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Eboli, file e caos in ospedale: nella rissa feriti medico e due infermieri

16/02/2023

Tre giorni di tensioni. File enormi al Pronto soccorso. Ieri è esplosa la violenza. Il bilancio è di tre feriti: un medico del 118 e due infermieri dell’ospedale. Sulla dinamica dei fatti indagano i Carabinieri di Eboli. A coordinare l’indagine è il capitano Giuseppe Dispenza. In ospedale ieri pomeriggio è arrivata una sua pattuglia. In Pronto soccorso c’erano anche i vigili urbani, per altri motivi. La scena di violenza è avvenuta sotto gli occhi di decine di testimoni oculari: «Un medico è stato colpito al naso e all’occhio. Gli hanno dato del ghiaccio. Si è coperto il viso. Era il medico del 118». Altri testimoni avrebbero visto un infermiere sanguinante all’interno del Pronto soccorso. Bocche cucite. Si indaga. Ad ampio raggio. Sentendo i protagonisti della lite. I testimoni presenti. Per arrivare poi a una conclusione. Da parte della Direzione sanitaria che indagherà sulle responsabilità dei dipendenti ospedalieri. Sull’atteggiamento del medico del 118, invece, ci sarà una seconda indagine. Da parte dell’Asl. Tra le due inchieste, c’è quella dei Carabinieri. La più importante. Che però è “frenata” dalle denunce. Senza le querele di parte, l’inchiesta si fermerà. Resterà il sangue, visto dai presenti. Stampato sul volto di due operatori sanitari. E resterà la tensione. Insostenibile. Di una fila biblica davanti al Pronto soccorso. Sabato scorso, gli infermieri l’avevano previsto. Si erano sfogati: «Non ce la facciamo più. I pazienti vengono portati qui dai medici nelle ambulanze del 118. Ma nei reparti non ci sono posti. E chi ne paga le conseguenze? Siamo noi. Che subiamo ingiurie e attacchi dalle famiglie dei malati».

Ieri, ennesima giornata di attese snervanti. Posti letto, sempre zero. Reparti chiusi, richieste di trasferimento a go go. Risposte dagli altri ospedali, tutte uguali. Tutti senza posti. Il tappo si crea a Eboli. All’ingresso del Pronto soccorso. Le ambulanze in fila. I pazienti a bordo. I medici che chiedono di “scaricare” il paziente. Di “dimetterlo” affidandolo all’ospedale. I medici del Pronto soccorso non hanno spazi. Ci sono già altri pazienti in fila, sulle sedie a rotelle, sulle barelle. Aspettano una collocazione, un ricovero. Un posto letto che non c’è. Le urla partono inevitabili. La pazienza evapora. Spesso si tratta di pazienti anziani. Con figli in età più che adulta. La pazienza si scioglie di fronte alla carenza di posti letto. Quando ti rispondono che i reparti sono pieni. E bisogna aspettare tanto. Non si sa quanto. Ma tanto. In uno scenario tesissimo, ieri pomeriggio, è iniziata la discussione. Tra un medico del 118 e due infermieri del Pronto soccorso. La discussione non è finita in maniera civile. È volato qualche schiaffo, qualche pugno. Lo scopriranno i Carabinieri nelle prossime ore cosa è realmente accaduto: «Noi eravamo lì per altri motivi, siamo arrivati subito dopo la lite” hanno spiegato gli agenti della polizia municipale. L’indagine penale è una, ovviamente. La porteranno avanti i militari di via Dalla Chiesa. I vigili erano in fila. Ad aspettare. E hanno aspettato a lungo anche loro. Nemmeno per loro c’è una corsia privilegiata ? Vito Sparano, segretario provinciale della Uil Fpl, dava la colpa all'accorpamento dei reparti. La versione non ha convinto tutti. Al Pronto soccorso puntano il dito contro l’ospedale di Battipaglia: «Ci mandano pazienti cardiopatici per i motivi più banali».

Solito astio di campanile? Questo i Carabinieri non lo scopriranno. Anche perché in un’indagine per lesioni aggravate, gli investigatori si occupano di altro. Alibi per gli ospedalieri ebolitani? La tensione, le lunghe file, i turni massacranti, i pochi medici in corsia. Ma la violenza non si giustifica mai. Chi ha iniziato prima, chi ha reagito in seconda battuta, è un altro dibattito che ha tenuto banco l’intero pomeriggio al Pronto soccorso. Molti testimoni oculari sono andati via. Lo stesso medico del 118 con il naso contuso e il viso sanguinante, ha preferito farsi curare altrove. Dove sia finito il paziente nell’ambulanza? Nel marasma di ieri non s’è capito. Resta l’episodio spiacevole. Che si potrebbe risolvere con le scuse reciproche, è il parere gandhiano di qualche operatore sanitario. Resta la pressione altissima per il personale del Pronto soccorso che visita, medica, controlla i pazienti ma poi non sa dove ricoverarli. I posti? Manca l’essenziale. Mancano i posti letto. E mentre i politici parlano di ospedale unico, senza accorgersi di quanti posti letto hanno perso gli ospedali di Eboli e Battipaglia, negli ultimi dieci anni, chi lavora al Pronto soccorso è costretto a subirsi ingiurie e parole grosse. Tante provocazioni, anche. Frasi offensive ogni dieci minuti. Che non giustificano reazioni violente. Ma che rendono il lavoro decisamente complicato.

FONTE: La Città

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