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Pontecagnano, filma modella in videochat poi diffonde video hot: chiesto rinvio a giudizio per noto professionista

26/01/2023

S’era spogliata durante una videochiamata a pagamento su Instagram in cambio di 50 euro ed una promessa: «Non registrerò nulla». E invece Sara (nome di fantasia), classe ’79, seguitissima – più di 150mila follower – fotomodella salernitana che vive a Pontecagnano Faiano, ha scoperto che quei filmati avevano fatto il giro dei social. Ha investigato via chat per poi presentare una dettagliata denuncia, corredata d’una corposa consulenza tecnica informatica e d’una valutazione psicodiagnostica sul proprio stato d’ansia e turbamento, agli agenti della Sezione della polizia postale e delle comunicazioni della Questura di Salerno. Le indagini si sono concluse nelle scorse settimane: il pm Morris Saba ha chiesto il rinvio a giudizio d’un notissimo professionista salernitano, Vittorio (altro nome di fantasia) pure lui 43enne, indagato per il reato di diffusione illecita di video sessualmente espliciti. Il 9 marzo l’imputato, difeso dal penalista Giuseppe Russo, dovrà comparire dinanzi al gup Gerardina Romaniello, che deciderà se l’uomo andrà o meno a processo. Tutto nasce da OnlyFans, social network dai contenuti assai liberi che ha conquistato il mondo (più di 170 milioni di utenti ed oltre 2 miliardi di dollari di fatturato) durante la pandemia: a settembre 2020 la 43enne salernitana, madre di due bimbe, ha aperto un account e, come tanti altri content creator, ha preso a scambiare foto e video privati con la propria fanbase, utenti che dispongono d’un abbonamento a pagamento che consente loro d’accedere a file multimediali speciali, spesso di carattere hot. Sara ha riscosso successo, tant’è che le hanno chiesto videochiamate private - sempre a pagamento - pure su WhatsApp e (una sola, a suo dire) su Instagram. Gli interlocutori interessati le versavano la cifra pattuita per mezzo d’una ricarica PayPal e assumevano un impegno: non avrebbero mai registrato il contenuto, a tutela della sua privacy.

Il 26 gennaio del 2021, però, un avvocato che pure utilizza OnlyFans ha contattato Sara e le ha riferito d’essere venuto in possesso di due frammenti d’un filmato in cui era nuda e d’averla riconosciuta: la fotomodella è riuscita a farseli inviare su WhatsApp. Erano estratti da una videochiamata privata (sarebbe l’unica) effettuata su Instagram. Il legale ha rivelato a Sara d’aver ottenuto il video da un conoscente su Messenger: «Lui mi ha inviato il video», le ha scritto in chat l’avvocato, che poi, tramite messaggistica istantanea, ha aiutato la fotomodella ad investigare sulla fonte del filmato. E di lì a qualche giorno le ha chiesto se «il tipo che ha fatto il video» (quello che, a insaputa della donna, avrebbe registrato il filmato diffuso in seguito, ndr) si chiamasse Alessandro. “Alex”: identità misteriosa. O forse no. Perché dopo aver appurato che quei filmati avevano preso a circolare, Sara ha inviato un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica associato all’account dell’unica persona con la quale, a suo dire, aveva avutto una videochat su Instagram . Indirizzo “ufficiale”, perché portava traccia della qualifica, del nome e del cognome di Vittorio, il professionista che rischia il processo. Solo che la risposta a quell’e-mail è misteriosamente arrivata da un altro indirizzo, e le generalità che precedevano la chiocciola facevano capo ad un certo “Alex” con un altro cognome ed un eloquente suffisso: “XXX”, acronimo che indica i contenuti spinti. All’indirizzo di quell’account Instagram, ad ogni modo, Sara avrebbe effettuato la videochiamata “rubata”, risalente al 15 dicembre del 2020.

Il professionista nei guai l’avrebbe pagata 50 euro. In quell’occasione l’interlocutore avrebbe rivelato alla fotomodella di chiamarsi effettivamente Vittorio (con annesso cognome), d’esercitare il lavoro per il quale è assai noto a Salerno e d’avere due figli, uno che frequentava l’asilo e l’altro che seguiva la didattica a distanza. In una nuova e-mail del 4 febbraio 2021, però il misterioso “Alex” avrebbe sostenuto di non chiamarsi Vittorio, di aver letto i messaggi dalla posta elettronica dell’amico professionista e d’aver utilizzato le credenziali di quest’ultimo per pagare. La sera successiva, il 5, ha detto d’aver chiesto all’amico di effettuare la ricarica perché lui non era in possesso d’una carta di credito. Il 6 mattina, infine, avrebbe nuovamente sostenuto d’aver pagato ad insaputa dell’amico. Di quel Vittorio che «ora però l’ha saputo e si è incazzato molto».  Alla fine Sara ha cercato il nome ed il cognome del professionista salernitano su Google: le è apparso un profilo LinkedIn - poi rimosso, ma intanto la fotomodella aveva già salvato l’immagine - con la foto di Vittorio. Lo stesso volto visto durante la videochiamata del 15 dicembre. Lo stesso volto dell’affermato professionista salernitano che il pm Saba vuole mandare a processo «perché, dopo aver realizzato registrazioni di filmati in cui la 43enne appariva in atteggiamenti sessualmente espliciti, diffondeva le immagini destinate a rimanere private senza il consenso della persona ritratta». Era Vittorio.

FONTE: La Città

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