«Sulle somme di denaro che arriveranno con i finanziamenti legati al Pnrr si precipiteranno imprese mafiose che non saranno solamente salernitane ma che arriveranno da varie parti del territorio nazionale». Ad affermarlo ieri, a margine della conferenza stampa sul sequestro beni a carico dell’imprenditore Citarella, è stato il procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, che prefigura tanto un’invasione delle imprese legate alla malavita organizzata anche di altre province della Campania e oltre quanto la consapevolezza del fenomeno e la risposta conseguente della Dda e delle forze dell’ordine. «C’è da fare un monitoraggio costante della situazione ed un’analisi attenta per evitare - spiega Borrelli - una stabilizzazione della concentrazione di attività imprenditoriali in mano mafiose».
Azioni di monitoraggio e sequestro di beni già in corso che hanno tolto, dalle mani della criminalità, patrimoni di ingente valore: «Negli ultimi 18 mesi sono state eseguite numerose misure di prevenzione patrimoniale, dal Cilento all’Agro nocerino – ricorda il capo dei magistrati inquirenti - In varie operazioni abbiamo sottoposto a sequestro beni per circa 50 milioni di euro». «Il Distretto giudiziario di Salerno - spiega Borrelli - si connota dall’alta concentrazione di capitali e da qui le attività di riciclaggio presenti sul territorio. Un’affermazione riportata in vari rapporti dell’Antimafia e che oggi stiamo ancor più riempendo di contenuti con i sequestri di beni effettuati e altri che verranno di qui a breve. Il territorio del Salernitano è territorio di riciclaggio di clan salernitani, napoletano e delle cosche calabresi». Le tante attività in ogni settore, specie quello turistico e della ristorazione ma anche degli appalti pubblici, spesso presentate come un segnale di un’economia in ripresa, nascondono in molti casi capitali sporchi che vanno in direzione di luoghi divenuti molto attrattivi come sta capitando, ad esempio, proprio con la città di Salerno, che vive un boom di turismo, anche in questo periodo di uscita dalla Covid.
«L’attenzione della procura di Salerno, grazie anche all’indirizzo del procuratore Borrelli si è soffermata in particolare sui patrimoni accumulatisi negli anni e specialmente in questo periodo Covid 19, mesi in cui sono arrivati ingenti finanziamenti pubblici- ha ribadito il procuratore aggiunto della Dda Luigi Alberto Cannavale L’attenzione sarà costantemente alta, con monitoraggio di varie attività e di società operanti nel Salernitano». Proprio sugli effetti economici della pandemia si è poi soffermato Borrelli: «In merito a quello che è avvenuto in questi mesi di pandemia, è indiscutibile che vi sia stata una crisi economica, con una forte esposizione e difficoltà per tutti gli imprenditori, soprattutto del settore turistico; ma non mi riferisco solo a questo, ma ad esempio anche alle attività commerciali. Una situazione sicuramente che ha avuto una ricaduta sia in termini proprio di riciclaggio di beni, essendo attività imprenditoriali che si prestano evidentemente ad essere rilevate da chi ha somme liquide da investire sia sul piano di altri reati commessi ad esempio all’usura».
Da qui la necessità «di fare un monitoraggio della situazione ed un’analisi attenta per evitare che dall’emergenza possa poi nascere l’ordinario, una stabilizzazione della concentrazione di attività imprenditoriali in mani mafiose». Indagini che saranno estese anche il contesto sociale e amministrativo dove maturano appalti e riciclaggio.
FONTE: La Città
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