A Palazzo di Città ancora nessuno sa se mai arriveranno i fondi del “Salva città” e, comunque, il testo non sarà tramutato in legge prima dell’autunno. Quindi non resta che attenersi ai dati certi: il disavanzo è di 169,9 milioni; e per ripianare il debito (così come prevede il “Salva città”) l’Amministrazione mette in campo, nel Bilancio di previsione redatto dall’assessore Paola Adinolfi, interventi che impattano direttamente sulle tasche dei salernitani, soprattutto quelli in maggiori difficoltà economiche. A partire dal 2023, infatti, aumenterà l’aliquota Irpef e, soprattutto, cresce da subito il costo delle tariffe dei servizi a domanda individuale (mense e trasporto scolastico per prime). Come si legge nello schema del previsionale, “a seguito della sottoscrizione dell’accordo”, con una delibera di consiglio comunale si procederà, a partire dal 2023, a un incremento dell’addizionale comunale Irpef, in deroga al limite previsto, e di un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale per passeggero”. L’aumento dell’addizionale comunale Irpef sarà nella misura dello 0,1% nel 2023, dello 0,3% nel 2024 e nel 2025, dello 0,1% nel 2026, e un ritorno all’aliquota ordinaria a partire dal 2027. L’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale sarà di 1,50 euro a passeggero. Per ripianare il disavanzo, le prime misure già per quest’anno riguardano i servizi a domanda individuale. In attesa che si concluda la contrattazione del personale scolastico (per cui potrebbe essere in vista il rincaro delle rette scolastiche), l’Amministrazione comunale stabilisce l’aumento del costo di mense e trasporto scolastico. Si tratta, particolarmente in questo caso, di rincari che incidono parecchio sul bilancio delle famiglie con un Isee più basso. Il Decreto “Salva città”, infatti, impone l’incremento del tasso di copertura delle spese per i servizi a domanda individuale e, nello specifico, l’aumento - a partire dal 2022 - delle tariffe dei servizi mensa, “con previsione di copertura al 50% del costo del servizio”.
Tradotto, vuol dire che per la prima fascia che è stata ampliata (con Isee da 0 euro a 6 mila) resta il pagamento una tantum di 5 euro ma per la seconda fascia (da 6.001 a 9 mila euro) i costi per la mensa arrivano a 2,40 euro a pasto (da 0,50 centesimi), per la terza (con Isee da 9.001 a 15 mila euro) si pagheranno 3,30 euro (a fronte di 1,40 euro), per la quarta fascia (da 15.001 a 24 mila euro) la mensa costerà 4,40 euro (e non più 2,30 euro)e per la quinta (oltre 24 mila euro) il costo è di 5,72 euro (mentre finora era 3,4 euro). Non c’è più, invece, la sesta fascia. Stando ai calcoli contenuti nelle tabelle dello schema di Bilancio, il totale delle entrate del 2022 per gli asili nido è di 1.413.027 euro, mentre il totale delle spese ammonta a 2.764.534 euro, per cui c’è una differenza tra le entrate e le uscite di -1.351.507 (quindi in passivo). Per quanto riguarda il trasporto scolastico, invece, è stata stabilita una quota di iscrizione al servizio di 15 euro che ciascun utente è tenuto a corrispondere, indipendentemente dalla fascia di reddito. Per quanto riguarda, invece, il pagamento mensile del servizio sono state definite 4 fasce in base ai dati Isee: la prima (Isee fino a 6 mila euro) non verserà alcuna quota, la seconda (fino a 13 mila euro) 15 euro al mese, la terza (fino a 20 mila euro) paga 26 euro e la quarta (oltre 20 mila euro) 38 euro mensili. Rispetto agli interventi che possono essere spalmati oltre i cinque anni di consiliatura, sono previsti 10 anni per il recupero di 99.5 milioni per la ricostituzione del Fondo Anticipazione di Liquidità; 15 anni per ripianare 41,1 milioni derivanti dal maggiore disavanzo del Fondo crediti di dubbia esigibilità; 10 anni per sanare il disavanzo di 380.762 euro da cancellazione automatica dei crediti fino a 5 mila euro risultanti da carichi iscritti a ruolo dal 2000 al 2010. Comunque, restano 21,5 milioni di disavanzo di esercizio per cui “si dovrà procedere al ripiano nell’esercizio in corso di gestione e negli esercizi successivi non oltre la durata della consiliatura.
FONTE: La Città
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