Più di un terzo del territorio della città d’Arechi “coperto” dal cemento. Quasi cinque volte in più rispetto alle “colate” che ricoprono l'intera provincia. È l’allarme che emerge dal rapporto 2021 dell’Ispra sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che fotografa la situazione della cementificazione in tutt’Italia. E la sintesi dello maxi-studio svela come anche nel 2020, anno caratterizzato dal Covid e, dunque, da una minore attività dei cantieri, il consumo del suolo è proseguito. In Campania più di altre zone d’Italia: lo scorso anno, evidenzia l’Ispra nel rapporto, sono stati “mangiati” 211 ettari di campagna rispetto al report dei dodici mesi precedenti. E la cementificazione ha riguardato anche la provincia di Salerno dove soprattutto nei grandi centri.
I dati. La Campania si conferma terza nella classifica delle Regioni con valori percentuali più elevati di suolo consumato con il 10,39%: a precederla soltanto il Veneto (11,87%) e la Lombardia (12,08%). E di questa “copertura” fa la voce grossa la provincia di Napoli dove l'Ispra ha calcolato che il 34,2% del suolo è “occupato”. Per quanto riguarda i Comuni, a guidare la classifica sono sempre centri del Napoletano: il consumo del suolo a Casavatore, infatti, è arrivato al 90,9%, una percentuale che precede di poco i valori di Arzano, Melito e Cardito. E per quanto riguarda la provincia di Salerno? La situazione da Scafati a Sapri è più variegata anche per una conformazione del territorio che fa sì che la cementificazione sia più ridotta. Nel Salernitano, infatti, l’Ispra ha calcolato come il cemento abbia intaccato il 7,9% di una provincia vastissima che copre diverse aree geografiche per un totale di 39.034 ettari “consumati”. Una crescita che non si è fermata nel 2020: rispetto alla precedente valutazione dell’Ispra, infatti, sono “spariti” 48,3 ettari che erano liberi. Ma i dati a livello locale sono molto diversi, da zona a zona. Emerge, per esempio, il dato di Salerno: nella città d’Arechi, infatti, il suolo consumato è pari al 34,6% del territorio comunale. In pratica un terzo dell’area che va dal porto commerciale a Capitolo San Matteo, estendendosi all’interno fino ai rioni collinari, è coperto dal cemento per un totale di 2.059 ettari. E anche lo scorso anno, in piena epoca Covid, il “consumo” è andato avanti. Rispetto ai dati dell’Ispra del 2019, infatti, è stato accertato come siano stati “coperti” altri 4,86 ettari. È l’incremento maggiore accertato nell'ultimo anno nel Salernitano: hanno superato l'ettaro di terreno “cementificato” solo Teggiano (1,29), Scafati (4,94), Sassano (2,34), Sarno (4,78), Palomonte (1), Pagani (1,93), Padula (1,05), Nocera Inferiore (1,43), Montesano sulla Marcellana (1,06), Moio della Civitella (1,93), Mercato San Severino (1,16), Fisciano (1,15), Atena Lucana (2,86) e Angri (2,32). La diversità del territorio emerge proprio da altri dati: se in alcune zone del Salernitano (come il capoluogo o l’Agro Nocerino) la copertura è molto vasta, nell’area interna e più a Sud della provincia ci sono degli autentici centri “green”. È il caso, ad esempio, di Valle dell’Angelo: il borgo del Cilento, secondo i dati Ispra, registra solo lo 0,7% del territorio comunale “consumato”, issandosi in testa alla classifica campana e battuto in tutt’Italia soltanto da Carcoforo, “microcosmo” di 72 abitanti in provincia di Vercelli, dove lo 0,3% del suolo comunale è “occupato”.
L’allarme di Coldiretti. I dati Ispra, dunque, evidenziano un sempre minore spazio per le aree verdi e pure per le attività agricole. Proprio su quest’aspetto ha acceso i riflettori il presidente di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello: «La perdita maggiore si è registrata sul fronte dei cereali e degli ortaggi, seguita dai foraggi per l’alimentazione degli animali, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti. Un problema grave in una situazione in cui il grado medio di autoapprovvigionamento dei prodotti agricoli in Italia è sceso a circa il 75% con il Paese costretto ad importare tre quarti degli alimenti di cui ha bisogno in un momento di grandi tensioni a causa dell'emergenza Covid. E gli squilibri territoriali della nostra regione - spiega Masiello continuano a crescere e a minacciare l’agricoltura. È un trend che va invertito al più presto».
FONTE: La Città
Altri articoli di questo autore:
Se vuoi essere tempestivamente aggiornato su quello che succede a Salerno e provincia, la pagina facebook di Salerno in Web pubblica minuto per minuto notizie fresche sulla tua home.