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«Sono molto felice, mi batte il cuore da quando sono entrato. Giffoni unisce con l’amore e il cinema, siete pieni di passione, mi date un sacco di speranza»: si presenta così il giovane Matteo Paolillo, volto della serie “Mare fuori”, attore originario di Salerno, nato professionalmente con il teatro. Premiato con l’Explosive Award, Paolillo racconta la sua storia partendo dall’infanzia, fino ai primi successi, di nuovo col giovanissimo pubblico che lo accoglie e lo accompagna: «Ho sempre avuto amici che mi parlavano di questa realtà stupenda, non ne ho mai fatto parte fino ad oggi». Il percorso dal palco alla tv fino al cinema e ora a Giffoni, «è un percorso di personaggi, studio e passione. Mio padre è sempre stato un grande appassionato di cinema, a tredici anni mi sono avvicinato e a diciassette ho capito che volevo farlo per il resto della mia vita».

Per una questione di amore, di scintilla e poi di lavoro, si arriva dove ci sono i sogni: «Se uno non molla mai, prima o poi qualcosa arriva». Paolillo ha scritto e cantato la sigla di “Mare fuori”, insieme a Raiz, canzone nata nel mezzo della lavorazione. «Ho cominciato con la musica usando il nome d’arte “Icaro”, perché il tema ricorrente della mia musica è sempre stata l’ambizione, che può farti bruciare le ali per l’ambizione. Ora uso anche il mio nome». Di fronte alle domande dei piccoli giurati, Matteo ripercorre l’esperienza del personaggio interpretato nella serie, «qualcosa di lontano da me, che può far riflettere e cambiare le generazioni. Da un po' di tempo a questa parte, mi affeziono ad attori e film secondo quello che sto preparando, ora seguo molto “Peaky Blinders”, se devo dire il mio film preferito in assoluto, dico “Into the wild”». Per fare un lavoro di questo genere, per dare corpo ai sogni, è fondamentale l’aiuto della famiglia: «I miei genitori mi hanno sempre supportato, ora sono i miei fan numero uno. Il mio idolo da bambino era mio padre».