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Pallanuoto, il marchio indelebile di Simona Abbate: "In vasca grazie a mia sorella, ora sogno di vincere con mia nipote"

16/11/2021

Due Coppe Len, una Coppa dei Campioni, uno Scudetto, una Supercoppa, un Oro agli Europei ed un Argento in World League. E', in estrema sintesi, solo una parte dell'eccellente carriera sportiva di Simona Abbate. Il difensore casertano rappresenta, con la sua famiglia, una delle figure più emblematiche della Pallanuoto femminile italiana ed ancora oggi con immutata passione si tuffa in acqua per accompagnare le più giovani nella crescita. Lo farà anche quest'anno, riavvicinandosi a casa, andando ad indossare la calottina della Napoli Nuoto del nuovo corso Barbara Damiani. La componente familiare è una costante della carriera di Simona: "L’idea di iniziare con la Pallanuoto è stata di mio padre su consiglio di mia sorella che già militava nel Volturno in Serie A e che in quegli anni iniziava a conquistare i primi scudetti nazionali. Io intanto ero presa dal nuoto sincronizzato, amavo ballare! - racconta Simona ai nostri microfoni - La compagna di squadra e poi anche avversaria che mi ha lasciato più il segno in carriera è stata proprio mia sorella Nicoletta, perché è stato come vivere un passaggio di testimone... Lei finiva e io iniziavo, avevo un bell'esempio davanti e dovevo assolutamente riuscire a fare ancora di meglio di quanto già aveva fatto, questo mi stimolava tanto, e inoltre anche per non deludere mio padre che ci teneva tanto. Anche con mia cugina (un'altra Nicoletta) ho vissuto la stessa venerazione trasformata in aspirazione a diventare come lei. Avevo un cognome importante dovevo difenderlo insomma!".

Amori e passioni che si tramandano e aprono nuovi, inediti, capitoli. Quest'anno, infatti, la Abbate condividerà piscina e spogliatoio con la nipote Camilla Sgrò, figlia di Nicoletta: "Giocare con mia nipote ha uno strano effetto: da un lato mi fa realizzare che sono diventata veramente “grande”, dall’altro mi fa sentire giovane pallanuotisticamente giocare al suo fianco e al suo passo! Comunque sia sarà un motivo in più per divertirmi con la sua presenza in acqua ma anche di discussioni familiari a casa - sorride - Speriamo insieme di raggiungere bei risultati e magari di realizzare anche qualcosa di veramente importante che faccia la storia".

Diverse le realtà sportive che hanno potuto fregiarsi della presenza di Simona. Dal Volturno al Rapallo passando per Plebiscito, Florentia, Roma, Recco, Messina e finanche Pescara: "Il ricordo più bello con il club è stata l’impresa conseguita con il Rapallo contro una squadra ungherese in Coppa Len, un risultato già scontato e difficile da cambiare ma che fu invece ribaltato completamente e chiuso con una grande vittoria…, lì ho imparato che niente è impossibile", aggiunge Simona che è stata perno di imprese e battaglie infinite ovviamente anche con la calottina del Setterosa, Olimpiadi di Londra comprese con l'attuale dt federale Fabio Conti, suo allenatore alla Roma con tanto di titolo europeo, alla guida: "Sicuramente la vittoria contro la nostra bestia nera di allora, la Grecia, nella finale degli Europei vinti ad Eindhoven e felicemente festeggiati rappresenta l'apice del mio trascorso in azzurro ma ho anche un rimpianto, quello di aver detto basta alla Nazionale troppo presto, mi è mancata tanto per i primi anni. Partita che vorrei rigiocare? Tuttea, praticamente le rigiocherei tutte", afferma senza giri di parole.

Lo scorso anno si è aggiunta un'esperienza in Sardegna al suo curriculum, quella con la Promogest: "L’idea di giocare nella Promogest a Cagliari è nata dalla voglia di rimettermi in gioco dopo un infortunio e scelsi di farlo lì perché fui colpita dal contesto che trovai, ovvero tante giovani che allora avevano il desiderio di giocare con una giocatrice più esperta proveniente dal Setterosa e che poteva trasmettere loro qualcosa di nuovo". Le compagne sarde non possono che ringraziare e andarne fiere, considerando anche le difficoltà esterne con cui è stata portata avanti la stagione condizionata dalla pandemia: "La pausa forzata l’ho vissuta bene nel durante accettando lo stop e vivendolo come un riposo forzato ma la ripresa è stata durissima, non mi era mai fermata dagli allenamenti per così tanti mesi da quando ho iniziato questo sport. Ho perso il conto. Spero vivamente di non ripetere lo stesso campionato quest’anno pieno di protocolli da seguire e assenza di pubblico, speriamo di tornare alla normalità".

L'attenzione poi si sposta sulla stringente attualità pallanuotistica e le differenze con il passato: "Prima la Pallanuoto era più tattica, ora molto più fisica e tendente al movimento, ai cambi di posizione, ai gesti tecnici; - l'Abbate pesiero - oggi la tecnica è fondamentale e consiglio alle giovani di non trascurarla perchè farà poi la differenza. Anche un Setterosa più fisico e più tecnico potrà renderlo più competitivo contro le nuove potenze europee. A riguardo, la scelta di Silipo alla guida credo che sia stato un buon passo verso il cambiamento. Il movimento necessitava un cambio netto che desse nuovi stimoli ormai spenti da tempo, ma anche una fonte diversa da cui apprendere talvolta riaccende voglia e curiosità".

In realtà, il capitolo Nazionale per Simona non è chiuso e si chiama Master con un sogno ben definito, partecipare ai Mondiali di Fukuoka con la spedizione diretta da Francesco Zongoli. Ma Master significa anche tanto altro, soprattutto amicizia e passione oltre alla sana abitudine della vittoria: "I Master sono nati per puro divertimento e perché mi lascio facilmente coinvolgere dalle mie amiche “ex compagne” quando si tratta di Pallanuoto e non solo. Abbiamo vinto due Scudetti e siamo ancora Campionesse d'Italia in carica di club, un motivo di orgoglio esserlo con la squadra del mio cuore. Per il sogno Giappone della squadra nazionale Master i lavori procedono, non è facile senza grandi sponsor ma con una mano dei tanti appassionati (è ancora in corso la campagna di crowdfunding) forse il sogno si realizza. Speriamo!".

Lo sport resta motore pulsante anche della vita quotidiana di Simona che a Caserta ha lanciato la sua Gravity Room: "L’idea della Gravity Room è nata da una mia esperienza personale tra la salute e lo sport la quale mi ha fatto conoscere il Gravity, così dopo i risultati personali ritrovati grazie a questo attrezzo, non potevo non diffonderlo ai miei cari e da lì successivamente mi è partita la passione tanta da renderlo il mio lavoro primario. Mi rende soddisfatta l’idea - conclude Simona - di aiutare le persone a stare meglio fisicamente grazie ad un allenamento funzionale e vario, così divertendonsi con me ritrovano svago e risultati. Gli ingredienti principali per poter fare tutto ciò? Organizzazione, agenda sempre in mano e tanta forza di volontà!". E soprattutto tanto cuore, come quello che ancora pulsa forte per la Pallanuoto il cui mondo può ritenersi fortunato di vedere ancora in acqua Simona Abbate, pronta a scrivere ancora pagine indelebili di storia a conduzione familiare. 
 

 

Davide Maddaluno - Sport -

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