Il discorso promozione è soltanto rimandato ma il voto alla stagione del Pescara in salsa rosa è più che positivo. Le ragazze di Giuseppe Cannata hanno sfiorato l'A2, persa solo per una serie di circostanze negative che non hanno pregiudicato il gran lavoro svolto in condizioni tra l'altro di assoluta precarietà, legate al Covid ma non solo vista l'annosa questione dell'impiantistica sportiva. Della stagione delle delfine e del suo percorso personale nel mondo dell'acqua clorata ne abbiamo parlato con il difensore Federica Travaglini, perfetto collante tra le atlete più esperte e quelle più giovani del Sette abruzzese, rientrato in vasca nel girone misto con Umbria ed Emilia Romagna grazie alla formula dei concentramenti: "Sicuramente non è stato facile restare fermi un anno senza poter giocare neanche una partita ufficiale ma questo ci ha portato ad avere più voglia di giocare e fare bene quest'anno. Ci siamo adeguati sin da subito a questi protocolli, che sappiamo essere necessari, pur di poter tornare a disputare un campionato - esordisce ai nostri microfoni - Dover disputare il campionato con questa formula all'inizio ci ha un po' spaventato perché pensavamo di non essere pronte ad affrontare 2 partite nello stesso giorno, perché con la chiusura delle "Naiadi" ci siamo dovute allenare in piscine non adatte ad allenamenti di Pallanuoto e purtroppo solo pochi giorni a settimana. Ci siamo rese conto di poter disputare un buon campionato già alla fine del girone di andata, essendo prime e a punteggio pieno. Il nostro allenatore è stato fondamentale perché ci ha aiutato ad andare avanti nonostante tutte le difficoltà, spronandoci giorno dopo giorno, ed ha strutturato gli allenamenti in modo da farci arrivare pronte alle domeniche di campionato".
Dominata la prima fase, nel raggruppamento finale di Viterbo le biancazzurre hanno ceduto con l'onore delle armi ed anche in maniera beffarda il passo a Lazio e Cosernuoto: "C'è stato un grande rammarico da parte di tutta la squadra per questo terzo posto perché sapevamo di poter fare qualcosa in più, ma ripartiremo lavorando sui nostri errori e con la consapevolezza di poter puntare in alto", sottolinea con maturità la classe '93 che ormai da anni convive in piscina come a casa con la sorella Beatrice, calottina numero 1 delle pescaresi: "È sempre bello giocare insieme a lei, abbiamo un bel rapporto sia dentro che fuori dall'acqua e spesso ci confrontiamo e consigliamo a vicenda, ci incoraggiamo prima di ogni partita, ma certamente lei è l'allenatrice e io più mental coach".
Protagonista in questa stagione, Federica Travaglini ha vissuto in prima persona e per un lasso di tempo a distanza le vicende del suo Pescara e non solo anche negli anni addietro: "Ho iniziato a giocare a Pallanuoto a 6 anni quando, durante un corso di nuoto, sono stata scelta per fare una prova e da lì è stato subito amore! Poi ho avuto molti allenatori che hanno saputo trasmettermi la passione, spronandomi ad andare avanti nonostante i sacrifici e le sconfitte - aggiunge. - Un ricordo a me molto caro è stato la promozione in Serie B nella stagione 2008/2009 (ai tempi esisteva ancora la Serie C femminile) perché ero molto giovane, ed è stato il mio primo traguardo importante con una squadra molto unita e poter giocare con ragazze più grandi e con più esperienza ha accresciuto il mio bagaglio personale. Potendo tornare indietro non lascerei la Pallanuoto a 19 anni per poi riprenderla a 23, in questi 4 anni ne ho sentito tanto la mancanza e appena ho potuto ho deciso di tornare ad indossare la calottina, ma, con qualche anno in più sulle spalle e con una forma fisica diversa, non è stato facile tornare al livello di prima".
Un percorso che le ha consentito di stringere rapporti umani importanti dentro e fuori dalla vasca: "Ce ne sono tante, ma direi su tutte Gaia Apilongo perché abbiamo iniziato insieme questo sport da piccole, giocato tanti anni insieme e lei già da allora faceva la differenza in campo, ricordo che durante le partite riuscivamo a capirci con uno sguardo; poi questa passione forte per la Pallanuoto ci ha portato ad essere amiche anche al di fuori della piscina. Ho una grande stima di lei".
In attesa della prossima stagione e della rivincita, si spera senza intoppi pandemici, infrastrutturali e magari il pubblico sugli spalti, sul suo futuro Federica tra un giro in spiaggia e un arrosticino con le amiche pallanuotiste di sempre è decisa sapendo che la costante resterà sempre quella del sacrificio unita alla passione: "Io cerco di conciliare sport, studio e lavoro ma ci vuole molta organizzazione e spirito di sacrificio, facendo anche molte rinunce a volte, però ci si abitua. Ne avrei tanti di sogni ma oramai sono vecchia agonisticamente parlando - sorride in conclusione -. Scherzi a parte vorrei continuare a giocare, a divertirmi, a sentire l'adrenalina che solo una partita di Pallanuoto riesce a darmi, finché il fisico me lo consente ovviamente!". E soprattutto c'è un'altra promozione da conquistare e da aggiungere tra tanti anni all'album dei ricordi.
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