Vittima di se stesso dopo aver attentato alla vita della sua compagna. E' stato trovato morto in un casolare abbandonato del villaggio Campo di Mare in via Pesce Dorato di Catania a pochi passi dalla spiaggia circostante Sebastiano Spampinato, il 30enne incriminato del femminicidio di Giovanna "Jenny" Cantarero. La 27enne è stata uccisa a colpi di pistola nella tarda serata del 10 dicembre in una strada della periferia tra Misterbianco e Catania. L'ipotesi che ha poi trovato le prime conferme dopo i rilievi di Carabinieri e Ris che hanno presidiato la zona sin dalle prime ore del mattino dopo la fuga di notizie, è che l'uomo si è suicidato con un'arma da fuoco. L'uomo lavorava in un centro scommesse dell'hinterland etneo ed avrebbe avuto una "relazione burrascosa" con la vittima.
Il caso ricalca la vicenda di Vanessa Zappalà, la 26enne uccisa il 22 agosto ad Aci Trezza (Catania) dall'ex fidanzato Antonino Sciuto. Il pomeriggio del giorno seguente l'uomo fu trovato impiccato in un casolare nelle campagne di Trecastagni così come quanto avvenuto nel centro storico di Salerno ed in provincia negli ultimi mesi, con beghe familiari finite doppiamente male con omicidio e susseguente suicidio. E rimbomba quella domanda che torna ogni volta come un pugno allo stomaco dopo tali accadimenti con donne loro malgrado vittime di coloro che diverranno vittime di se stessi: a cosa serve denunciare? A cosa serve chiedere aiuto? Cos’altro deve fare una donna in questi casi? Pagarsi il funerale in anticipo? L'ennesima strage per cui urleremo, ci indigneremo, protesteremo, con la speranza che prima o poi cambi davvero qualcosa. Con i fatti e non a parole.
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