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19/08/2021

VERSO LE COMUNALI

“Voglio dare un contributo alla mia città. Ringrazio i socialisti liberali che intendono darmi una possibilità. Spero di non creare problemi a nessuno”. Lo dichiara l’attrice hard ed imprenditrice Priscilla Salerno che sarà in campo, in quota socialista, nella lista Nuovo Psi, Udc, Forza Italia. “Capisco le perplessità, ci sono abituata. Le supererò con il lavoro ed a tutti chiederò di misurasi sulle idee. Mi spiace, però, leggere della solita ipocrisia e di falsità, mi spiace leggere ricostruzioni fantasiose – dice la pornostar – Da quando ho manifestato la mia volontà di essere in campo ho ricevuto diverse proposte. Non ho incontrato nessuno, non ho visto nessun candidato sindaco, ne ho cercato alcuno. E non temo di essere smentita. Ho semplicemente ascoltato chi chiamava poi ho deciso. In coerenza con le mie battaglie ho scelto il centrodestra moderato. E chi banalizza mente”. La Salerno, all’anagrafe Tina Ciaco, si dice pronta ad accettare “tutte le considerazioni, mi abituo alla ipocrisia galoppante, ma non mi farò mai accostare alla politica cialtrona che – sottolinea – cambia casacca e che elemosina incarichi. Sono una persona di parola, arrivo alla politica per passione e non perché cerco un lavoro. Non ne ho bisogno. Non rubo, non imbroglio, non mento. Ho idee da sviluppare, battaglie che testimoniano il mio impegno. Da anni. A tutti dico di parlare delle cose da fare. Da subito e senza inutili polemiche” “A tutti chiedo di parlare dei rischi del web, delle opportunità per i giovani e della carenza di infrastrutture digitali, di violenza sulle donne e grandi eventi. Al centrodestra chiedo, dunque, di aprirsi e di non alzare barricate. A Michele Sarno di essere il garante di questa mia passione che non deve sconvolgere nessuno”, conclude. (Cronache)

Il progetto civico del candidato sindaco Michele Sarno si allarga ancora di più. A confermare il suo sostegno all’avvocato penalista anche Coraggio Italia, Cambiamo. Ad annunciarlo il segretario provinciale Luigi Cerruti, il delegato Nazionale Alfonso Baviera ed il segretario Cittadino Cristiano Pontillo, in accordo con il direttivo Provinciale. “Siamo certi che Michele Sarno sia la scelta giusta per la realizzazione del nostro progetto di rinascita della città di Salerno ma anche la più logica nell’ottica dell’unità del centrodestra, quell’unità che noi ci Cambiamo-Coraggio Italia auspicavamo sin dall’inizio – hanno dichiarato i dirigenti di Cambiamo Salerno – Nello stesso momento smentiamo le voci del listone unico a cui non parteciperemo continuando però a lavorare, senza gli strilli mediatici, alla stesura del programma, delle cose da fare, individuando candidati adatti alla nostra idea di fare politica, lasciando chiacchiere e promesse, di comprovata falsità, ad altri soggetti e personaggi”. Al momento non sono ancora state sciolte le riserve circa la presenza del simbolo sulla scheda elettorale: “non è la cosa più importante, lo è per Salerno e per i salernitani sapere che Cambiamo-Coraggio Italia c’è e ci sarà nelle cose che contano, sempre e solo al servizio dei cittadini e della città”, hanno poi aggiunto i dirigenti. (Cronache)

“Fermiamo i lavori su Piazza della Libertà fino alle elezioni”. La proposta arriva direttamente dalla candidata sindaca di stampo civico Elisabetta Barone che chiede all’amministrazione uscente di “giocarsi” la campagna elettorale ad armi pari, senza usare le grandi opere in costruzione. “Basta interventi spot, troppi gli sprechi. Alla nuova amministrazione che governerà la città il compito di fare una valutazione serena e oggettiva degli interventi necessari – ha dichiarato la dirigente scolastica, in corsa per provare a conquistare la fascia tricolore – I giorni scorsi abbiamo appreso che su Piazza della Libertà, a causa del rischio crolli, sarà necessaria una nuova variante di circa due milioni di euro, per mettere in sicurezza l’area”. Di fatti, dopo anni di varianti e interruzione del lavori, quest’opera resta ancora incompiuta. “Basta continuare ad inseguire i crolli con nuove varianti, con un incredibile spreco di soldi – ha poi aggiunto la Barone – Ormai il Crescent è diventato un pozzo senza fondo per le spese continue che richiede. E pensare che al momento della presentazione, nel marzo 2009, fu annunciato il completamento dei lavori in 600 giorni. Sono passati dieci anni e si continua a spendere soldi, senza avere ancora una data di consegna dei lavori. Ad ottobre ci sarà una nuova e diversa amministrazione al governo della città. Lasciamo a chi verrà il compito di valutare nel complesso i problemi strutturali della mega opera progettata da Bofill, per fare tutti gli interventi del caso, senza continuare con questo stillicidio economico, rispettando gli esiti della vicenda giudiziaria e senza alcuna smania di propaganda”. (Cronache)

È in cerca di una riconferma la consigliera uscente Paky Memoli, ricandidata al consiglio comunale di Salerno nella lista Campania Libera. Con lei, tra gli uscenti, ci sarà anche Antonio Carbonaro che tenterà di mantenere il suo scranno in consiglio comunale. Alla scorsa tornata elettorale, la dottoressa Memoli è stata tra le donne più votate in consiglio comunale e, lo scorso anno, si è distinta per aver dato disponibilità a partire nell’immediato per aiutare gli ospedali, in piena emergenza covid. Dovrebbe aver sciolto le riserve circa la sua candidatura anche Francesco Napoli, presidente di Arcigay Salerno che sarebbe pronto a conquistare uno scranno a Palazzo di Città in una delle liste a sostegno di Vincenzo Napoli, nella lista Giovani per Salerno. A 2 mesi dal voto e poco più, le liste a sostegno del primo cittadino uscente sono ormai complete e stando a quanto emerge mancherebbero le ultime firme, prima della presentazione delle liste che dovrà avvenire ad un mese dal voto, verso il 3 settembre circa. Una campagna elettorale particolarmente calda, con i candidati che, in questi giorni, stanno incontrando i cittadini per esporre il loro programma elettorale e, per gli uscenti, è anche l’occasione per fare un bilancio delle attività portate avanti in questi cinque anni.

PARLA CAMMAROTA

All’appello lanciato dal senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone ai candidati sindaci per la città di Salerno di dichiarare fin da subito il proprio orientamento in caso di ballottaggio con il sindaco uscente Enzo Napoli, e nel caso specifico di sostenere il candidato del centrodestra Michele Sarno, arriva puntuale la risposta di Antonio Cammarota. Non è, però, quella che Iannone avrebbe voluto dal candidato sindaco e leader de La Nostra Libertà che, a muso duro, rimanda al mittente quella che viene definita una vera e propria ingerenza. «Questa richiesta al senatore Iannone non compete su Cammarota perché l’alternativa al potere deluchiano, clientelare e familistico così come si accusa, non si fa con la stessa faccia della medaglia, cioè con i riciclati che siedono nella sede acquistata da Giorgio Almirante – manda a dire Cammarota – e non si sostituisce un potere così forte a Salerno con uno dell’Agro Nocerino Sarnese». Il fondatore de La Libertà ne ha per tutti, a cominciare dalla stessa coalizione di Michele Sarno: «Per noi il suo schieramento, come pure l’altro, sono zattere di salvataggio per consiglieri eletti con De Luca che altrimenti non sarebbe rientrati in consiglio comunale. L’alternativa, invece, si pratica sul campo ed in questo la domanda nei confronti di Cammarota è davvero mal posta perché da quindici anni noi siano all’opposizione senza cedere mai su nulla e sempre in posizione eretta nel nome del popolo. Questa insinuazione di Iannone è il solito vizio di chi non viene dalla regola del consenso e quindi non sa rispettare questa regola. Non capisce che il popolo, proprio come cinque anni, fa stabilisce chi deve essere eletto in consiglio comunale e chi no, e dovrebbe ricordare il suo dato. Ed è sempre il popolo che decide chi va al ballottaggio. E’ il consenso, quello proprio e quello degli altri, e la sua qualità a determinare poi che tipo di aggregazione dare all’alternativa. Comunque stia tranquillo il senatore Iannone, la nostra intransigenza non si discute perché è nei fatti, abbiamo scelto la strada più difficile per non tradire e per non scendere a compromessi con nessuno. Noi rappresentiamo tre liste che ci sostengono con l’apporto di professionisti, gente assolutamente nuova e che vive del proprio lavoro, di associazioni come il Codacons. Le nostre liste sono una vera novità di coerenza e libertà. Questo per rispondere al senatore Iannone perché vedere Stasi e Ventura rappresentare il suo partito nella sede di Giorgio Almirante è davvero poesia, vedere la destra salernitana rappresentata da deluchiani in giro per zattere di salvataggio nella sede di Giorgia Meloni è autentica poesia». Cammarota ne ha anche per i pentastellati: «Altri candidati sono il coniglio tirato fuori dal cilindro del mago, al sesto, settimo tentativo per entrare in consiglio comunale non hanno alcuna credibilità. La Barone è la candidata ufficiale del Movimento Cinque Stelle ma anche lì è stata allestita una nuova zattera di salvataggio per persone che non sanno come entrare o rientrare in consiglio comunale». Per Cammarota non c’è spazio per chi crede di poter fare i soliti giochetti elettorali: «I progetti politici si fanno partendo da lontano, lavorando sul territorio e non un mese prima dalle elezioni. Siamo sul campo da quindici anni con una sede sempre aperta e pronta a recepire non da ora le istanze dei cittadini di Salerno. La scelta autentica di rimanere fuori dai partiti è la scelta di rimanere liberi da logiche di Caserta, Napoli o dell’Agro Nocerino Sarnese che nulla hanno a che vedere con i destini della città di Salerno che dovrà essere governate nei prossimi giorni». Decisamente contrario anche alla discesa in campo di Priscilla Salerno: «Già ad aprile venne a trovarmi in associazione e durante l’incontro con lei, in maniera cordiale ma deciso, ho manifestato il mio parere negativo. Ho pieno rispetto per le sue scelte ma il suo attivismo è solo motivato da personalismo e non dalla voglia di serio impegno politico e quindi non ne condivido la candidatura. D’altronde il suo girovagare mi da l’impressione solo di una evidente ricerca di un posto al sole». Deciso e pungente anche sul giudizio sull’amministrazione guidata da Enzo Napoli: «La peggiore amministrazione di sempre. Lo dimostra il crac al bilancio che è responsabilità di chi ha governato la città negli ultimi 20 anni. I numeri sono impietosi: abbiamo il quarto deficit d’Italia ed un debito cinque volte superiore a quello di una città come Napoli. C’è anche incapacità di gestire i destini della città, abbiamo avuto solo interventi di piccolo cabotaggio, c’è bisogno di scelte forti e coraggiose». Cammarota sindaco… «Per prima cosa creerei due assessorati necessari, uno al mare e l’altro al lavoro. Tra le priorità c’è indubbiamente quella di delocalizzare il porto commerciale. La città dovrà avere altri nuovi obiettivi: integrazione sociale, partecipazione, efficienza dei servizi, responsabilità certe e riconoscimento del merito».

IMPRENDITORI, IL PUNTO

L’artigianato resta uno dei punti cardini del rilancio sociale ed economico del paese, le piccole imprese sono quelle che reggono gran parte del peso delle attività che fanno girare l’Italia e determinano lo sviluppo dei consumi. La ripresa c’è, su di essa pesano comunque le conseguenze della pandemia, ma il segnale è evidente. «Gli analisti parlando una crescita pari a quella degli anni settanta – afferma Gianfranco Ferrigno, presidente della sede di Salerno della Claai, l’Associazione dell’artigianato e della piccola e media impresa – è chiaro però che vanno rivisti gli stili di vita, le professioni. Urge un cambio di mentalità e di cultura da parte delle istituzioni e delle imprese perché siamo in un’epoca in cui si registrano delle modifiche anche negli stili di vita che non sono ancora del tutto definiti». Ripresa sì, ma anche realtà in difficoltà: «Le aziende sono comunque in gravi difficoltà, escono da un periodo non certamente facile. Vale per tutto il paese ma nel sud tutto è più amplificato». Anche se i segnali sono di ripresa… «Non sono questi dieci giorni di grandi flussi di turismo a farci vedere un nuovo eldorado – ammette Ferrigno – la gente ha voglia di uscire dopo due anni di sacrifici e quindi sta approfittando del momento. Ma è tutto movimento interno, poco valore aggiunto». A rendere più difficili le cose anche la speculazione. «La carenza delle materie prime accomuna un po’ tutti i settori, soprattutto quello della componentistica che è in sofferenza per speculazioni internazionali. Secondo Ferrigno anche gli imprenditori salernitani potrebbero fare di più. «Salerno non esprime tutto quello che può esprimere, soprattutto manca una forte senso d’identità. Ne tiro fuori qualcuna: siamo una città dalle origini longobarde, abbiamo la Scuola Medica Salernitana, l’uva Sanginella, la tradizione della milza in cucina, solo per citarne alcune ma sono tante peculiarità che non finiscono per essere proiettate all’esterno nella maniera ideale. Invece potrebbero dare tanto al rilancio della nostra economia. Faccio un esempio: a Firenze non si va solo per le bellissime attrazioni artistiche ma anche perché c’è una tradizione orafa, soprattutto di gioielleria, e grandi marche che muovono soldi ed anche tanti. Dobbiamo fare lo stesso anche noi». Anche in questo però le imprese non sono aiutante, secondo il presidente di Claai Salerno: «L’accesso al credito così com’è non ci aiuta affatto, è ancora su antichi sistemi, assurdi per chi va alla ricerca di innovazione. Dobbiamo parlare anche della tassazione che è gravosa ed insostenibile. Il nostro paese paga ancora un gap infrastrutturale, siamo fermi agli anni sessanta, non è possibile che in alcune zone della nostra bella Italia ci siamo problemi di connessione. La comunicazione oggi è troppo importante». Eppure si parla d’incremento delle aziende… «I dati parlano di nuove aziende che nascono ma nutro molti dubbi su questo, credo che il dato non sia reale, sia solo ‘ragionieristico’. Sono tante le imprese che hanno chiuso e riaperto ma si evidenzia solo il numero delle nuove attivazioni». Salerno potrebbe cambiare amministrazione… «Confido sempre nello spirito del dialogo e del dibattito costruttivo, con chiunque chiamato a governare la città capoluogo e gli altri centri coinvolti nella tornata per il rinnovo delle amministrazioni locali. Vedo da tempo troppa staticità sulle problematiche che riguardano lavoro e sviluppo, c’è bisogno di interventi forti e strategie a medio e lungo termine. E mi ripeterò: bisogna puntare sul dare risalto alla propria identità». (Cronache)

L'ACCUSA

Già dal prossimo autunno il rischio fondato è quello di trovare sugli scaffali dei supermercati i barattoli di conserva di pomodori con il prezzo aumentato. Per le tante famiglie abituate a fare la classica provvista alle porte dell’autunno l’ipotesi di una sensibile ma soprattutto inattesa variazione di costi è davvero seria. La stagione 2021 è stata caratterizzata da una serie di eventi negativi che determineranno un calo della produzione ed un’impennata dei prezzi. Le cosiddette ‘voci’ da smarcare sono tante: le impreviste alluvioni di luglio, la sopraggiunta siccità ed il caldo torrido di questi giorni, la mancanza di manovalanza (soprattutto autotrasportatori), le difficoltà nel reperire le materie prime per la realizzazione dei barattoli e per finire i costi di produzione lievitati del 10 – 15%. Insomma, un quadro problematico che rischia di mandare in malora anche quello fin qui raccolto, con le conseguenze che è facile intuire. I produttori della Campania e soprattutto della Puglia, con l’area di Foggia in testa, stanno pagando un dazio enorme per il calo della produzione che sfiora il 20%, con una perdita che al momento può essere quantificata in circa 10 milioni di euro, secondo una stima della Cia Campania, l’organizzazione di categoria degli agricoltori. E la nostra regione sta per subire un ennesimo danno perchè è in Campania che si registra la presenza della stragrande maggioranza delle aziende che si occupano di lavorare il pomodoro raccolto. Le prime avvisaglie a metà luglio quando alluvioni e grandinate avevano fatto danni sulle molte piante e pomodori in fase di crescita, danneggiandole in modo irrimediabile. A questi eventi climatici inusuali si sono aggiunte poi le altissime temperature dell’ultima decade di luglio e di questo scorcio di agosto con danni aggiuntivi sulle piante. Il caldo torrido e l’assenza di acqua hanno provocato uno shock termico ed idrico dai guasti irrimediabili. Per questo la stessa Cia ha chiesto al Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali di attivare interventi mirati per gli agricoltori come fatto l’anno scorso in occasione degli effetti della pandemia su tutta la filiera. Un fatto ancora più assurdo se si considera che difficilmente si raggiungeranno le quantità prodotte del 2020, nonostante quest’anno il Centro Sud, complessivamente, abbia fatto registrare un aumento del 14% delle superfici coltivate a pomodoro, col dato assoluto che si attesta a 32.540 ettari. La questione è che gli effetti sono amplificati anche da non meno gravi problemi di natura logistica, ovvero dalla crisi dell’autostraporto e la reperibilità delle materie prime come la banda stagnata per realizzare i barattoli. E’ quasi surreale che non si trovi chi trasferisca il pomodoro dalla sede di coltura a quella della lavorazione. E quel poco che si è salvato nei campi rischia di finire che marcisca nei depositi o, peggio ancora, bruci sulle piante. «Stiamo lavorando a pieno ritmo – afferma Pasquale D’Acunzi dell’azienda conserve alimentari Fratelli D’Acunzi che produce a marchio “La Carmela” – ma la verità è che non si riesce a fare fronte al trasporto dei pomodori che rischiano di restare sui campi a marcire, non si trovano gli autisti e spesso la motivazione, dobbiamo dircelo, sta pure nel reddito di cittadinanza. Poi bisogna aggiungere anche che ci sono i tempi di carico e viaggio che vengono conteggiati allo stesso modo e questo incide non poco su tempi e costi. E’ stato chiesto anche al ministero di intervenire e regolare meglio la questione ma fino ad ora tutto resta ancora così. E’ assurdo che a decidere la sorte del pomodoro siano gli autisti» Anche la difficoltà di reperire la materia prima per i barattoli sta influenzando la produzione: «Della carenza di banda stagnata sapevamo già da tempo ed abbiamo cercato di organizzarci. Ma se sgarri nella produzione ed hai necessità di ulteriori barattoli li paghi cari e non con tempi certi». Per D’Acunzi a mettere in difficoltà l’industria conserviera campana non è la concorrenza cinese, come si dice in giro, ma gli aumenti delle varie voci che compongono i costi di produzione: «Sono i fattori di costo a determinare i prezzi. Se si tiene conto che l’energia è raddoppiata, il gas è arrivato a tre volte tanto, lo smaltimento del CO² a due volte. Mettiamoci anche gli aumenti dei prezzi per lo scatolame ed il quadro è fatto. Solo il pomodoro, per ora, non ha avuto nessun sbalzo di quotazione. Speriamo sia così anche in futuro». Resta il fatto che in Italia, la campagna di produzione dell’estate dell’anno scorso si chiuse con un incremento (+8% rispetto al 2019) dei quantitativi conferiti all’industria conserviera nazionale. Nel 2020 furono conferiti all’industria circa 5,16 milioni di tonnellate di pomodoro fresco. Un risultato che difficilmente verrà realizzato nel 2021. (Cronache)

VOLANDO CON PETER PAN

Chi non ha immaginato almeno una volta, guardando fuori dalla finestra, di poter scorgere Peter Pan, Wendy, Gianni e Michele volare oltre la luna? Lo si potrà fare live, giovedì 19 e venerdì 20 agosto nell’arena all’aperto del Teatro Kamaraton di Camerota capoluogo, ove alle ore 21,30, andrà in scena il musical Peter Pan, per la regia di Roberta Nicolella e Lucrezia Pellegrino, che riunisce nei suoi i magici personaggi nati dalla mente di James Matthew Barrie che, con “Peter e Wendy”, nel 1911 ha creato un mito ancora oggi attualissimo capace di toccare tante sfere della nostra società: da quella psicologica a quella filosofica, entrando nel mondo della letteratura e in quello della musica con Edoardo Bennato e il famosissimo album “Sono solo canzonette”, che ha consacrato Peter Pan e tutto il suo mondo nell’olimpo della musica italiana. Gli attori della compagnia amatoriale La Meglio Gioventù, ritornano in scena per l’abituale doppio appuntamento estivo sotto le stelle per riprodurre le magiche atmosfere del romanzo. I personaggi, Wendy cui darà voce Teresa Nicolella e Giglio Tigrato affidato ad Antima Magliano, incanteranno con la loro bontà e generosità, mentre Capitan Uncino (Alessandro Magliano) e Spugna (Andrea Ruocco) sono i cattivi, ma non troppo, della storia, destinati a scontrarsi con il mondo di Peter Pan interpretato da Francesco D’Angelo, eterno fanciullo che si rifiuta di diventare adulto, mentre a completare il cast saranno Amedeo Volpe (John) e Maria Scarpitta (Michael), Enza Del Gaudio (Zia Lucy) e Antima Magliano e Alessandro Magliano, nel ruolo anche dei genitori di Wendy. La fiaba come racconto capace di ironizzare, capace di trasformare anche i personaggi più negativi in personaggi divertenti attraverso l’esasperazione dei difetti visti in chiave comica. Spugna e tutta la ciurma sono grotteschi nella loro cattiveria, comandati da un pirata egocentrico e narcisista ma a tratti quasi misericordioso. Giacomo Uncino ossessionato dal tempo, rappresentato dal Coccodrillo che un giorno divorò la sua mano insieme ad una sveglia e che inesorabile, con il suo ticchettio, ricorda al Capitano l’incombenza della vecchiaia. Non sono da meno i personaggi femminili: Wendy, Trilly e Giglio Tigrato eternamente innamorate del giovane Peter sono in realtà donne dalla forza incredibile capaci di sacrificare anche se stesse in virtù dei loro ideali. Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere mai, non cresce mai davvero ed è infatti sempre vivente che sia fiaba o realtà. Anticipatore, visionario, dalla verve incontenibile, irriguardoso, Bennato ha messo, con il suo solido Neapolitan Rock, le sue ballate e la bella melodia, alla berlina il potere e le sue manifestazioni. Grandi metafore, oggi ancora valide. Era il 1980 quando un giovane artista napoletano, Edoardo Bennato, pubblicò il suo ultimo album “Sono solo canzonette” e nel lato B della cassetta inserisce alla traccia numero uno una canzone destinata a restare indelebile nella memoria di intere generazioni: “L’isola che non c’è”. Bennato volle trasmettere attraverso questo brano dei valori morali imprescindibili dell’essere umano quali la speranza, il coraggio e il desiderio sconfinato di sognare a cui mai bisogna sottrarsi poiché “Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle/Forse è ancora più pazzo di te…”Accompagnato dalla sua inseparabile armonica a bocca, il cantautore napoletano con grande maestria cucì su questa canzone leggendaria un arrangiamento perfetto, alternando all’arpeggio di chitarra un assolo di armonica da pelle d’oca. Attraverso la figura di Peter Pan, il bambino che non voleva crescere, Bennato volle forse ritrarre la personalità maledetta dell’artista, desideroso di sfuggire alla realtà ma allo stesso tempo condannato dalla cupa visione materialistica e disincantata della società. Un rimando forse all’Albatros del poeta ottocentesco Charles Baudelaire, il quale paragonava la figura del poeta a quella di un maestoso volatile il quale, purtroppo, non appena smette di volare, appare ridicolo e goffo e deriso dagli uomini. Eppure, la vena artistica di Bennato non si limitò a raccontare la vicenda di Peter Pan solo dal punto di vista del protagonista, bensì realizzò altri incredibili pezzi quali Dopo il liceo che potevo far (ispirata al secondo di Capitan Uncino, Spugna), Nel covo dei pirati (dedicata a Wendy) e Il Rock di Capitan Uncino, scritta in onore dei pirati e del loro comandante, acerrimi nemici dei Bimbi Sperduti, che a Camerota saranno Francesca Ruocco, Benedetta Colacelli, Alessandra Del Gaudio e Tina Berardinelli. In un ironico e divertente pezzo rock, Bennato ripropone il duello tra Peter Pan e il perfido Capitan Uncino dal punto di vista del pirata, il quale racconta tutte le proprie sventure: dalla mano in pasto al coccodrillo alla ciurma di imbranati come Spugna di cui è il capo. Senza ombra di dubbio, la parte più spassosa del brano è il coretto dei pirati che si alterna allo spaventoso monologo di Capitan Uncino: “Io sono il professore della rivoluzione/per scuotere la gente, non bastano i discorsi/ci vogliono le bombe”. Ma la favola resta tale e nelle favole, nelle canzonette c’è qualcosa che ci può educare a volare, a non negarci la possibilità di spazi utopici, di spinte verso l’alto, a orientarci verso l’isola che forse c’è, perché in fondo è il viaggio che fa crescere ciascuno di noi e la meta è solo un punto da cui ripartire, grazie a quella polvere magica che spargeranno i coreografi Alessandra Del Gaudio, Emilia Volpe, Tina Berardinelli e Cristina Pellegrino, il Sound designer Cristian Del Gaudio, le luci di Romeo e Valentino Iannuzzi, le Vocal coach Teresa d’Alessandro ed Antima Magliano, gli scenografi Tommaso del Gaudio, Vincenzo Sgueglia ed Alessandro Magliano e ancora le costumiste e trovarobe Pina Mea, Sabina Valiante e Nicola Napolitano. (Cronache)

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