Claudio Tringali, ex magistrato e assessore alla Sicurezza è orientato a trovare una soluzione come quelle dei dossi per costringere preventivamente auto e moto a moderare la velocità sul lungomare di Salerno: «Bisogna trovare soluzioni che evitino gli incidenti: sanzioni, telecamere e autovelox servono a poco». Lungomare Marconi, in particolare, è diventato il più pericoloso per i pedoni ma anche per i mezzi che la percorrono. L’incidente di venerdì scorso, dove ha trovato la morte il 22enne motociclista Luigi Ferruzzi n’è un esempio. «Occorrono sistemi che costringano le auto e le moto a non superare una certa velocità», specifica l’assessore. Un’apertura all’istallazione dei dossi, delle strisce pedonali rialzate, come da più parti proposte, tra queste anche da Ciro Aniello Pietrofesa, presidente provinciale dell’Anva. «Mi viene detto che non è possibile o comunque ci sono problemi per installare i dossi - afferma Tringali -. Ma in tante realtà, anche in provincia, sono installati: in alcuni comuni si possono mettere e in altri no? Una questione che approfondiremo». Molti dicono che sarebbero un pericolo per ciclisti e motociclisti: «Quindi per evitare che un ciclista possa eventualmente cadere, non utilizziamo soluzioni che obblighino a ridurre drasticamente la velocità preventivamente? si chiede l’assessore-. Vedremo...». Anche il sistema di videosorveglianza in città è un problema. «È un altro settore a cui bisogna mettere mano. In città ci sono 238 telecamere. Molte sono datate, altre non si sa se funzionino e in che modo. C’è bisogno di installarne ad alta definizione e orientabili da remoto, occorre un servizio di manutenzione che le tenga efficienti. Il servizio informativo del Comune non è riuscito a farlo finora. È un altro problema di cui continuerò ad occuparmi dopo che da mesi sto cercando di ricostruire la situazione attuale». Tra quelle per le quali bisogna accertare l’effettivo funzionamento c’è la telecamera sopra l’ingresso del parcheggio alle spalle della caserma Angelucci, dove è avvenuto l’incidente nel quale è morto Ferruzzi.
La sicurezza urbana anche nel settore della mobilità è un concetto molto ampio. Si parla anche di evitare l’ingresso dalle corsie del lungomare che provengono dal centro all’interno del parcheggio, per evitare di tagliare la strada alle moto e alle auto che sono in accelerazione ripartendo dal semaforo all’angolo tra via Mantegna e lungomare Marconi. I mezzi che ripartono da questo semaforo si trovano di fronte una strada vuota e quindi accelerano ben oltre i 50 chilometri l’ora. Il cartello di controllo elettronico della velocità pur installato non dissuade nessuno da spingere sull’acceleratore. «Tutte le soluzioni si riducono a un problema di fondi disponibili per realizzare gli interventi», precisa Tringali. Sono passate poche ore dalla morte di Ferruzzi e all’incrocio tra via Mantegna e lungomare Marconi (solitamente chiamato “quello del bar Marconi”) non si fa altro che parlare di quest’incidente. Tra ricostruzioni fantasiose, parole in libertà, ricordi di sinistri precedenti, giovani o anziani tutti dimostrano di essere stati colpiti dalla tragedia accaduta a un centinaio di metri. Un commozione tale da far ricordare che questa mattina alle 9.30 si celebreranno i funerali del 23enne proprietario del Caffè lux nella chiesa del Gesù Redentore al Quartiere Europa. E poi, c’è chi porta fiori sul luogo dell’incidente che ricordano quelli davanti al bar gestito dalla vittima, dove campeggia uno striscione con la scritta “Rimarrai sempre qui”. Tra gli stessi che si commuovono, però, c’è poi chi passa a piedi con il segnale rosso del semafori per i pedoni. A farlo, anziani e giovani, genitori con bambini piccoli e anche chi spinge carrozzini esponendoli all’investimento. Solo in quel punto, ieri pomeriggio, dalle 18 alle 19, sono passate con il rosso oltre cento persone, più del 20% di chi ha attraversato sulle strisce pedonale semaforizzate. Non hanno rispettato il segnale rosso 27 auto e 39 scooter, sia provenienti dal centro sia da via Mantegna. La sicurezza comincia prima di tutto dal propria salvaguardia e con il rispetto del codice della strada.
FONTE: La Città
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