Arriva il primo verdetto dalla tornata di Semifinali del massimo campionato femminile, edizione numero 37. L'Antenore Plebiscito Padova è la prima finalista grazie al perentorio successo (3-8) alle Monte Bianco contro la VetroCar Css Verona. Se lo scorso anno alle ragazze di Posterivo servì l'appendice di gara 3 per conquistare l'accesso all'ultimo atto, quest'anno le biancoscudate archiviano il derby veneto nell'arco dei 64' di gioco tra giovedì e sabato. Gara mai in discussione in cui a dettar legge è la difesa patavina che erige un muro insormontabile per le padrone di casa, riuscendo a tenere a secco una bocca di fuoco del calibro di Roberta Bianconi. Il Sette in calottina scura impone il ritmo preferito al match e archivia già la pratica con un parziale di 0-4 tra i primi due tempi, concretizzando con Barzon, Millo, la sciarpata di Gottardo e Meggiato. Fatica in avanti la compagine di Zizza che di contro riesce a limitare i danni dietro grazie alla reattività di Sparano e alla "garra" della baby Sbruzzi che combatte fino allo stremo con ogni avversaria che le capiti a tiro. A nove secondi dal cambio vasca le scaligere si sbloccano con la parabola di Gragnolati ma sarà solo un lampo. I ritmi non sono eccessivamente alti ed il Plebiscito ne approfitta per allungare con il 5 metri realizzato da Queirolo ed una nuova invenzione di Gottardo ai 2 metri. Nel quarto periodo Teani lascia spazio tra i pali a Giacon che si supererà su una conclusione a botta sicura di Esposito, prima Barzon (deviazione di Sparano sul palo) e poi Millo (palo secco) falliscono due volte dai 5 metri ma il vantaggio è tale da poterlo amministrare con tranquillità. Armit e Casson chiudono i giochi, di Kempf con un tiro a pelo d'acqua e Zanetta le ultime marcature delle gialloblu che chiuderanno ora una stagione condizionata da Covid e infortuni (oggi è toccato all'altra giovanissima Merola completare insieme alla Manigrasso le 13 a referto) con la finale terzo e quarto posto di cui ancora sarà da svelare l'avversario.
La Sis Roma supera 11-10 L'Ekipe Orizzonte e pareggia il conto. Si va a gara 3, martedì 10 maggio a Catania (ore 20), per scoprire chi meriterà di più la finale. Bel colpo d’occhio della tribuna del Polo Acquatico Frecciarossa di Ostia, finalmente, di nuovo occupata dal pubblico (circa 200 spettatori). "Orizzonte you never swim alone" recita lo striscione dei tifosi arrivati dalla Sicilia. Il pubblico giallorosso risponde con una sciarpata stile curva sud. Le Campionesse d'Italia partono meglio e chiudono avanti il primo tempo 4-3 grazie al sigillo mancino di Emmolo, alle due giocate d'esperienza di Palmieri ai 2 metri e alla stoccata di Bettini in extra player che spezza l'equilibrio dopo la risposta capitolina affidata a Ranalli dal perimetro, Tabani e Galardi. Nel mezzo un 5 metri fallito da Marletta, imitata all'inizio del secondo periodo da Bettini che si fa neutralizzare la conclusione da Eichelberger. La squadra di Capanna alza il pressing, Tabani fredda Condorelli che non trattiene la sfera poi Avegno con la controfuga vincente segna il primo vantaggio (5-4) dopo 12 minuti e mezzo; Marletta con altri due goal (spettacolare il no look da distanza siderale) riporta avanti le calottine rossazzurre a metà gara, rintuzzando la sciarpata di Cocchiere. All'intervallo lungo il tecnico di casa invita le sue a giocare col sangue agli occhi, la prima occasione utile è per Ranalli ma Condorelli è superlativa nel respingerle il tiro di rigore. L'Orizzonte segna con uno spettacolare "elicottero" di capitan Palmieri (tris personale), Tabani si mette in proprio per tenere incollate le sue con la terza realizzazione di giornata ma Morena Leone, 18 anni ad ottobre, riporta di nuovo a +2 le etnee con una bella conclusione da post 4. Un missile di Avegno a fil di sirena e la successiva girata di Galardi facevano riaffiorare la Roma. Ma soprattutto le giallorosse erano brave a ripartire; difesa alta e velocità che mettevano in difficoltà la squadra di Martina Miceli che nel quarto periodo spendeva i suoi time-out per provare a risolvere i problemi in attacco. Ci riusciva entrambe le volte inserendo un centroboa aggiunto ad aiutare Palmieri ma alla fine pagherà oltre ai due rigori sbagliati alcune ingenuità difensive come quella commessa da Gant. Due volte avanti la Sis (con Ranalli in doppia superiorità dopo Galardi) e due volte pareggio in extra player con Emmolo prima e Bettini poi (fendente 5 contro 4 con tre giocatrici nel pozzetto). Prime scintille nei contrasti già nel finire del terzo tempo, sale la tensione in acqua e fuori nei minuti finali. Avegno è sfortunata a colpire la traversa, Condorelli si supera sulla conclusione a botta sicura di Tabani, ma anche Catania ha una buona occasione in 6 contro 5 che fallisce. A 42 secondi dalla fine Capanna chiama l'ultimo time-out, Nardini riceve palla sul lato cattivo, finta la conclusione e cambia gioco per Avegno che da 4, a 22 secondi dalla sirena conclusiva, trova lo spiraglio per infilare l'estremo difensore avversario e portare con questa tripletta la serie alla bella. "Abbiamo commesso troppi errori e preso goal evitabili ma alla fine siamo riusciti a raddrizzare con coraggio la partita. - ammette Marco Capanna a fine gara - Partita difficile ma siamo stati più squadra rispetto alla prima. Ci sono anche i meriti dell’avversario; l’Orizzonte è brava nel costringerti a faticare in difesa. Le percentuali deficitarie in superiorità numerica? Nel finale le ragazze sono state più ciniche (con le tre reti decisive) ma mi piace sottolineare come, di contro, abbiamo segnato tante reti in situazioni di parità. Comunque siamo pronte a giocarci tutto a Catania e dopo quello che si è visto nelle due partite è giusto che si vada alla terza, possiamo giocarcela anche nel giardino di casa loro, noi ci siamo".
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