Il mondo pallanuotistico vive alla giornata in attesa di poter ripartire con la regolare ripresa dei campionati. Ad inaugurare il 2022 del massimo campionato femminile potrebbe essere la Pallanuoto Trieste, in attesa di ricevere il via libera dalla FIN per poter calendarizzare il recupero della terza giornata con il Bogliasco. Con due gare da recuperare (l'altra riguarda la sfida sempre interna con L'Ekipe Orizzonte), le orchette hanno chiuso la prima parte di stagione con un bilancio soddisfacente, considerando i numerosi cambiamenti maturati in estate. Del presente, passato e futuro individuale e collettivo in casa giuliana ne parla ai nostri microfoni il capitano Lucrezia Lys Cergol: "La sospensione purtroppo era inevitabile, il Covid sta dando filo da torcere imponendo difficoltà sulla preparazione atletica. - esordisce il difensore - E' facile imbattersi in squadre che si allenano in 5, per allenatori e staff diventa difficile gestire ed impostare un allenamento e per noi atlete una situazione psicologicamente non facile: vediamo la squadra decimata, non possiamo giocare. Per quanto ci riguarda poi Trieste è stata tra le città più colpite, dunque siamo ben consapevoli della situazione. Sapevamo che non sarebbe stato un anno facile ma voglio vedere il bicchiere comunque mezzo pieno: rispetto all'anno scorso abbiamo comunque giocato sin qui con discreta continuità e di questo sono contenta".
Lucrezia rappresenta l'anello di congiunzione tra la squadra che dalla B ha scalato le vette dell'acqua clorata fino all'A1 e le new entry che di anno in anno si sono affacciate nella vasca della "Bianchi". Quest'anno probabilmente ancora di più: "La scorsa estate c'è stato un profondo rinnovamento, abbiamo avuto diversi addii tra ragazze che hanno cambiato squadra ed altre che hanno smesso. Conoscevo le ragazze nuove per aver vissuto con loro importanti esperienze in nazionale giovanile, si tratta di giovani con voglia di fare ed esperienze da maturare, vogliose di lavorare per crescere e dar linfa ad un progetto che continui nel futuro. Lavorare insieme, vuol dire vincere insieme". L'attenzione della classe 2001 si concentra in particolare sulle sorprese verdeoro Samantha Rezende e Diana Abla: "Le brasiliane ci hanno dato nuovi stimoli e aperto ad un'interpretazione diversa della Pallanuoto. Noi siamo più dediti in Italia a concentrare le energie su tattica, tecnica e forza fisica mentre lì è diverso. Queste due ragazze hanno stravolto positivamente il nostro gioco, dando un'impronta dedita alla creatività e al divertimento, cercando di offrire quante più varianti possibili alle soluzioni provate in allenamento e partita. E di questo il nostro spogliatoio ne ha tratto vantaggio da più punti di vista".
La squadra di Ilaria Colautti ha ben impressionato sin qui: "La prima parte di campionato è stata sostanzialmente buona - continua Lucrezia - con alti e bassi. Diciamo che abbiamo avuto poco tempo per amalgamarci in fase di preparazione considerando l'arrivo ritardato delle nazionali e dei nuovi innesti ma la squadra si è subito unita. Una partita che rigiocherei sicuramente è quella con il Plebiscito, una squadra fortissima che si sta imponendo a livello europeo. Dopo due tempi di ottimo livello potevamo chiuderla meglio, con uno scarto ancora minore. Padova è Padova ma noi abbiamo avuto la consapevolezza che siamo si una squadra giovane ma con potenzialità che ci consentono di giocarcela senza timore con chiunque. Il rammarico per certi errori fatti quando rivediamo le partite è tanto ma è altrettanto grande la voglia di rivalsa la partita successiva per limare i nostri errori. E c'è un girone di ritorno per rifarci di qualche passo falso evitabile, sperando sia più fruttuoso. Speriamo di poter disputare regolarmente i due recuperi, in modo da preparci per affrontarlo al meglio".
Capitano della Nazionale che ha chiuso al quarto posto i Mondiali Under 20 di Netanya, la calottina numero 6 è ormai già da diversi mesi nel progetto tecnico del nuovo corso Setterosa lanciato da Carlo Silipo: "Rifarei altre 20 volte l'esperienza in Israele anche senza preparazione, la medaglia di legno è fastidiosa, considerando anche le potenzialità della nostra squadra. E' manata la cattiveria agonistica per fare quel passo in più ma resta una settimana intensa. Mi sono trovata benissimo in gruppo, come prima volta da capitano ho cercato di dare il meglio e tenere la squadra unita. E' stata anche una buona occasione di confronto in prospettiva con altre nazioni e scuole pallanuotistiche, dalla quella spagnola a quella 'fisica' di Olanda e Ungheria, aspetti comunque positivi da non dimenticare. Per quanto concerne la Nazionale maggiore, aver preso parte a questi collegiali è per me fondamentale per migliorare me stessa a 360°: parliamo di una realtà di alto livello dove cercare di rubare con gli occhi segreti del mestiere al tecnico, alle ragazze più esperte, ad ogni componente quale nutrizionista o preparatore atletico da trasportare anche alla mia società di appartenenza, inclusa la grinta, la foga agonistica che solo dimensioni di questo livello possono trasmettere come non mai. Credo sia necessario bilanciare la soddisfazione personale con la voglia di fare e la cooperazione di squadra per ottenere i risultati più alti. E resto fedele al mio motto 'mai accontentarsi ma sempre migliorarsi'. Sono comunque contenta delle opportunità sin qui avute".
Un amore a prima vista quello tra Lucrezia e la Pallanuoto ma non il primo in un'adolescenza caratterizzata da una grande iperattività sportiva: "Mi è sempre piacuto fare tante cose - ricorda aprendo l'album dei ricordi - alcune anche bizzarre. Da piccola ho fatto scoutismo, pallacorda, danza, ho frequentato anche il circo. Poi una volta trasferitami con la famiglia a Camogli ho scoperto la piscina, mi è sempre piaciuto seguire mia sorella nelle cose che faceva e così ho iniziato dagli Acquagoal a divertirmi con lei. Una volta rientrata a Trieste, dopo aver fatto altre discipline, abbiamo incontrato altre 4 ragazze che giocavano a Pallanuoto e unendoci abbiamo formato la squadra che poi da lì a poco sarebbe diventata la nostra attuale realtà". La sorella Beatrice Sophie ha smesso da qualche anno per dedicarsi al lavoro ma è sempre al centro dei suoi pensieri e resta con i suoi genitori la prima tifosa: "Sembrerà banale ma è sempre stata lei il mio punto di riferimento, lo è anche ora e lo sarà sicuramente anche in futuro. Sono molto legata a lei, mi ha accompagnata nei momenti più difficili, mi incitava quando sbuffavo per le vasche da nuotare, abbiamo condiviso attimi indimenticabili, anche in Nazionale. Ovviamente non è facile, capita di avere qualche battibecco proprio per il rapporto particolare ma questo ha reso ancora più importante il nostro legame".
Seppur giovanissima, la carriera di Lucrezia Cergol ha già toccato vette importanti: "Il primo dei ricordi più belli è l'Argento ai Mondiali Under 18 di Belgrado. Eravamo un gruppo perfetto, senza individualità ma la somma di tanti pezzettini che tassello dopo tassello ha costruito un mosaico eccezionale (tra loro le sue nuove compagne a Trieste Isabella Riccioli, Francesca Colletta e Roberta Santapaola). Spesso ci capita di ricordare aneddoti di partite nell'arco del tempo quasi come fossimo anziane che ricordano la loro infanzia. - aggiunge divertita - L'altro è sicuramente la promozione in A1 conquistata a Napoli (finì 7-16 con ben sei goal suoi): un sogno da quando ancora giocavo anche a Pallavolo, un sogno cullato insieme alle 5 ragazzine, tutte di Trieste, da cui tutto è partito (ed alcune ancora parte integrante della rosa odierna come Sara Ingannamorte, Gioia Krasti, Giorgia Klatowski, Grace Marussi ed Aleksandra Jankovic). Con il coltello tra i denti abbiamo fatto la storia, arrivando dalla B alla massima serie".
L'intenzione è quella di non fermarsi, impegnandosi parallelamente anche nel seguire il suo percorso di studi: "Come detto il mio obiettivo principale è quello di migliorarmi sempre senza mai accontentarsi; provare a fare cose ancora più sorprendenti. - conclude Lucrezia - A livello collettivo nulla ci vieta di osare, ovviamente voliamo basse e pensiamo a conquistare la salvezza per poi alzare l'asticella, continuando a lavorare per dare un seguito all'abnegazione ed ai sacrifici sin qui fatti". C'è da scommettere che le sue parole troveranno presto risposta nei fatti. Del resto volere è potere, parola di Capitano.
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