernitano continua: " Solo papà, mamma e io sappiamo quello che stiamo passando. Le nostre giornate non sono più le stesse. Ci facciamo forza a vicenda per superare questa enorme perdita. Un dolore che i mesi trascorsi da quel terribile giorno non hanno mai attutito. Senza Anna siamo persi perché tutto parla di lei. La nostra vita non ha più alcun senso se non quello di portare avanti delle battaglie in nome di mia sorella. Ho voluto che si inaugurasse un Centro antiviolenza intitolato ad Anna. Un progetto che mi ha visto d’accordo. Un punto di riferimento per tante donne vittime di violenza. Un approdo per quelle mogli e fidanzate che sono ostaggio di uomini senza scrupoli e che non riescono a trovare una via d’uscita al dramma che spesso vede coinvolti anche i figli. Questo mi dà la forza d’andare avanti. Pensare che la morte di mia sorella possa servire a salvare altre vite mi consente di dare ancora un senso alla mia esistenza e a quella dei miei genitori. Anna aiutava tutti, era generosa verso gli altri. E io voglio tendere una mano a chi ha bisogno di essere sostenuta ed accompagnata".
Intanto il processo giudiziario va avanti: "Su questo non voglio e non posso esprimermi. Voglio solo dire che i miei genitori ed io ci aspettiamo giustizia. Vorrei che la giustizia facesse la sua parte. L’iter farà il suo corso, ma chi ha ucciso mia sorella deve risponderne dinanzi alla legge. Una giovane donna strappata ai suoi cari ed ai suoi progetti di vita. C'è stata tolta la possibilità di vivere con Anna e a lei di vivere con noi. Per me non c’è perdono, ma chiediamo giustizia. Vorrei soltanto che il volto di Anna non compaia più accanto a quello della persona che le ha strappato la vita. Vederla in quelle foto ed immagini ci spezza il cuore ancora di più. Quella persona per noi non esiste e non ha niente a che vedere con Anna. Per questo lancio un appello in modo che si facciano scelte che tengano conto anche del nostro stato d’animo. Vederla e ricordarla così in tv e sui giornali ci addolora ancora di più".
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