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I fatti del giorno | Tutte le principali notizie di cronaca e attualità da Salerno e provincia

08/01/2022

LA TRAGEDIA

Tragico incidente nel primo poemriggio di venerdì tra Capaccio Paestum e Roccadaspide. Sulla Statale 166 ha perso la vita un 70enne. L'auto sulla quale viaggiava si è scontrata con un furgone. Non è escluso che l'uomo abbia potuto avere un malore e invaso la corsia di marcia opposta. Sul posto le forze dell'ordine per i rilievi. (La Città)

LE MULTE

Caos parcheggi nel giorno dell'Epifania a Cetara: 19 automobilisti residenti sono stati multati. L'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Fortunato Della Monica , ha concesso ai residenti la possibilità nel periodo invernale di sostare gratuitamente anche nelle zone contrassegnate con le strisce blu e quindi a pagamento, oltre che nei posti riservati proprio agli abitanti del paesino della Costiera Amalfitana. Il sindaco aveva chiesto ai concittadini per il periodo delle festività natalizie di fare riferimento solo ai posti riservati ai residenti, facilitando così le possibilità di parcheggio ai turisti di poter agevolmente raggiungere le attività ristorative e commerciali presenti sul territorio. Nel giorno dell'Epifania 19 automobilisti sono stati multati perché hanno parcheggiato nei posti contrassegnati dalle strisce blu senza pagare il ticket in quanto residenti. Alcuni cittadini hanno palesato il proprio malumore attraverso post sui social «Ancora una volta in Costiera Amalfitana i residenti vengono penalizzati e soprattutto il Comune non ha il coraggio di prendersi le responsabilità dei propri errori», scrive un cittadino cetarese. Il problema del parcheggio nella Divina è quanto mai concreto. In diverse zone della Costiera mancano proprio gli spazi da dedicare alla sosta. Per evitare si possano ripetere situazioni di questo tipo proprio nel comune di Cetara sono iniziate le operazioni per la realizzazione di un parcheggio costruito nella roccia di ben 370 posti auto, che sarà collegato al centro cittadino con due passaggi pedonali: uno verso la parte bassa, in corrispondenza della Torre Vicereale, e un altro verso la parte alta. Sulle multe elevate nel giorno dell'Epifania, il primo cittadino Della Monica ha spiegato che i cittadini erano stati avvertiti che la prassi ormai consolidata nei mesi invernale non sarebbe stata ritenuta valida nelle settimane delle festività natalizie. «Ai residenti nei mesi invernali concediamo di parcheggiare anche nei posti a pagamento senza alcun problema. La popolazione era stata avvisata di parcheggiare nel corso delle festività natalizie a dieci metri di distanza dalla zona in questione, all'interno del porto per cercare di poter accogliere i turisti. È questo un modo per garantire la possibilità di lavorare anche alle attività ristorative e commerciali presenti sul territorio». (La Città)

LUCI A FUOCO

Prendono fuoco le luminarie natalizie, paura in un appartamento di Ispani. E' stato necessario l'intervento dei Vigili del fuoco all'interno di un abitazione del borgo salernitano, al cui interno si trovavano tre persone: poco prima avevano allertato i numeri d'emergenza per segnalare un rogo partito dal corto circuito delle luminarie natalizie. Una stanza al pian terreno è andata completamente distrutta. Illesi gli abitanti della struttura. (La Città)

FURTO D'OLIO

Un frantoio a Ceraso è finito nel mirino dei ladri. I malviventi sono riusciti a portare via un camion e dieci quintali di olio, di cui la maggior parte biologico. Un furto ben studiato e messo a segno dopo l’una e trenta. I malviventi hanno preso di mira anche una seconda attività commerciale, limitrofa al frantoio, che rivende materiale agricolo dove hanno recuperato i contenitori necessari per caricare l’olio. Nella stessa attività commerciale hanno svuotato anche la cassa. Indagano i Carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania diretti dal capitano Annarita D’Ambrosio. (La Città)

QUI BATTIPAGLIA

La riqualificazione delle colline del Castelluccio passa dal risanamento della cava dei Terralavoro: ecco il piano per la maxi-piantumazione del bosco. Da Palazzo Santa Lucia è arrivato l’ok: Simona Brancaccio , avvocatessa e dirigente per le Valutazioni ambientali in Regione Campania, lo scorso ottobre ha messo nero su bianco l’istanza per il rilascio del provvedimento autorizzatorio per il progetto di coltivazione e ricomposizione ambientale della cava situata in località Castelluccio, nell’area Nord della città a 2 chilometri dal centro urbano, e ai piedi del più famoso castello medievale che svetta sulla Piana del Sele, edificato nel 1080, e oggi di proprietà della famiglia Santese. Ad occuparsi dei lavori, che dureranno otto anni, sarà la “Cogeter” con sede a Eboli dei fratelli Mario e Antonio Terralavoro. Due le esigenze che hanno spinto i Terralavoro a presentare la proposta progettuale: la sistemazione dei fronti di cava che, allo stato attuale, presentano diverse criticità connesse ai fenomeni di erosione della superficie e la sistemazione di tutto il sito d’estrazione che, ad oggi, si legge nella relazione di presentazione del progetto, presenta «un assetto morfologico caotico e disordinato». L’obiettivo, dunque, è quello di ricomporre l’ambiente naturale, e di conseguenza garantire anche un riutilizzo del suolo restituendo un ordine con il contesto paesaggistico e ambientale delle colline del Castelluccio, lì dove nel 2014 arrivarono le forze dell’ordine per porre i sigilli sulla cava. Sette ettari finirono sotto sequestro per deturpamento delle bellezze naturali, a seguito di un’operazione condotta dalla polizia municipale di Battipaglia, all’epoca coordinata dal comandante Giorgio Cerruti unitamente all’Ufficio tecnico del Comune guidato da Osvaldo Amoroso. La zona, al confine con uno dei siti di stoccaggio in località Castelluccio che attende d’essere bonificato ormai da anni, già a quei tempi sarebbe dovuta divenire oggetto di riqualificazione agraria. O meglio: era questa la tipologia di richiesta presentata al Comune di Battipaglia dalla famiglia De Biase, proprietaria dei terreni. Ma a seguito del blitz emerse uno scenario differente: l’attività estrattiva posta in essere in quel luogo era almeno sei volte superiore rispetto ai limiti imposti dalla legge (5mila metri cubi per ogni ettaro). Attività che contribuirono a deturpare le bellezze naturali. Le indagini e i sopralluoghi, per capire meglio la tipologia di materiale che veniva estratto e a chi veniva venduto, costrinsero il proprietario a ripristinare lo stato dell’arte e a riportare i terreni alle condizioni precedenti. E adesso, quasi otto anni dopo, l'intervento di ripiantumazione e di riqualificazione dell’intera zona s’è reso necessario. Le operazioni interesseranno, complessivamente, circa 19 ettari di terreno, coinvolgendo sia l’area già oggetto di pregresse escavazioni, sia ulteriori 3 ettari come ampliamento rispetto al perimetro originario. Le coltivazioni, che avverranno dall’alto verso il basso, seguiranno interventi di risagomatura e rinverdimento delle aree, procedendo anche alla regimentazione idraulica delle acque di precipitazione meteorica lungo i fronti di scavo, al fine di prevenire qualsiasi fenomeno di ruscellamento incontrollato o di erosione superficiale. Le operazioni, però, non saranno ultimate prima del 2030. Otto lotti temporali, ciascuno da 12 mesi, più 6 mesi per l’ultima coltivazione per una durata prevista complessivamente in 8 anni e 6 mesi. Cento lunghi mesi d’attesa, e poi il tuffo nel passato: la parziale rivincita della natura che, nell’area del Castelluccio, vituperata e abbandonata negli anni, tornerà a nascere un bosco. Un po’ di verde, in una città in debito d’ossigeno dove da mesi gli ambientalisti chiedono una svolta che non arriva. (La Città)

QUI BELLIZZI

Nati indebitati. Una formuletta ricorrente, quasi un mantra nei saggi e nelle inchieste giornalistiche sui malanni dell’economia italica, che calza a pennello addosso a 13mila cittadini del Salernitano. Quelli del Comune di Bellizzi, il più giovane tra i 158 campanili della provincia, costretto a saldare debiti maturati un decennio prima dell’autonomia. Il grande esattore è a Palazzo Santa Lucia, ed ha preteso che i ragionieri dell’Ente di via Manin formalizzassero la regolarizzazione d’un debito da 201mila euro per le forniture idriche dagli acquedotti ex Casmez, che, alla stregua d’altre miriadi di competenze traslate, pure sono finite in capo al grande moloch dell’ordinamento istituzionale d’Italia, la Regione. La Campania bussa a soldi: vuole il danaro dell’acqua d’una decade, compresa tra il 1981 ed il 1991. Dovrà pagarlo un Comune istituito all’alba del 1990, che prima d’allora era una frazione della vicina Montecorvino Rovella. E quel debito i bellizzesi dovranno ripianarlo fino al 2035. Fino al 54esimo anno dal 1981. Lo prevede il prospetto di regolazione della morosità formalizzato dalla Direzione generale regionale per il ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, che nei giorni scorsi è stato approvato dal sindaco Mimmo Volpe e dai suoi assessori. C’era pure la più giovane, Antonella Capaldo, 36 anni, che nel 1981 manco era nata. Eppure il debito preistorico s’ha da pagare. Altrimenti da Napoli non arrivano i fondi: è il “castigo” riservato a chi è moroso verso la Regione Campania. E a Bellizzi, infatti, il passivo dei favolosi anni Ottanta è tornato alla luce proprio per mezzo d’un finanziamento, quello del Terzo Programma del Piano nazionale della sicurezza stradale, anno Domini 2019. Pure il Comune di Bellizzi aveva richiesto un contributo: da Palazzo Santa Lucia, però, hanno riesumato la passività. Pagare moneta, vedere cammello. O finanziamento. E così la Regione ha redatto il piano di regolazione lungo 15 anni. E il Comune l’ha approvato senza batter ciglio, ché la mancata adesione avrebbe comportato, come si legge nella delibera della giunta Volpe, «l’attivazione d’una procedura di riscossione coattiva, con ulteriore aggravio dei costi per l’Ente, oltre al mancato beneficio dei finanziamenti a valere su fondi regionali». Anche se, a Palazzo di Città, il debito è indigesto, e la stipula del piano da 15 rate «non preclude - soggiungono il sindaco e i suoi - alcun’azione di recupero della somma dal Comune di Montecorvino Rovella». Di mezzo c’è la “bibbia” dei rapporti tra i due campanili che un tempo furono un solo Municipio, ossia la Relazione conclusiva della Commissione per il riparto finanziario e patrimoniale, approvato nel 2003 dalla giunta regionale guidata da Antonio Bassolino , che «per i canoni idrici relativi al periodo 1981-1991 tuonano da Bellizzi - registrò l’assenza di debiti da parte nostra e il debito residuo di 780 milioni di lire per il Comune di Montecorvino Rovella». Anche se, nell’ambito della procedura preliminare, in un verbale di luglio 2002, si stabilì che quel passivo «fosse ripartito in parti uguali tra i due enti». Di tempo ne è passato, dall’alba del nuovo millennio: a febbraio del 2017 Bellizzi ha messo in mora Montecorvino Rovella affinché ripianasse il debito secondo i termini previsti dalla delibera del 2003 (e confermati nel 2006 da una sentenza dei giudici del Consiglio di Stato). Alla fine «il Comune di Montecorvino Rovella rammentano da Bellizzi - procedeva al pagamento di 201mila euro, consistente nella sola metà del debito riconosciuto in capo a sé dalla giunta regionale nel 2003». Decideranno i giudici. Per ora, però, pagano i “nati indebitati”. (La Città)

QUI NOCERA INFERIORE

Contravvenzioni viziate da irregolarità, annullate le multe dei tutor autostradali presenti sul tratto di A3 tra Nocera Inferiore e Salerno. Il Giudice di Pace nocerino ha accolto i ricorsi presentati dagli utenti che si sono rivolti all’associazione “Difesa Consumatori e Contribuenti”. Sono decine i ricorsi accolti, che molto spesso vedono le Prefetture condannate al pagamento di spese e risarcimenti. I giudici nocerini hanno accolto i ricorsi in quanto «la rilevazione automatica dell’illecito stradale di cui al verbale impugnato - si legge nella sentenza - è stata effettuata in modalità automatica con apparecchiatura Sicv cioè senza la presenza ed il diretto controllo dell’operatore di polizia stradale». Si tratta di un sistema di rilevazione che richiede una «verifica periodica» tendente a valutare la corretta funzionalità delle apparecchiature, per «evitare disfunzioni e conseguente lesione del diritto di difesa del cittadino». specialmente quando il controllo è effettuato senza la presenza dell’operatore, questi apparecchi devono essere «sottoposti ad una verifica periodica tendente a valutare la corretta funzionalità dei meccanismi di rilevazione». Una procedura che è «a cura del costruttore con decadenza al massimo annuale». Ai giudici di Nocera Inferiore non sono però state fornite le documentazioni necessarie, ovvero «nessuna certificazione dell’avvenuta taratura né che essa sia stata effettuata con cadenza annuale prevista dalla norma». Insomma, un inadempimento tecnico che inficia sulla procedura di monitoraggio della velocità sostenuta in autostrada. Per i magistrati il «preventivo controllo è indispensabile in quanto la misurazione della velocità costituisce un accertamento irripetibile, pertanto, in assenza di idonea procedura di taratura o prova della stessa tale misurazione non può essere attendibile ». Per queste ed altre motivazioni il Giudice di Pace di Nocera Inferiore ha accolto una serie di ricorsi patrocinati dai legali dell’associazione di consumatori, in quanto «la sola affermazione di regolarità sostanziale e formale non giustifica la legittimità dell’atto impugnato». I pronunciamenti nocerini sono in linea con altre sentenze emesse in altre circoscrizioni campane, così come in Puglia e nel Lazio. Il responsabile legale di “Difesa Consumatori e Contribuenti”, Cristiano Ceriello , ha anche annunciato che i legali dell’associazione preparano una «class action contro la pubblica amministrazione» per le contravvenzioni elevate da tutor e autovelox sulle autostrade italiane. (La Città)

LEGGI ANCHE Conguagli, fumata nera: class action contro Gori

QUI SARNO

In arrivo centinaia di ingiunzioni di pagamento per aziende a famiglie. Inizia, già tra le polemiche, la “nuova era” della Soget a Sarno incaricata dal Comune di recuperare 2 milioni di tributi evasi. Tra Capodanno e la Befana sono stati notificati centinaia di solleciti di pagamento nei confronti di famiglie ed aziende. Gli atti redatti dalla Soget di Pescara recano l’avvertimento che «in caso di mancato pagamento entro sessanta giorni dalla notificazione, si procederà ad attivare le procedure di ipoteca, pignoramento o fermi amministrativo». Un task force per incassare Tari ed Imu non ancora versati da una parte dei contribuenti al Comune di Sarno, che ha già generato delle polemiche in città e delle quali si sono fatti portavoce i consiglieri comunali Walter Giordano e Giovanni Montoro. (La Città)

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