È scappata in bagno a lavarsi la bocca, come se l’acqua ed il sapone potessero cancellare il ricordo d’un uomo sei volte più vecchio, che prima l’ha adescata servendosi d’un cane e poi l’ha stretta a sé, l’ha baciata e ribaciata e ha palpeggiato le sue parti intime. Violenza sessuale aggravata su una bimba di 11 anni: così un 66enne battipagliese - recidivo - è finito in carcere. Negli hard disk del pc - sequestrato - dell’uomo (difeso dal legale Gianpaolo Melchionda) gli investigatori hanno trovato filmati pedopornografici: «Disturbanti », li definisce Gerardina Romaniello, gip del tribunale di Salerno che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Gianpaolo Nuzzo. I cinque video mostrano «giovanissime» e «bambini in età pre-puberale». Anche Francesca (nome di fantasia), protagonista della storiaccia nel cuore del rione Turco, ha solo 11 anni. Una bimba, ma assai responsabile: ogni mattina alle 9,30 accompagna la sorellina di quattro anni alle materne del quartiere, a due passi da casa. Non bisogna neppure attraversare la strada, e la piccola ne va fiera: così aiuta la mamma. Pure in questo dannato 19 ottobre 2021, orribile spartiacque nella sua vita. C’è un prima e c’è un dopo. Il prima è una bimba di 11 anni che spinge la carrozzina con la sorellina verso l’asilo. Per strada incontra il 66enne che purtroppo non dimenticherà mai. Lo ha già visto: ha notato quell’uomo - che nel quartiere ha messo su un laboratorio di riparazione dei computer - per quel chow chow che « sembrava – riferirà la piccola in sede d’incidente probatorio - un leoncino. Ed era molto carino». È molto carino, quel cane: il 66enne lo tiene al guinzaglio in un’aiuola. Le piccole ci giocano: lo hanno già incrociato. «Solo un’altra volta - soggiungerà Francesca - ha insistito a farci entrare, c’era anche mia sorella (l’altra, ndr), e c’ha fatto dare dei croccantini al cane e poi c’ha fatto andare via». Sembra un anziano innocuo e affidabile, quello che pure il 19 ottobre - stando agli inquirenti - invita le piccole nel laboratorio per dar da mangiare al chow chow. Francesca acconsente: la sorellina adora il cucciolo. Solo che, nella bottega, alle spalle della carrozzina, l’uomo - per i pm - cinge l’11enne e la tira a sé. « Quanto sei carina, quanto sei bella», le frasi riportate nell’ordinanza. Francesca resta rigida, le braccia ferme lungo il corpo: è paralizzata. Il 66enne le abbassa la mascherina: « Quanto sei bella... non mi vuoi dare un bacetto?». Lei non fiata. «No, in bocca», continua lui. La stringe e le dà un bacio con la lingua. Francesca prova a divincolarsi. Invano. L’uomo la ribacia e fa scivolare la mano sulle parti intime della ragazzina, senza toglierle i vestiti. Poi le permette d’andare via. Francesca ha le lacrime agli occhi mentre sospinge la carrozzina alla materna. Poi scappa. Allunga il tragitto pur di non ripassar di lì: lui è alla porta, «come se aspettasse qualcuno, forse il suo rientro». Lei sputacchia: vuol tirare tutto fuori, liberarsi del disgusto e dell’acre odore di fumo. A casa si rintana in bagno: piange e si sciacqua la bocca. È sconvolta: la madre se ne accorge. E chiede. Francesca chiude la cameretta a chiave, come a voler lasciare il mondo fuori, e racconta tutto alla donna che la ama di più. La madre scende di casa: strilla all’uomo che lo denuncerà. Detto fatto: corre in caserma. I Carabinieri della locale Compagnia, diretta dal maggiore Vitantonio Sisto, prendono a cuore Francesca: sono militari e padri. Il 5 novembre, delegati dal pm, perquisiscono la casa ed il laboratorio del 66enne: sequestrano i suoi pc e viene fuori di tutto. L’uomo era già stato condannato per fatti analoghi, ma remoti. La bimba viene ascoltata. E l’11 febbraio è il giorno dell’incidente probatorio: le dichiarazioni sue e della madre? «Sincere, attendibili e riscontrate». L’avvocato del 66enne prova a saggiare la suggestionabilità e chiede di film e fiction: Francesca risponde che lei guarda solo qualche cartone con le sorelline e non usa telefoni o tablet se non con la supervisione dei genitori. Per la psicologa la piccola «è in grado di organizzare e riferire un ricordo in maniera adeguata». È credibile. E il gip dispone l’arresto dell’uomo: «La pregressa condanna, l’inganno per attirare la bimba e la detenzione di materiale pedopornografico sono indici di una sicura ripetizione di condotte analoghe». Il 5 agosto lo incarcerano: la misura è già stata convalidata.
FONTE: La Città
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