Encefalopatia scambiata per un tumore al cervello, il Tribunale di Nocera Inferiore riconosce un risarcimento milionario ad un bambino e ai suoi familiari. L’Asl dovrà pagare 2.467.063 euro per «condotte negligenti ed imprudenti adottate dai sanitari» in servizio presso l’ospedale "Umberto I" di Nocera Inferiore. La vicenda risale a oltre dieci anni fa e vede protagonisti alcuni medici del Pronto soccorso e della Pediatria, che tuttavia non sono oggetto della condanna al risarcimento. Infatti, si legge nella sentenza del giudice Maria Troisi, «deve essere rigettata la domanda di manleva formulata nei confronti dei singoli sanitari da parte della Asl, non potendo essere ascritta loro alcuna responsabilità, in mancanza della prova, sulla scorta delle risultanze della consulenza tecnica, di specifiche condotte colpose in relazione alle diverse attività compiute dagli stessi». Il provvedimento del Tribunale nocerino ha dichiarato «l’Asl responsabile delle lesioni subite dal minore». Il bambino, che all’epoca aveva circa un anno, era stato portato al Pronto soccorso nocerino per un episodio febbrile. Dopo la prima visita era stato dimesso. Fu riportato dopo alcuni giorni nell’ospedale di viale San Francesco, accesso a cui seguì una nuova dimissione. Fu chiesto aiuto anche una terza volta, ma fu rimandato nuovamente a casa. Solo al quarto accesso al Pronto soccorso venne disposto il ricovero.
Da questo momento inizia il calvario della famiglia, con passaggi in diverse altre strutture sanitarie: dal "Santobono" di Napoli al "Bambino Gesù" di Roma. Secondo le osservazioni dei consulenti tecnici, un ricovero precoce avrebbe potuto evitare il peggio al bambino che ora è affetto da una disabilità gravissima: «Grave tetraparesi spastica, cecità di tipo centrale, grave compromissione delle funzioni cognitive che conformano il quadro di stato vegetativo, disfagia severa con possibilità di alimentazione esclusivamente tramite stomia gastrica, incontinenza degli sfinteri, grave scoliosi dorso-lombare, encefalopatia epilettogena», si legge nella sentenza. Il magistrato ha condannato l’Asl al «risarcimento del danno in favore degli attori (i genitori del minore, ndr), in proprio e quali esercenti la potestà genitoriale sul figlio, per il complessivo importo di 2.467.063 euro, importo calcolato all’attualità sul quale devono essere compiuti gli interessi legali sull’importo devalutato alla data del fatto e di anno in anno rivalutato fino al soddisfo, previa decurtazione dell’importo già versato a titolo di anticipo». Il Tribunale ha anche condannato l’Asl al pagamento delle spese processuali nei confronti dei ricorrenti per un importo di 46.988 euro. Un riconoscimento a sei zeri impugnato dinanzi alla Corte di Appello di Salerno. Tuttavia, l’Azienda sanitaria salernitana, «al fine di prevenire l’esecuzione in suo danno della sentenza», ha offerto alla famiglia 200mila euro in favore del minore, 100mila in favore di ciascun esercente la potestà genitoriale e 10mila in favore dell’avvocato difensore della famiglia. Si tratta di 400mila euro che serviranno a «sostenere le spese sanitarie occorrenti per il primo ricovero in America». Un acconto nel caso la sentenza di primo grado fosse confermata anche in Appello, che in caso contrario dovrà essere restituito all'Asl.
FONTE: La Città
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