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Pallanuoto, una partenza razzo regala la salvezza al Trieste: la Vela Ancona sprofonda in A2

08/05/2022

Il dado è tratto. La Vela Ancona è la prima retrocessa in A2 dell'edizione numero 37 del massimo campionato femminile nonchè dopo due anni condizionati dal Covid tra sospensione del torneo e annullamento degli spareggi salvezza. Può festeggiare la permanenza in A1 la Pallanuoto Trieste che legittima il maxi divario di punti tra le due formazioni in regular season (le orchette hanno chiuso con 15 punti di vantaggio rispetto alle doriche) e guarda avanti con rinnovato ottimismo ad un futuro roseo viste le ambizioni della società presieduta da Enrico Samer, chiudendo la serie play-out in due gare imponendosi 4-10 al "Passetto". Dopo tre anni le marchigiane della famiglia Pace fanno un mesto ritorno in A2 ma sin dalla scorsa estate la società stessa era ben consapevole della possibilità (e le stesse dichiarazioni di Milko Pace sembravano a più riprese darne seguito) disponendo di un organico giovanissimo, con ben poca esperienza, e dovendo fare tra l'altro più volte i conti con infortuni pesanti, non ultimo quello di Anastasia Riccio costretta a saltare i play-out.

Ci hanno creduto comunque fino all'ultimo le padrone di casa che però pur partendo bene (immediato il vantaggio di Bersacchia), si fanno travolgere dal maggior cinismo e lucidità delle giuliane che sorpassano nel giro di un battibaleno grazie al coniglio dal cilindro estratto da Santapaola dalla distanza (con tanto di deviazione) e dal successivo rigore trasformato chirurgicamente dalla stessa attaccante catanese che poco più di un minuto dopo trasforma, come già accaduto all'andata, un nuovo tiro dai 5 metri spiazzando Uccella e realizzando la sua rete numero 38 in stagione. Con orgoglio la Vela si riversa in avanti ma sbatte sull'attenta difesa ospite, sorretta anche dal rendimento crescente di Ingannamorte che chiude lo specchio sulle conclusioni di Monterubbianesi e Bartocci, capitolando a pochi secondi dalla prima sirena sull'entrata vincente di Strappato. Nel secondo periodo Trieste chiude i giochi e lo fa con la sua atleta simbolo, il capitano Lucrezia Cergol. La calottina numero 6 si conferma giocatrice universale, realizzando due reti di pregevole fattura dal centro. Un nuovo acuto di Strappato rianima le anconitane ma a rispedirle a distanza di sicurezza è il sigillo in superiorità di Marussi. A suonare come pietra tombale è il terzo timbro di Cergol, viziato da un fallo sulla Uccella in uscita non ravvisato dagli arbitri, da due passi a porta sguarnita. 

Nel terzo perido Trieste si culla sugli allori e gestisce il vantaggio, riuscendo a tenere inviolata la porta di Ingannamorte grazie soprattutto all'imprecisione e alla frettolosità della Vela che in difesa regge bene senza neanche soffrire tanto e costruisce diverse occasioni da rete ma fa malissimo in fase di finalizzazione, colpendo il legno con Olivieri e Bartocci e fallendo anche un tiro dai 5 metri con Quattrini che colpisce in pieno la traversa dopo deviazione del portiere. La Colautti chiede alle sue l'ultimo sforzo per evitare quella sofferenza finale che stava costando caro nella gara di ritorno in campionato e Klatowski la prende alla lettera con una saetta che attraversa le mani della difesa locale e si spegne all'incrocio alle spalle della subentrata Andreoni. Ormai la partita ha ben poco altro da dire, un'altra prodezza porta a quattro le segnature giornaliere di Cergol poi Martella interrompe il digiuno di oltre due tempi senza segnare delle sue, mettendo in porta l'ultimo goal di Ancona in A1. In casa marchigiana s'iniziano a intravedere le prime lacrime agli occhi in panchina, in quella triestina l'entusiasmo delle ragazze che possono brindare alla presenza di un nutrito gruppo di genitori per suggellare anche la Festa della Mamma. Il proscenio lo fa calare la baby Bozzetta, in vasca in luogo della brasiliana Rezende tornata al Flamengo per il campionato brasiliano, con un bel guizzo dopo il 5 metri parato da Andreoni a Lonza che vale anche il suo primo hurrà tra le grandi. Il suono dell'ultima sirena scatena la festa delle orchette e chiude, almeno per un anno, un gran bel capitolo di storia della Vela che ripartirà con più forza ed esperienza (ed una giovanissima base già collaudata che potrebbe però ovviamente perdere pezzi pregiati come il portiere Uccella già nel giro del Setterosa) per riconquistare sul campo quanto perso quest'oggi. 

Davide Maddaluno - Sport - - Vai alla Home

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