Archiviata col brivido la salvezza, in casa Salernitana si guarda al futuro con ottimismo e raziocinio. "Devo dire che ero in ansia, ma ho dormito felice su due guanciali perchè ripensavo a questa storica impresa. Ho vissuto tante emozioni. In primis penso ai tifosi che hanno magistralmente mostrato al mondo la più bella, dinamica e commovente scenografia mai messa in scena in uno stadio di calcio - ha evidenziato in settimana il patron Danilo Iervolino nel corso dei festeggiamenti dei 130 anni del quotidiano "Il Mattino" come ripreso da SalernitanaNews - Poi i tanti sacrifici che sono stati fatti da tutti. Abbiamo compiuto un’impresa. Porterò nel cuore l’immagine indelebile della festa a fine partita. Neppure lo scenografo di thriller più spericolati avrebbe pensato a un finale così. Ma questo è il bello del calcio italiano. Tutti hanno onorato la maglia. Confesso che dal 75’ in poi ho cominciato a pensar solo alla gara del Penzo di Venezia… e poi gli ultimi minuti sono stati infiniti. La sconfitta con il Torino all’Arechi è stato il momento più buio di tutta la mia gestione. Ho pensato che forse ci voleva più tempo per creare un gruppo. Avevamo preso tanti giocatori, ma non eravamo una squadra. Ma da lì ci siamo ritrovati. Contro l’Atalanta ho capito che potevamo farcela. A Bergamo abbiamo fatto un calcio spettacolare. Al termine di una partita bellissima. Il segreto è non essere un uomo solo al comando. Adoro lavorare in team. Lavorare con persone capaci. Il vero segreto è quello di creare una gruppo importante, non solo di giocatori, ma anche di manager". Sul futuro prossimo: "Spero che non soffriremo così tanto e di assestarci in A. Poi si vedrà. Conteranno i risultati. Ma partiamo già da una buona base. Spero che Nicola resti. Ancora devo parlare con lui e con il ds Sabatini: mi auguro che si possa continuare insieme. Io ho le idee chiare. Mi auguro resti. Il suo bilancio è molto, molto positivo. Lui ha portato i giocatori, molti dei quali risultati fondamentali. Altri un po’ meno. Ma il bilancio è ultra positivo. Lo voglio trattenere, ma mai contro la volontà sua così come di nessun altro. Non voglio dirigenti o calciatori delusi dal fatto che a causa mia non hanno accettato una proposta altrove. Voglio sempre persone ultra motivate e felici al mio fianco. L’intenzione comunque è quella di confermare il 65% circa della rosa. L’ipotesi Cavani mi solletica. Ma non abbiamo ancora parlato a fondo e non conosco le sue condizioni fisiche, se si presenterà l'occasione e vorrà casa ad Amalfi lo accontenteremo... E' fondamentale costruire una squadra importante, puntare sui giovani, attraverso uno scouting internazionale. Creare una Salernitana che possa essere un polo di attrazione del mezzogiorno d’Italia e non solo. Sarà il modello Iervolino, insomma. Salerno può diventare l’outsider del calcio italiano. In qualche anno spero di poter essere tra le prime dieci del campionato. Personalmente poi non mi pongo mai limiti e paletti. Non inizierò certo il campionato pensando di salvarmi a stento. Avrò sempre nel cuore e come obiettivo quello di costruire una squadra che possa solo migliorare". Conclusione dedicata alla tifoseria e ai rapporti tesi tra ultras in Italia: "Una parte ridottissima delle tifoserie di Salernitana e Napoli ancora non ha smussato negli anni questa ostilità relativa esclusivamente a un tifo pacifico che condanna ogni tipo di violenza. Noi dobbiamo creare un ponte perché il Sud ha bisogno di coesione e noi presidenti dobbiamo essere particolarmente sensibili. Con De Laurentiis ci siamo impegnati a creare un ponte tra le due società, le due tifoserie, le due città nel rapporto fisiologico di una sana competizione. Abbiamo l’obbligo di avere una particolare sensibilità. Queste cose da guerriglia sociale vanno stigmatizzate totalmente. Per me è intollerabile l’odio e sono certo che parliamo di piccole frange di tifosi e questo non va bene. Dobbiamo impegnarci tutti - sottolinea spalleggiato dal patron azzurro e ricordando la tragedia del 24 maggio - non dobbiamo mai dimenticare queste cose, portandocele sempre nel cuore. Parliamo di giovani e preziose vite spezzate. Abbiamo il dovere di essere sempre vicino alle loro famiglie e alle loro sofferenze. Un voto? Sono pronto, ma gioco d’anticipo. A tutti un 10 pieno, con una lode per i tifosi che fino all’ultimo minuto sono sempre stati vicino ai giocatori e al club. Stavolta mi do un 10 anche io".
Nel corso della cerimonia di premiazione della Figurina d'Oro assegnatagli dalla Panini attraverso un concorso sul web, Davide Nicola si confessa: "La mia storia da ragazzino parte dalle figurine, mai avrei immaginato di ricevere un premio. Sono qui per rappresentare un gruppo nutrito, partendo dal presidente, dal direttore, dalla squadra e dalla nostra gente. Io rappresento loro, non potrei pensare di avercela fatta da solo. È stata un’annata travagliata per la lotta salvezza, quando si raggiunge un obiettivo del genere c’è profonda soddisfazione. La cosa più bella è stata vedere i sorrisi della nostra gente. Abbiamo dato tutto, così come le altre squadre, e questa è la cosa che ci gratifica di più. Quello che ha inciso è stato il progetto tecnico-tattico, dovevamo cercare di vincere il maggior numero di partite. Il dato tra cittadini di Salerno e presenze allo stadio è devastante, c’è un entusiasmo che trascina. Sarebbe davvero bello se con questo presidente e questo ds si riuscisse a consolidare la categoria, ma le scorciatoie non esistono. Sabatini? Ha una passione fuori dal comune, è semplice e complesso allo stesso tempo. Per me è un onore lavorare con lui". Il discorso prima dell'Udinese?: "Ho detto con grande pacatezza che non avevamo fatto tutta quella strada per arrivare a giocare un calcio che non era il nostro all’ultima partita. Volevo vedere il modo di esprimersi della Salernitana, nella ripresa abbiamo fatto meglio, anche se non è stata la nostra massima espressione di gioco".
Intervenuto in precedenza alla presentazione della nuova collezione dell'album Sentimento Granata, il tecnico piemontese ha evidenziato: "È un onore essere invitato alla presentazione di questa collezione. È un lavoro straordinario perché sapere che attraverso questi prodotti il nostro racconto entra nelle case, è davvero emozionante. Come ogni cosa c’è passione dietro lavoro ed impegno; spero che questa edizione abbia un seguito perché ci sono tutti i presupposti per far sì che questa società faccia qualcosa di incredibile. Immagino che possa partire un nuovo sogno da questo momento, è l’unica cosa che mi interessa da oggi in poi".
A fare il punto della situazione sui singoli calciatori è il ds Walter Sabatini: "Seguiremo le indicazioni del mister, prendendo giocatori forti e funzionali. Alcuni inevitabilmente andranno via, altri entreranno. Bonazzoli spero di poterlo trattenere, il suo aspetto e la sua faccia sorridente sono una gioia grande, ha un gran carattere. - ha ribadito a LiraTv nel corso di 'Goal su Goal' - Frank Ribéry mi ha ricordato che rimarrà, ha già il contratto rinnovato in automatico. Siamo tutti felici di ciò, oltre ad essere un giocatore di livello, nello spogliatoio esercita un ruolo straordinario ingenerando gioia di vivere soprattuto quando le cose non vanno bene. Mikael non ha trovato molto spazio perché è arrivato a gennaio, invece Ederson ha messo fuori la testa perché ha avuto le chances per farlo. L’attaccante brasiliano ha avuto pochi minuti a disposizione ed è andato in depressione, com’era ovvio che fosse. Adesso, siccome la Serie A ci obbliga a riscattarlo a tre milioni, rimarrà con noi. Se farà il ciclo della preparazione da luglio, sicuramente troverà il suo spazio e darà segnali di sé. Djuric ha un’offerta congrua della Salernitana, ci sta pensando. Spero voglia rimanere, sarebbe un grave errore andarsene. Forse questa offerta avremmo potuta farla a febbraio, ma era in buona fede perchè a voce gliel’avevo sempre promessa".
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